Neonato morto a Roma: “Tragica fatalità” per gli esperti, ma nel dubbio si colpevolizza l’infermiera

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La tragedia dell’ospedale Pertini di Roma, dove un neonato è morto soffocato intanto che sua madre dormiva esausta, sta facendo discutere parecchio. E se da un lato si fa fatica a comprendere quanta sofferenza possano vivere in questi giorni i genitori del piccolo (a cui inviamo un silenzioso abbraccio), dall’altro c’è chi prova individuare a tutti i costi un capro espiatorio.


E ovviamente i soliti “titoloni” dei media, che stavolta hanno scelto di cavalcare le parole disperate e arrabbiate della mamma in questione, ci hanno messo ben poco a fare insinuazioni e di fatto a scaricare la colpa sugli infermieri.

Si passa da «Neonato morto in ospedale, la mamma: “L’ho allattato come diceva l’infermiera!» (VEDI Il Messaggero) a «Neonato soffocato in ospedale, la mamma: “Ho chiesto aiuto all’infermiera, mi ha detto no”» (VEDI Leggo), arrivando a «Neonato morto al Pertini, la mamma: “Ho allattato come spiegato dalle infermiere”» (VEDI TPI).


Eppure basterebbe interrogare un esperto, come ha invece fatto l’Agenzia DIRE, per capire quali siano le reali e sfortunate cause di queste immani tragedie. Secondo Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin), che ha spiegato nel dettaglio il percorso di rooming-in e l’importanza del contatto mamma-neonato, «se fosse successo 24 ore dopo, sarebbe avvenuto in casa e anche lì forse nessuno sarebbe potuto intervenire.


È accaduto in ospedale, dove è chiaro che episodi simili sono meno frequenti proprio perché vi sono più controlli. È evidente che si cercano delle responsabilità: fosse accaduto a casa, probabilmente sarebbe stato un evento di morte improvvisa, come purtroppo accadono e che spesso non hanno alcuna spiegazione».


E invece i titoloni (questi non sono reali, ma rendono l’idea) in stile «L’infermiera mi ha detto di fare così, quindi è colpa sua» oppure «Ho chiamato gli infermieri, ma si trastullavano insensibilmente in medicheria invece di aiutarmi» evidentemente generano maggiore curiosità, più copie vendute o più click.

Ed evidentemente chi li partorisce sa bene che non ci saranno chissà quali grattacapi o conseguenze, vista la poca forza con cui l’infermieristica italiana, già di suo martoriata, cerca di tutelare la propria immagine.

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Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi.   Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.

Marilena Montalti, Cristina Fabbri | Maggioli Editore 2020

Alessio Biondino