Riforma Madia 2017: La Pubblica Amministrazione che cambia.

Redazione 01/03/17
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Rifoma Madia 2017. Il Consiglio dei Ministri ha approvato gli ultimi cinque importanti decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione voluta dal ministro Madia. I decreti introducono un nuovo Testo Unico del pubblico impiego, cambiano la valutazione della performance dei dipendenti statali, prevedono modifiche per Vigili del fuoco e Polizia e regolamentano l’introduzione del nuovo documento unico per l’auto.

Nella stessa giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare il decreto correttivo del Codice degli appalti.

Tutti i decreti approvati dovranno ora essere esaminati prima dal Consiglio di Stato e poi dalle commissioni parlamentari. Si dovrà infine cercare l’intesa con le Regioni. Ma vediamo i punti principali dei decreti sulle riforme della pubblica amministrazione e del Codice appalti.

Riforma della Pa: le nuove assunzioni nel pubblico impiego

Il primo dei decreti attuativi approvati ieri riguarda le modifiche al Testo Unico del pubblico impiego: pezzo forte della riforma è in particolare il nuovo piano di assunzioni che risolva una volta per tutte il precariato “storico” nel settore pubblico.

In sostanza, viene stabilito il divieto per le Pa di stipulare contratti di collaborazione e viene incentivata l’assunzione a tempo indeterminato del personale che già lavora a tempo determinato. Si tratta, nelle parole della Madia, di “consentire alle amministrazioni che già pagano quelle persone di poterle assumere“.

La Pubblica Amministrazione dopo la Riforma Madia

Come noto, la legge n. 124 del 7 agosto 2015 (c.d. Legge Madia) ha delegato il Governo ad adottare più decreti legislativi ed atti regolamentari al fine di “ristrutturare” alcuni istituti tipici del procedimento amministrativo, con…

Il Piano triennale dei fabbisogni di personale

Il nuovo Testo Unico prevede inoltre il progressivo superamento dell’attuale sistema di “dotazione organica” in favore del nuovo Piano triennale dei fabbisogni che disciplini le spese di personale.

Il Piano triennale dovrà tenere conto di precisi vincoli finanziari e della disponibilità delle risorse per definire nuove spese e nuove assunzioni in base agli effettivi fabbisogni della Pa. Al mutare delle risorse disponibili, i Ministeri della Pa e dell’Economia potranno poi adottare le necessarie misure correttive.

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La valutazione delle performance dei dipendenti pubblici

Molto importante anche il decreto attuativo che regola la valutazione della performance e del’efficienza dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Con la riforma viene innanzitutto chiarito che l’erogazione dei premi, l’aumento dello stipendio e l’attribuzione di incarichi di maggiore responsabilità devono essere subordinati alla valutazione della performance. Si stabilisce inoltre che ogni amministrazione deve rendere conto non solo dei suoi obiettivi specifici, ma anche di obiettivi generali coerenti con le politiche nazionali; spetta agli Organismi indipendenti di valutazione (OIV) monitorare l’andamento delle performance.

Una delle novità principali consiste poi nel fatto che, per la prima volta, saranno anche i cittadini a valutare la performance organizzativa delle Pa. Questo sarà possibile grazie alla definizione di specifici sistemi di rilevamento della soddisfazione degli utenti.

Le modifiche al Codice degli Appalti

Approvato ieri in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, come accennato, anche il decreto di modifica al Codice degli Appalti (D.Lgs 50/2016).

Tra le modifiche previste, le più importanti riguardano:

  • l’introduzione di un periodo transitorio che prevede che l’appalto integrato sia possibile per i lavori i cui progetti siano già stati approvati alla data di entrata in vigore del codice;
  • l’introduzione dell’obbligatorietà dell’uso dei parametri per calcolare i compensi a base di gara;
  • le concessioni 80/20, con il chiarimento che il limite dell’80% dei contratti relativi alle concessioni di importo superiore a 150.000 euro non riguarda i lavori eseguiti direttamente né quelli di manutenzione ordinaria;
  • il subappalto, con il chiarimento che il limite del 30% è da riferirsi alla categoria prevalente per i lavori, e all’importo complessivo del contratto solo in caso di servizi e forniture;
  • l’introduzione della soglia minima pari a 150 milioni di euro per il ricorso all’istituto del contraente generale.

Articolo della redazione di LeggiOggi.it

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