Arte e Scienza contro il gioco d’azzardo e ludopatia: un libro al Salone

Dario Tobruk 30/05/17
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Tra le presentazioni più interessanti, al Salone del Libro di Torino, di certo spicca quella del libro “Cosi non vale!” ed. Edizioni della Goccia. Libro scritto a quattro mani: lo scrittore Claudio Secci e la psicoterapeuta Dott.ssa Eva Muzzupappa insieme affrontano la difficile tematica della dipendenza dal gioco d’azzardo e della ludopatia, partorendo un libro che parla di dolore ma anche di speranza.

È chiaro, quando l’arte della scrittura si unisce alla sapienza della psicologia non può che uscirne qualcosa di buono. E quel qualcosa di buono è una serie di racconti che portano il lettore a immedesimarsi nelle vite di persone comuni che, ad un certo punto della loro vita decidono di prendere scelte e soluzioni sbagliate spingendole in un vortice personale ed intimo fatto di bugie verso se stessi e verso gli altri.

A Claudio Secci, parte umanistica del quartetto di mani, abbiamo chiesto:

Immedesimandoti nei personaggi dei tuoi racconti, quale pensi possa essere la scintilla, quel particolare momento che porta una persona “sana” a diventare un giocatore d’azzardo?

Ci sono diversi fattori che portano la persona ad avvicinarsi a questo tipo di problema; nei miei racconti sono le abitudini della quotidianità che piano piano portano verso queste dipendenze. Nel primo racconto, ad esempio, parlo di slot machine. Un uomo a fine lavoro, durante il suo meritato aperitivo a furia di vedere persone attorno a lui vincere delle cospicue somme si fa attrarre dal gioco. Partendo dalla curiosità inizierà ad investire sempre più denaro nelle giocate ed ad un certo punto comincerà anche a voler recuperare tutto quello che perde!

All’interno di questo racconto, inserisco anche diverse componenti legate ai fatti di attualità, come di persone che servono i giocatori a mo’ di strozzini, prestando soldi e richiedendone il doppio.

Nel secondo racconto affronto il problema della depressione: una donna che non riesce a trovare la persona giusta, sfortunata a livello sentimentale, che prova a trovare la propria felicità nelle cose materiali, cercando di vincere somme di denaro e colmare in questo modo la sua vita. Qui la dipendenza dai “gratta e vinci” è un po’ diversa rispetto alle slot machine, perché il gratta e vinci, a differenza delle slot, con piccole vincite ti da la possibilità di sperare ancora. Per questo alle volte è meglio non vincere proprio piuttosto che vincere piccole somme.

Quando i tuoi personaggi hanno toccato il fondo cosa fanno per risalire?18582344 634704810058381 1291247801243202275 n

Il messaggio di speranza alle volte è casuale. Alle volte è stato il Fato, in maniera inaspettata, a portare i miei personaggi fuori dal gioco d’azzardo. La persona ossessionata dalle slot machine del primo racconto ne esce fuori grazie al fatto che lo strozzino viene arrestato e la moglie e il figlio con una lettera riescono a far ragionare il padre e riavvicinarlo ai suoi affetti. Nel secondo racconto la donna ammalata di gratta e vinci termina il suo denaro e non riesce più a farsene prestare. Solo nella disperazione i suoi famigliari riescono a farla ragionare.

Su tutti questi aspetti e su quello che racconto posso parlarne solo a livello narrativo ma dal punto di vista clinico è la mia co-autrice l’esperta da intervistare, ;).

 

Un’ultima domanda: quale sentimento umano cerca di colmare il ludopatico?

Secondo me è il bisogno indotto del materialismo e del consumismo, c’è chi cerca delle strade d’uscita da un qualunque problema con il materialismo. Questo perché la televisione ci ha inculcato che il denaro è potere e il potere è felicità. Quindi, le persone che cercano di colmare i propri vuoti con il materialismo si gettano verso questo tipo di problemi.

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Dottoressa Eva Muzzupappa, le faccio un paio di domande di natura clinica:

Quali sono i campanelli d’allarme che possono aiutare la famiglia e gli operatori a prevenire i comportamenti nascosti di un potenziale giocatore d’azzardo?

Il fatto che l’interesse principale diventi esclusivamente il gioco: il cosiddetto craving (“Il desiderio improvviso e incontrollabile di assumere una sostanza psicoattiva (droga, alcol) o un particolare alimento.”) che significa smania di giocare; la persona avrà delle vere o proprie manifestazioni fisiche come bruciori di stomaco, tremori , nervosismo, dati dal fatto che la persona o non può giocare o comunque sta cercando di racimolare i soldi per giocare.

Questo è un campanello d’allarme che il famigliare o l’operatore può valutare per accorgersi del problema. Inoltre gli operatori dovrebbero fare un tutt’uno con la famiglia, come di fatto realizziamo.

Quali servizi offre il sistema sanitario nazionale?

I servizi sanitari sul gioco d’azzardo sono attivi da pochissimo tempo. Questo perché molto spesso sono particelle che si basano sui servizi alle dipendenze in generale: i conosciutissimi SERT o i NOA a Milano, Nuclei Operativi Alcologia. Molto spesso sono servizi specifici contro la ludopatia accorpati a questi ultimi. In alcune realtà come Milano e Torino si stanno attivando dei centri specializzati nelle dipendenze del gioco d’azzardo in cui gli operatori vengono formati solo ed esclusivamente sul gioco d’azzardo. Anche se ad oggi, sono in maggioranza servizi privati rispetto a quelli pubblici.

Il fenomeno della ludopatia è in aumento?

Il fenomeno è in aumento, per esempio il fenomeno hokkokimori che viene dal Giappone: praticamente i ragazzini si chiudono sempre di più nel mondo virtuale della loro camera e in questo mondo molto spesso si instaurano queste dipendenze. Questo tipo di dipendenza si correla facilmente alla solitudine. In aumento nei giovani, fenomeno che prima non esisteva.

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Dalla ludopatia si può guarire? E in caso come si svolge la riabilitazione? Inoltre quali sono le conseguenze sociali ed economiche che devono affrontare il paziente e la sua famiglia?

Si può guarire ma la riabilitazione è molto lenta, inutile girarci attorno. È un percorso in cui non solo il paziente è protagonista ma viene coinvolto tutto il nucleo famigliare con costi elevati per la sanità e la famiglia, perché non è previsto solo un supporto farmacologico ma la professionalità di diversi tipi di operatori.

In questo percorso poi sono da prevedere delle ricadute perché sono abituali in un percorso di cura di un dipendente. Con dipendenza intendiamo, oltre al gioco d’azzardo e alle droghe, anche shopping, gioco online, sesso e dipendenze di ogni genere. Si cerca di trattarle nello specifico ma tutte le dipendenze hanno sempre dei punti in comune.

Auguriamo il meglio a questi due autori che sono stati in grado di unire magistralmente tra loro l’arte e la psiche, producendo un libro utile a chiunque. Un libro per immedesimarsi e per comprendere come si possa cadere in questo baratro fatto delle luci e dei suoni di una slot machine o su un pezzo di carta chiamato “gratta e vinci“. Ma fortunatamente insieme ai servizi e alle professionalità giuste, risalire la china verso la completa guarigione e una vita più autentica è possibile.

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Dario Tobruk

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