IPASVI: Ddl Lorenzin è legge, dopo oltre dieci anni di attesa nasce la Fnopi

Redazione 27/12/17
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Pubblichiamo il comunicato stampa IPASVI del 22/12, ormai confermata la nascita della FNOPI:

Il Senato converte in legge il Ddl Lorenzin: nasce dopo oltre dieci anni di attesa la Fnopi, Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, il maggior Ordine italiano

“Oggi nasce la Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, il più grande Ordine professionale italiano per numero di iscritti. Un traguardo per il quale gli infermieri hanno corso per oltre dieci anni, che conferma la crescita della professione e rende giustizia agli oltre 447mila professionisti che ogni giorno si dedicano all’assistenza dei più fragili e ai bisogni di salute delle persone”.
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli infermieri, ancora oggi Ipasvi, ma tra poco, appunto, Fnopi, sottolinea con estrema emozione la conversione in legge del Ddl 1324-b “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del ministero della Salute”, una legge che per gli infermieri apre le porte di una nuova era.

“Oggi è una giornata storica per gli infermieri – conferma Mangiacavalli – professionisti laureati e internazionalmente riconosciuti come pilastri dell’assistenza. Ora, al pari di tutte le altre professioni intellettuali, per loro ci sarà una tutela ordinistica che favorirà non solo i professionisti, ma anche per gli stessi cittadini, offrendo armi efficaci ad esempio contro l’abusivismo, che infanga l’operato di centinaia di migliaia di professionisti e pone a rischio la salute degli assistiti”.
L’elemento forte della trasformazione dei Collegi in Ordini è la tutela dell’assistito che si ottiene vigilando affinché l’iscritto abbia titolo al contatto diretto con lui, anche in caso con l’esercizio della magistratura interna. Quindi il controllo sui comportamenti deontologici e professionali: si lavora per una sorta di accreditamento periodico anche in termini di competenza dei professionisti. Non basta essere iscritto all’Ordine se poi l’iscrizione diventa un mero titolo di cui fregiarsi senza rivedere preparazione, formazione e competenza. Va introdotto un percorso di accreditamento periodico professionale e continuativo che gli Ordini posso a pieno titolo verificare.

La storia dell’infermiere fino al riconoscimento ad Ordine:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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“La differenza la faranno i codici deontologici – prosegue Mangiacavalli – che anche grazie alla nuova legge acquisteranno maggiore rilevanza anche per il peso e le potenzialità che i nuovi Ordini avranno dal punto di vista del controllo e della loro applicazione e potranno essere aggiornati con maggiore e più regolare frequenza.
La differenza la farà l’organizzazione a livello locale che la legge rende elastica prevedendo, anche grazie ai decreti attuativi che ora il ministero della Salute dovrà predisporre con la collaborazioni di tutte le professioni, norme che non ingesseranno più la gestione e l’organizzazione dei professionisti sul territorio come oggi accade”.

Fondamentale nella nuova legge è il superamento, o meglio, l’ammodernamento della legge del 1946 che evidentemente non può essere la stella cometa per gli attuali e per i nuovi Ordini come è stata finora. Il diverso inquadramento degli enti, la loro possibilità di intervento anche disciplinare, una organizzazione più rispondente ai moderni canoni non solo degli enti pubblici, ma anche della programmazione sanitaria, fino ad arrivare a un meccanismo elettivo sicuramente più rispondente a criteri di completezza, ma soprattutto trasparenza, che la rendono indispensabile perché tutta l’attività di Ordini e Federazioni non sia decontestualizzata nei fatti dal divenire della società e del progresso professionale e scientifico.

In questo senso, sottolinea la presidente degli infermieri, è di importanza fondamentale anche un’altra previsione del Ddl. Quella che riguarda la modifica delle sanzioni penali e accessorie in caso di esercizio abusivo di una professione sanitaria, su cui i nuovi Ordini potranno vegliare con maggior forza e a maggior titolo.
“Ringraziamo i parlamentari, a partire dai presidenti delle Commissioni Igiene e Sanità del Senato, Emila Grazia De Biasi e Affari sociali della Camera, Mario Marazziti – conclude Mangiacavalli – il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e tutti quelli che hanno consentito finalmente di sbloccare l’impasse in cui questa norma si trovava da anni.

Ringraziamo la senatrice Annalisa Silvestro, componente del Comitato centrale della Federazione, che non ha mai lasciato che questo cambiamento epocale potesse essere trascurato nelle aule in cui ci rappresenta.

Ringraziamo però anche gli infermieri e tutti i Collegi che hanno creduto nella possibilità di raggiungere questo traguardo e hanno affiancato e sostenuto la Federazione in ogni momento dell’iter della legge.

Gli oltre 447mila infermieri che operano in Italia dimostreranno ora ancora di più la loro professionalità e la loro capacità, come fanno ogni giorno nei luoghi di lavoro accanto agli assistiti, perché sia riconosciuto ovunque il valore della nostra professione che non deve mai smettere di crescere. E noi con lei”.

Redazione

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