A chi ha avuto infezione Covid basta una sola dose del vaccino

Redazione 23/02/21
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Due studi, non ancora pubblicati, del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e della New York University e un altro dello Ziv Medical Center di Safed, in Israele, sembrano confermare una notizia che potrebbe cambiare la campagna vaccinale nel mondo e quindi l’intera battaglia contro il Sars-Cov-2. Per chi ha già avuto l’infezione da Covid, basterebbe soltanto una dose del vaccino Pfizer o del vaccino Moderna.

Inoltre la stessa sarebbe sufficiente per sviluppare una protezione immunitaria anche contro le varianti, mentre una seconda dose non dà particolari effetti e potrebbe essere evitata.

I dati di una delle ricerche si basa sulle analisi del sangue di un campione di dieci volontari, tutti con infezione da Covid confermata e tutti successivamente vaccinati, di cui tre vaccinati con il vaccino Moderna e i restanti sette con il vaccino Moderna. Andrew McGuire, uno degli autori, spiega al New York Times: “Il vaccino ha alzato il livello di anticorpi nel sangue di migliaia di volte. Un’amplificazione veramente massiccia“.

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

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A chi ha avuto infezione Covid basta una sola dose del vaccino

Negli esami di laboratorio è venuto a galla il fatto che, non solo gli anticorpi sviluppati dai vaccinati con una dose e con precedente malattia da Covid, si mostrano più efficaci di quelli di chi ha avuto due dosi e non la malattia, ma persino che risultano in grado di vincere la ‘variante sudafricana’ del virus. Secondo lo studio, è sufficiente un’unica dose.

Un comportamento del sistema immunitario già osservato con altri virus per cui nel secondo studio si sono osservati 32 soggetti che, dopo l’infezione, hanno concluso le due dosi vaccinali standard. Gli autori dello studio hanno dimostrato che la forte risposta del sistema immunitario dopo la prima dose è comprovato, mentre non sembra avere effetti significativi la seconda dose.

Conferme anche da Israele

Anche da Israele, il più grande campione di vaccinati al mondo, arrivano buone notizie. Lo studio citato prima ha analizzato la risposta immunitaria di diciasette persone, già colpite da Covid, su circa 500 vaccinati. Pubblicato su Eurosurveillance, lo studio specifica che in questa sottopopolazione (i sanitari con infezione pregressa da Covid di quelli che hanno ricevuto la prima dose) la concentrazione di IgG è nettamente più alta di tutti gli altri.

Questo effetto di forte risposta immunitaria e che a chi ha avuto un’infezione Covid basta una sola dose del vaccino, deve essere ancora confermata. Saranno necessari altri studi, e che l’articolo sia posto a peer reviewed prima di poter dire quanto sia attendibile, ma se dovessero superare tutti gli standard scientifici minimi sarebbe un’ottima notizia per sperare in una conclusione a breve di questa pandemia e ad un miglior impiego di risorse vaccinali per raggiungere quanto prima la quota ottimale per l’immunità di gregge.

come funziona l'immunità di gregge
come funziona l’immunità di gregge

Fonti:

  • ANSA.it
  • Sole24ore.it

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

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