“Senza rispetto!” Si è dimessa l’infermiera che curò il Premier Inglese

Dario Tobruk 20/05/21
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L’infermiera che curò il premier inglese Boris Johnson si è dimessa. Nonostante gli enormi sacrifici compiuti, nulla è stato riconosciuto a infermieri e medici. La collega non vuole più svolgere questo lavoro e afferma di essersi sentita mancata di rispetto.

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Boris Johnson infermiera Jenny McGee tagliata 2
Credit: Repubblica – Infermiera Jenny McGee e il premier inglese Boris Johnson
Quando il premier inglese Boris Johnson fu ricoverato in terapia intensiva per un’infezione da Covid19 ad occuparsi di lui furono due infermiere in particolare, Jenny McGee e Luis Pitarma. Guarito dalla sua polmonite, il premier britannico, le ringrazio e lodò pubblicamente: Il motivo per cui alla fine il mio corpo ha iniziato a ricevere abbastanza ossigeno era perché ogni secondo della notte, loro erano lì per me“. Un po’ come in Italia, la retorica dell’eroe è stata utilizzata anche in Inghilterra, anche se, non appena possibile, gli operatori sanitari sono stati presto dimenticati. Ma la collega McGee, che curò il premier, e che provarono a manipolare per fare promozione politica, non ci sta e accusa il governo di “mancanza di rispetto“.

Un aumento di stipendio ridicolo

Tutte le nobili promesse di riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto in piena emergenza sono cadute nel vuoto: il governo britannico, per lavarsi la coscienza ha concesso un ridicolo aumento di stipendio ai dipendenti del sistema sanitario pubblico inglese (NHS), l’1% appena. Per l’infermiera Jenny McGee, questo trattamento è intollerabile: “Non stiamo ottenendo il rispetto e nemmeno la paga che meritiamo. Sono stufa e per questo ho dato le mie dimissioni “. La decisione è irrevocabile, per queste motivazioni l’infermiera che curò Boris Johnson ha deciso di dimettersi.

L’infermiera McGee non ha voluto farsi usare dalla politica

Inoltre, come riportato dal Guardian alla collega venne chiesto di partecipare ad un’iniziativa mediatica a diffusione nazionale, ma “sarebbe stata davvero un’ottima opportunità fotografica. Un po’ come mostrare Boris e i suoi amici del Nhs, ma io volevo starne fuori. Molti infermieri hanno ritenuto che il governo non si sia comportato in modo molto efficace, mostrandosi indeciso e inviando tanti messaggi contrastanti. È stato davvero molto sconvolgente“, ha affermato l’infermiera. “Sì, ci siamo messi in gioco e abbiamo lavorato molto duramente, e si parla molto di come siamo tutti eroi e cose del genere. Ma allo stesso tempo, non sono sicura di poter più fare questo lavoro. Non so quanto ancora potrei dare al Nhs“, ha quindi concluso.

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | 2015 Maggioli Editore

15.00 €  14.25 €

L’intervista dell’infermiera andrà in onda il 24 maggio, in un documentario che ricostruisce gli ultimi 15 mesi di emergenza pandemica nel paese inglese.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

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