Autopalpazione del seno: la procedura corretta per prevenire il tumore

Olga Macellari 25/03/21
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L’autopalpazione del seno è un test semplice e non invasivo che permette di conoscere il proprio corpo, l’aspetto normale del proprio seno e di notare qualsiasi cambiamento ed eventuali irregolarità.

L’autoesame periodico del seno, inoltre, è fondamentale nella prevenzione del carcinoma della mammella, la neoplasia più frequentemente diagnosticata nel sesso femminile nei paesi occidentali e la cui incidenza è in continuo aumento. La maggiore consapevolezza delle donne, i programmi di screening, la diagnosi precoce, le innovazioni della terapia chirurgica e radiante e il trattamento medico ne hanno favorito la riduzione della mortalità.

Indice dell’articolo:

  1. Tumore al Seno: la prevenzione inizia dall’Autopalpazione
  2. Le generalità del tumore al seno
  3. Carcinoma della mammella: alcuni numeri
  4. Ogni quanto eseguire l’autopalpazione del seno?
  5. Come eseguire l’autopalpazione del seno
  6. Dopo l’autoesame: una visita dal medico

Tumore al Seno: la prevenzione inizia dall’Autopalpazione

Il segnale che più frequentemente conduce alla scoperta di un tumore è, infatti, la presenza di un nodulo. Di solito, questa lesione non è dolente, ma palpabile o persino visibilePiù la diagnosi sarà precoce, più le chances di avere una prognosi positiva saranno maggiori.

La prevenzione del tumore alla mammella resta una delle priorità anche nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025. La sfida infermieristica sta nel continuare a promuovere la cultura della salute.

Le generalità del tumore al seno

I carcinomi della mammella sono diversi, a seconda della sede di formazione e del loro sviluppo. Il segno di presentazione, in genere, è un nodulo o un ispessimento mammario palpabile e non dolente, ma, col diffondersi della mammografia, è frequente anche il riscontro di lesioni non palpabili.

Segni meno frequenti, ma non rari, sono:

  • secrezioni o retrazioni del capezzolo,
  • erosione dello stesso,
  • dolore, edema o eritema della cute,
  • indurimento generalizzato della cute,
  • linfadenopatia ascellare o sovraclaveare.

Nel 10% dei casi sono già presenti al momento della diagnosi metastasi polmonari, ossee, epatiche o cerebrali.

Tra i fattori di rischio principali: l’età, la storia famigliare (presenza di geni mutati come BRCA1 e BRCA2), dieta e fattori ambientali (dieta ricca di grassi, obesità, alcol, scarsa attività fisica), fattori endocrini e riproduttivi (maggiore è il tempo di esposizione estrogenica e più alto è il rischio; menarca precoce e/o menopausa tardiva), precedenti displasie o neoplasie mammarie, malattie benigne della mammella, pregressa radioterapia a livello toracico.

Gli esami diagnostici di uso maggiore sono la mammografia (per rilevare la presenza di noduli, micro-calcificazioni o altri segni indiretti di una possibile neoplasia), l’ecografia mammaria (per confermare la presenza e la natura solida o liquida di una lesione nodulare), la risonanza magnetica, la FDG-PET e la biopsia. I marcatori tumorali (CA15.3, CA125) sono importanti nei follow-up chirurgici, in correlazione con i dati clinici e di imaging.

Le terapie in uso per il carcinoma mammario sono quella chirurgica (conservativa o meno), quella radiante, chemioterapica, endocrina e quella biologica.

Carcinoma della mammella: alcuni numeri

Secondo i “Numeri del Cancro in Italia 2020”, l’incidenza del cancro alla mammella è di 55.000 nuove diagnosi nelle donne; la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’87%, una delle più alte registrate in Europa; la sopravvivenza di ulteriori 5 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi è dell’89%; sono 834.200 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore alla mammella; infine, sono stati stimati 12.300 decessi per l’anno 2020.

Ogni quanto eseguire l’autopalpazione del seno?

A partire dai 20 anni, l’autopalpazione del seno andrebbe effettuato una volta al mese, nello stesso giorno (segnandolo sul calendario), preferibilmente circa una settimana dalla fine del ciclo mestruale. Il seno sarà meno dolente e turgido, quindi certe modificazioni a carico delle mammelle saranno più facili da percepire.

In gravidanza o in menopausa, il momento per eseguire l’autoesame è indifferente.

Come eseguire l’autopalpazione del seno

L’autopalpazione si svolge in due fasi:

  • Osservazione
  • Palpazione

Osservazione

In questa fase, sarà importante osservare l’eventuale presenza di:

  • irregolarità nella forma del seno;
  • mutamenti nel colore della pelle;
  • screpolature del capezzolo;
  • ulcerazioni della cute o fossette;
  • cambiamenti nella simmetria e/o nel profilo delle mammelle (in ogni caso, raramente le due mammelle sono identiche in ogni dettaglio).

autopalpazione seno 2

Esecuzione dell’osservazione durante l’autoesame

  1. Posizionarsi davanti a uno specchio, in un ambiente ben illuminato;
  2. Osservare la forma del seno e del capezzolo, sia di fronte che di lato, con il busto eretto, le spalle rilassate e le braccia lungo i fianchi;
  3. Ripetere l’osservazione con le braccia alzate e le mani dietro alla nuca, ricercando eventuali irregolarità delle mammelle;

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  1. Ripetere l’osservazione stringendo questa volta le mani sui fianchi per mettere in contrazione i muscoli pettorali.

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Palpazione

Nella fase vera e propria di autopalpazione, l’attenzione dovrà essere posta su:

  • Cambiamenti di forma e dimensioni di una o entrambe le mammelle;
  • Ispessimenti o protuberanze nel seno o nella zona ascellare;
  • Perdite di sangue o liquido dai capezzoli (secrezioni ematiche o sierose), non correlato a gravidanza o allattamento;
  • Avvallamenti, raggrinzamenti, rilievi o fossette sulla superficie della cute.

Altri possibili cambiamenti e segnali da non sottovalutare sono:

  • Uno o più noduli della mammella;
  • Variazioni nell’aspetto del capezzolo (contorni, dimensione, posizione) o retrazione dello stesso;
  • Infiammazioni o eruzioni della cute o dell’areola (pelle a buccia d’arancia, gonfiori, arrossamenti o sensazione di calore);
  • Dolore ingiustificato al seno o all’ascella.

Esecuzione della procedura di autopalpazione del seno

  1. Mettersi in posizione eretta, piegando il braccio corrispondente al seno da esaminare dietro la nuca;
  2. Esaminare la mammella facendo scorrere con piccoli movimenti concentrici la parte interna di tre polpastrelli uniti di una mano (indice, medio, anulare):
    • Muovendo le dita in senso circolare e con pressione crescente, individuare eventuali noduli o indurimenti del tessuto mammario;
    • Muovere le dita anche in senso radiale (dall’esterno verso il capezzolo);
    • Muovere le dita dall’alto verso il basso. La palpazione dal cavo ascellare prosegue attorno alla curva del seno, senza tralasciare la parte vicina allo sterno;
Procedura corretta per l'autopalpazione del seno
Procedura per l’autopalpazione del seno
  1. Le stesse manovre vanno ripetute in posizione supina, con il braccio corrispondente al seno da esaminare in alto, piegato sotto la testa;
  2. Infine, si preme delicatamente il capezzolo tra indice e pollice per verificare possibili fuoriuscite di liquido. Ci si potrà aiutare con un fazzoletto per controllare eventualmente il colore della secrezione.

Cosa fare se sento un nodulo al seno? Una visita dal medico!

L’autopalpazione non sostituisce in alcun modo la visita senologica o gli esami strumentali. Nel caso in cui una o più alterazioni fossero presenti al tatto, sarà opportuno rivolgersi al proprio medico o ad un senologo, per ricevere quanto prima indicazioni circa gli accertamenti diagnostici più idonei a fugare ogni dubbio.

Autrice: Olga Macellari (Facebook)

Al seguente link, il video dell’AIRC con la procedura corretta per eseguire l’autopalpazione:

Fonti:

Olga Macellari

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