Mancano Infermieri? Pagate meglio e verranno. È il mercato, baby!

Dario Tobruk 26/10/20
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L’emergenza Covid19 ha sottratto alle RSA e alle strutture private centinaia di infermieri che giustamente hanno preferito rispondere alla chiamata del pubblico, dove, gli stipendi sono maggiori del 30% e la qualità del lavoro è migliore, poiché ferie e diritti sono (spesso) garantiti.

Risultato? Mancano infermieri nelle strutture private. Appelli istituzionali, testate giornalistiche che urlano della grave situazione, presidenti di cooperative e responsabili delle strutture che si strappano i capelli.

Ma di soldi, neanche a parlarne!

Mancano Infermieri: se li volete, pagate meglio e verranno. È il mercato, baby!

Eppure è assurdo che le regole del mercato valgano solo quando a beneficiarne è il profitto degli imprenditori e dei datori di lavoro, mentre quando il vento gira e l’offerta di infermieri è scarsa e preziosa, ecco che la soluzione deve darla lo Stato.

No cari miei, la soluzione è nel mercato. Se mi date due minuti cercherò di spiegarmi meglio.

Il mercato del venditore: quando l’infermiere è prezioso

Miei cari datori di lavoro a differenza di qualche anno fa quando, a causa dell’eccessivo numero di infermieri disoccupati in cerca di lavoro, potevate fare il prezzo che volevate perché il mercato vi avvantaggiava, ad oggi ci troviamo nella situazione opposta: il vento è cambiato, ci ritroviamo nel cosiddetto mercato del venditore.

La condizione economica chiamata mercato del venditore è quella situazione in cui i datori di lavoro hanno bisogno di infermieri (domanda), ne hanno molto bisogno (bene prezioso = forte domanda), mentre il numero di infermieri disposti a lavorare nel privato è ridotto (offerta scarsa).

Cosa succede in base alla legge di domanda e offerta quando la domanda è alta e l’offerta è scarsa?

Bravi, il prezzo del bene aumenta. Non c’è altra soluzione allora! Non c’è Governo, Regione o Comune che possa aiutarvi in questo momento, se volete un infermiere dovete convincerlo a lavorare per voi per un prezzo più alto e condizioni di lavoro migliori. Probabilmente guadagnerete un po’ meno ma sono sicuro che riuscirete a sopravvivere fino al prossimo ciclo economico.

Lo “spiegone” per chi vuole saperne di più sul perché è il momento giusto per cambiare le cose.

In questo caso il venditore è l’infermiere che “vende” un servizio e una competenza che ha raggiunto con studio e sacrificio. Il mercato del venditore è vantaggioso per il venditore in quanto la domanda è superiore alla proposta di infermieri.

Quando la domanda è superiore all’offerta, chi ha un servizio prezioso e necessario, ad esempio durante una pandemia globale, ha più controllo sui prezzi stabiliti e sulle condizioni attraverso cui viene effettuata la vendita. Nel mercato di un venditore, inoltre, il professionista vende i propri servizi all’acquirente che paga il prezzo più alto.

L’esempio delle case e del mercato immobiliare

La casa è un bene necessario ed essenziale, non se ne può fare a meno. Immaginiamo un mondo in cui ci siano pochi costruttori e quindi poche case e quelle che ci sono non bastano per tutte. Tutti hanno bisogno di una casa e sono disposti ad acquistarne una, ma le case sono poche e quindi tutti andranno in competizione tra di loro.

Che succede? Aumenterà il prezzo delle case, e chi sarà disposto a pagarle di più se ne aggiudicherà una, gli altri rimarranno a contendersi le altre.

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Foto di mohamed Hassan da Pixabay

Mancano infermieri quindi sono loro che fanno il prezzo non il contrario!

In una situazione come questa, durante una pandemia mondiale, l’infermiere è il bene necessario ed essenziale e gli acquirenti, in questo caso i datori di lavoro di RSA, cliniche ed ospedali privati, sono obbligati a rispettare il prezzo e le condizioni di chi fornisce il servizio, ovvero l’infermiere.

Mancano infermieri quindi è l’infermiere che stabilisce il prezzo e non il contrario. Colleghi e datori di lavoro tutti, se volete che gli infermieri lavorino presso le vostre strutture pagateci bene e meglio e vedrete che arriveremo.

Ah, dimenticavo: niente di personale, è il mercato baby!

Autore: Dario Tobruk (FacebookTwitter)

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

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Foto di PublicDomainPictures da Pixabay