Infermiere colpevole di aver avuto un doppio lavoro, la risposta del Sant’Orsola è da non credere

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Abbiamo a lungo trattato l’argomento del doppio lavoro infermieristico, tematica questa affrontata e dibattuta senza che però dall’esame della materia sia venuta fuori una parvenza di soluzione positiva per la categoria. http://www.dimensioneinfermiere.it/infermiere-doppio-lavoro-quando-consentito-cosa-si-rischia/

In realtà, ciò che in fin dei conti continua a disturbare dell’analisi della disciplina attinente al doppio lavoro infermieristico, non è poi il divieto quasi assoluto e derogabile con grande difficoltà, ma la differenza di trattamento con le posizioni di vantaggio espresse dalla classe medica.

La qui presente rivendicazione non è certo dettata dalla volontà di rosicare potere ai medici che affollano le nostre corsie di ospedale, l’intento unico che muove la presente stesura è quello di evidenziare come il gap normativo e di tutela posto a vantaggio di una sola professione sanitaria, nell’alveo ben più grande dei rapporti lavorati della P.A, continui a esplicare effetti negativi su una buona porzione di lavoratori italiani.

L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di un infermiere del Sant’Orsola, riportato da varie testate di settore. La questione riguarda un dipendente  pubblico pesantemente gravato da una sospensione della durata di 5 mesi senza che allo stesso venisse erogatolo stipendio.

 

Senza entrare nel merito della responsabilità di quest’ultimo, per il quel non sono stati riconosciuti addebiti penali, ma i procedimenti disciplinari previsti, e senza che si voglia porre in essere una qualsivoglia forma di difesa del comportamento illegittimo del dipendente pubblico, ciò che qui preme raccontare ed evidenziare è la risposta dell’azienda sanitaria alle richieste dell’infermiere.

Un appello che si è sostanziato nella richiesta di modifica delle modalità di applicazione della sospensione, all’infermiere infatti, unico dei trenta soggetti indagati per la stessa condotta (sospesi a fare un doppio lavoro), è stata comminata la sanzione della sospensione senza stipendio, dilazionata in dieci giorni al mese, motivo per il quale era stato lo stesso infermiere a chiedere una modifica vista la grave crisi economica che così era derivata.

Alla richiesta del dipendente di diminuire i giorni mensili di sospensione da 10 a 5, con la motivazione legittima di non poter far fronte al proprio sostentamento, per tutta risposta gli è stata comminata la ben più grave sanzione della sospensione per 15 giorni al mese.

Il tutto ovviamente si sostanzia in un ulteriore aggravio delle condizioni economiche in cui versa l’infermiere e fa inoltre avere la percezione di come l’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola, abbia voluto colpire il responsabile del comportamento illecito, con sprezzante carica vendicativa e autoritaria, dimenticando i principi base del rispetto della dignità umana.

Soluzione che, per ben capirci, sarebbe ben diversa se il limite enorme alla possibilità di  svolgere un doppio lavoro per gli infermieri venisse, per lo meno mitigata da maggiore buonsenso, colmando così la distanza tra figure professionali affini, ma enormemente distanti almeno su questo piano .

(fonte infermieristicamente)    

 

Martino Di Caudo

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