Assistenza infermieristica e procedura di impianto del Pacemaker temporaneo

Dario Tobruk 29/01/18
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Il pacemaker è un dispositivo costituito da un circuito elettronico, una batteria e uno o più elettrocateteri (sonde resistenti che permettono l’induzione dello stimolo elettrico) che permette di stimolare il tessuto cardiaco quando per varie patologie o presenza di sintomi minacciosi questo non avviene fisiologicamente.

Premessa: Lo scopo del seguente articolo è solo divulgativo-informativo e non ha alcun valore come procedura per i propri interventi. Seguite ed eseguite i vostri interventi in base ai PDTA, protocolli e linee guida adottati dalle vostre Aziende sanitarie. Non sussiste alcuna garanzia che le informazioni riportate siano accurate, corrette, aggiornate o che non contravvengano involontariamente alla legge in vigore in Italia. Continua a leggere il nostro disclaimer:  http://www.dimensioneinfermiere.it/disclaimer-medico-infermieristico/

Quando si applica un Pacemaker temporaneo?

Tra i casi più urgenti da trattare abbiamo le manifestazioni di instabilità elettrica, le gravi bradiaritmie con o senza sincope e tutte le sintomatologie da bassa portata.

L’applicazione di un Pacemaker Temporaneo è una procedura d’emergenza e gli infermieri in questa occasione sono particolarmente fondamentali. Nonostante il carattere di urgenza il posizionamento di un PM temporaneo va eseguito con procedure standard, protocolli operativi e secondo le migliori linee guida disponibili.

Da ricordare che il pm temporaneo è per lo appunto “temporaneo” e dovrebbe essere seguito dall’applicazione di un pacemaker definitivo quando la situazione clinica lo permette o deve essere rimosso quando le cause della grave aritmie sono reversibili e correggibili con una certa sicurezza (esempio: intossicazione da farmaci).

Dove va applicato?

Generalmente il paziente sarà ricoverato presso l’U.O della Cardiologia/UTIC del nosocomio o in base ai protocolli operativi e direttivi dell’azienda in cui lavorate e posto in condizioni di monitoraggio in continuo e assoluto riposo.

Può svolgersi in sala operatoria o in terapia intensiva (UCC, UTI, UTIC,…), in ambiente sterile, possibilmente con l’uso del radioscopio, con tutti i dispositivi per il monitoraggio dei parametri vitali (almeno ECG, PA, e SpO2) ed ovviamente con tutto il necessario per intervenire in caso di urgenza visto l’altissimo rischio di arresto cardio-respiratorio.

Come va applicato un PM temporaneo?

Il medico isola e incannula rapidamente una vena profonda – una giugulare interna o una femorale – risalendo fino al ventricolo dx, raggiunto il quale, attraverso particolari alterazioni dell’ECG (presenza di tessuto ventricolare elettricamente condotto) il cardiologo può assicurarsi di essere in posizione. Se disponibile in urgenza è preferibile la guida del radioscopio o dell’eco come ausilio per verificare del posizionamento.

Guida al monitoraggio dei parametri vitali:

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

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L’elettrocatetere del pacemaker temporaneo a questo punto sarà già collegato ad un generatore di impulsi portatile da assicurare al paziente, con batterie nuove, a cui verranno impostati i parametri di conduzione come prescritti dal cardiologo.

Il paziente dovrà essere ricoverato in UTIC ed osservare l’assoluto riposo fino a quando le condizioni cliniche non ne permettono la mobilizzazione in sicurezza. Il paziente rimane in continuo e persistente monitoraggio dei parametri vitali e del controllo della corretta conduzione elettrica del ventricolo.

Movimenti importanti da parte del paziente potrebbero dislocare l’elettrocatetere e pregiudicarne la funzione, in caso è necessario avvertire immediatamente il medico, eseguire un ecg a 12 derivazioni per verificare presenza o meno di elettroconduzione.

Successivamente verranno effettuati i controlli come da protocollo, anche se possiamo aspettarci come minimo la richiesta di esami ematici routinari come emocromo, elettroliti, markers, titoli di sostanze,…

Procedura di urgenza nel posizionamento di un PM temporaneo

Pre-impianto

  1. Verificare l’identità del paziente, presentarsi.
  2. Insieme al medico eseguire educazione sanitaria al paziente spiegando a lui ed eventualmente al parente prossimo la procedura in modo che siano chiari i motivi della stessa e in modo che il paziente assicuri piena collaborazione.
    • L’infermiere dovrebbe fare uno sforzo in più per verificare ed eventualmente dissipare eventuali dubbi del paziente, chiarendo le tipiche incomprensioni del linguaggio medico.
    • Spesso il paziente anziano non comprende che la procedura è temporanea credendo di dover rimanere ancorato a letto per moltissimo tempo, cosa non vera perché appena possibile verrà impiantato un pacemaker definitivo o verrà risolta la causa che provoca l’aritmia.
  3. Se non presente applicare CVP possibilmente in sede controlaterale.
  4. Il paziente firma i consensi, dopo aver ricevuta l’educazione sanitaria come sopra specificata.
  5. Verificare eventuali allergie ai farmaci: evidenziare allergie ad antibiotici, ai farmaci d’urgenza ed al mezzo di contrasto.
  6. Se prescritti somministrare correttamente i farmaci che supportano la frequenza cardiaca (isoprenalina, atropina, ecc..) verificarne gli esiti sui parametri vitali (aumento della frequenza cardiaca? sostegno della PA?). O se previsto o prescritto antibiotici di profilassi.
  7. Verificare la presenza di documentazione clinica, esami ematici aggiornati (emocromo e coagulazione,ecc..) ed eventualmente eseguirli.
  8. Verificare il corretto funzionamento dell’elettrostimolatore esterno e la presenza di batterie nuove e funzionanti.

Peri-procedurale

  1. Eseguire lavaggio chirurgico delle mani
  2. Prepara il campo operatorio e predisporre il necessario, assistere il medico nell’indossare il camice e i guanti sterili, assistere nella disinfezione della zona di puntura e nell’introduzione dell’elettrocatetere, ad un certo punto l’infermiere deve aver già connesso gli elettrodi terminali (un catodo e un anodo) all’elettrostimolatore mentre il medico verifica la conduzione elettrica al monitor per verificare il punto di corretta applicazione.
  3. Dopo che il medico ancora l’elettrodo alla cute, l’infermiere si occupa di medicare il sito di inserzione, smaltire il materiale, monitorare il corretto impulso del PM temporaneo e verificare lo stato del paziente monitorando parametri vitali e elettrocardiogramma

Post- procedurale

  • Come già detto, il paziente deve mantenere l’assoluto riposo in posizione supina e in caso di introduzione per via femorale non dovrebbe piegare l’arto inferiore per evitare lo sposizionamento dell’elettrocatetere del pacemaker temporaneo.
  • In base ai protocolli aziendali e dopo un certo numero di ore il paziente dovrebbe eseguire una RX torace per verificare il posizionamento e dissipare il sospetto di possibili complicanze.
  • Il paziente quindi rimarrà in UTIC fino a quando non viene completato l’inquadramento diagnostico ed eventualmente indirizzato a impiantare un PM definitivo o fino a quando le condizioni cliniche non permettano la rimozione del catetere.

Autore: Dario Tobruk (Facebook, Twitter)

Assistenza infermieristica per pacemaker definitivo:

Pacemaker: Assistenza Infermieristica Pre e Post Impianto

Fonti:

  • http://aiac.it/
  • https://www.aslteramo.it
  • PDT Per i pazienti candidati all’impianto di pacemaker-icd-biv- ASST del Garda CARD/UTIC PDT 01

 

Dario Tobruk

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