Crisi tra gli infermieri USA: quasi la metà pensa di cambiare lavoro

Dario Tobruk 22/08/25

Negli Stati Uniti, un nuovo sondaggio nazionale evidenzia un dato allarmante: un infermiere su due sta valutando di lasciare la professione.

Burnout, carenza di personale, stress cronico e perdita di motivazione stanno erodendo le basi di una delle figure più cruciali per la salute pubblica, mettendo a rischio la qualità delle cure in un sistema sanitario già sotto pressione.

Indice

Rapporto infermieri USA mette in crisi la professione

Un recente sondaggio nazionale americano conferma dati che potrebbero riflettersi sull’intera popolazione infermieristica mondiale: burnout, carenza di personale, demotivazione e stress.

Le soluzioni per migliorare la situazione, sia a livello individuale che collettivo, sembrano ormai chiare e condivise, eppure i Governi continuano a rimandare il problema, preferendo soluzioni tampone inefficaci, come il reclutamento di professionisti dai Paesi in via di sviluppo — India e Sud America in testa — sottraendo risorse a popolazioni già fragili.

Una nuova forma di neocolonialismo al contrario: non più depredare in loco, ma importare risorse a basso costo.

Persino negli Stati Uniti d’America, il paese teoricamente più avanzato dal punto di vista scientifico ed economico gli infermieri USA sono allo stremo.

È stato, infatti, pubblicato dall’azienda leader nella selezione del personale Cross Country Healthcare, il rapporto annuale “Beyond the Bedside: The State of Nursing in 2025”, sulla base di un sondaggio nazionale sulle risposte di 2600 infermieri, che ha riscontrato come il 40% degli infermieri sarebbe incerto se dovesse scegliere la stessa professione e il 65% si sente sottoposto ad uno stresso eccessivo.

E in Italia non va sicuramente meglio. A proposito di ciò, se sei stanco di lavorare in ospedale, fare i turni e saltare continuamente i riposi, dovresti valutare la possibilità di lavorare sul territorio. La sanità è alla disperata ricerca di migliaia di Infermieri di Famiglia e di Comunità e forse varrebbe la pensa formarsi per diventarlo.

Inoltre, per chi ha già la fortuna di farlo, l’investimento in una formazione specialistica e uniforme per gli infermieri di famiglia e comunità rappresenta una necessità imprescindibile per colmare le attuali disparità e allineare il sistema sanitario italiano agli standard internazionali.

A ragione di ciò, e per approfondire il tema, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon la lettura è consigliata a chiunque disponga di abbastanza interesse per fare la differenza sul territorio.

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Costruire ben-essere nella comunità locale

Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.

 

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Quasi un infermiere USA su due non sceglierebbe di nuovo la professione

Secondo il report, stress, burnout e carenza cronica di personale infermieristico americano stanno mettendo in crisi la professione a livello nazionale, compromettendo la qualità dell’assistenza ai pazienti in un mondo in costante invecchiamento.

In un’intervista al CEO dell’azienda che ha condotto lo studio, Martins afferma: “Il rapporto di quest’anno non è solo una raccolta di dati: è un forte appello al cambiamento. Se non agiamo ora, rischiamo di perdere un’intera generazione di professionisti dedicati.”
I principali dati ricavati dall’indagine del 2025:

  • il 65% degli infermieri segnala elevati livelli di stress e burnout.
  • Solo il 60% afferma che sceglierebbe di nuovo l’infermieristica se potesse scegliere.
  • Principali fattori di stress: carenza di personale, retribuzione inadeguata, mancanza di supporto da parte della dirigenza e abusi sui pazienti.
  • Il 67% degli studenti infermieri è già preoccupato di come gestire il proprio carico di lavoro.
  • Nonostante le difficoltà, l’82% degli studenti si dichiara entusiasta del proprio futuro nel campo infermieristico.
  • Le principali esigenze della professione sono: livelli di personale più elevati, leadership più forte, orari flessibili e riconoscimenti significativi.

Lo stesso rapporto delinea cinque priorità fondamentali che stakeholder e decision-making devono assumere per tentare di invertire il lento declino della professione:

  • Personale e reclutamento: creare un bacino di infermieri qualificati e garantire rapporti di personale sicuri in tutte le unità.
  • Stipendi e benefit competitivi: offrire stipendi che rispecchino il ruolo essenziale degli infermieri e che favoriscano la fidelizzazione a lungo termine.
  • Iniziative per l’equilibrio tra lavoro e vita privata: introdurre orari flessibili, spazi di riposo e risorse dedicate alla salute mentale.
  • Leadership e comunicazione: formare i manager affinché sappiano guidare con empatia, rispetto e trasparenza.
  • Credenziali semplificate: rimuovi gli ostacoli burocratici che ritardano l’assunzione e aumentano la fatica amministrativa.

 “Il futuro dell’assistenza sanitaria dipende dal benessere dei nostri infermieri. Dobbiamo creare un sistema in cui si sentano ascoltati, valorizzati e incoraggiati a prosperare, non solo a sopravvivere” è quanto afferma Martins.

Battuta infelice, ma sembra che nemmeno gli infermieri USA abbiano trovato l’America…

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

  • Report Beyond the Bedside: The State of Nursing in 2025“. Cross Country [Link]

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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