Infermiera lascia tutto per una nuova vita in Giappone

Katy Marshall è un’infermiera neozelandese che, stanca del lavoro in ambito sanitario, ha avuto il coraggio di prendersi una pausa dalla professione e trasferirsi in Giappone con la figlia, scegliendo di cambiare vita e dedicarsi all’insegnamento dell’inglese.

La sua esperienza può risultare interessante anche per gli infermieri italiani: chissà che qualcuno non trovi l’ispirazione per insegnare la nostra lingua all’estero, in qualche angolo del mondo.

La storia di Katy Marshall

Nell’intervista pubblicata su Stuff.com Katy Marshall racconta che l’idea è nata quasi per caso, grazie al suggerimento di sua sorella di candidarsi al programma JET (un programma istituzionale per gli stranieri che vogliono trasferirsi in Giappone) : da lì è iniziato un nuovo capitolo della sua vita.

Da un anno Katy vive a Tanegashima, una piccola isola subtropicale nel sud del Giappone di appena 30mila abitanti, conosciuta per il suo centro spaziale giapponese e per le bellezze naturali che la rendono unica: “la natura compensa ampiamente: le spiagge tropicali, le barriere coralline con acque turchesi e la lussureggiante foresta pluviale la rendono un luogo ideale in cui vivere.

Per quanto possa sembrare idilliaco, di certo, l’impatto con una nuova realtà non è mai semplice.

Lei e sua figlia sono arrivate senza conoscere quasi nulla della lingua, ma grazie al sostegno del programma e all’aiuto della comunità locale sono riuscite a orientarsi: dall’appartamento alla scuola della bambina, fino alle infinite newsletter scolastiche da decifrare (immaginate tutto scritto in giapponese).

Vista dell’oceano e della costa di Tanegashima attraverso l’apertura di una grotta sul mare
Foto delle spiagge di Tanegashima nel sud del Giappone – Foto Credit Canva.com Versione Pro

Fortunatamente la comunità si è dimostrata accogliente e paziente, aiutandole a sentirsi meno estranee e oggi Katy lavora come assistente di lingua in undici scuole distribuite nella parte settentrionale dell’isola.

Uno dei grandi vantaggi della sua nuova vita è la vicinanza all’oceano, sembra volerci fare schiattare dall’invidia quando racconta: “Vivere così vicino all’oceano è sicuramente il vantaggio più grande. Adoro poter nuotare quasi ogni giorno, per non parlare di tutto il sashimi fresco. Oltre a questo, l’opportunità di immergerci completamente in un’altra cultura e in una lingua diversa è stata inestimabile.

Anche per sua figlia questa esperienza sembra stupenda: si è adattata al sistema scolastico giapponese, ha stretto nuove amicizie e sta imparando la lingua con una rapidità sorprendente per le possibilità della madre.

Certo, non mancano le difficoltà: vivere in un contesto rurale può essere isolante, soprattutto quando la barriera linguistica pesa.

Ma i costi ridotti della vita sull’isola, un appartamento con due stanze costa circa 75 euro al mese, le permette di vivere serenamente e di risparmiare, pur continuando a viaggiare con sua figlia.

È molto consapevole della sua fortuna: “So che se vivessimo in un posto più urbano in Giappone, la storia potrebbe essere diversa, quindi mi sento molto fortunata ad essere stata assegnata qui.“.

Nel tempo libero, Katy ama approfittare delle festività per esplorare il Paese, anche se sembra che il mare resta sempre il suo punto di riferimento: ha comprato una tavola da surf e ha deciso che, per tutto il tempo che resterà in Giappone, il suo obiettivo sarà imparare a cavalcare le onde.

Lasciare l’Italia o lavorare sul territorio?

Se sei stanco dei turni in ospedale, dei riposi saltati e della vita scandita dal reparto, prima di pensare di lasciare l’Italia potresti valutare un’alternativa: lavorare sul territorio.

Nei prossimi anni saranno sempre più richiesti migliaia di Infermieri di Famiglia e di Comunità, una figura innovativa e destinata a diventare centrale nell’assistenza. Vale quindi la pena considerare una formazione specifica in questa direzione.

A ragione di ciò, e per approfondire il tema, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon la lettura è consigliata a chiunque disponga di abbastanza interesse per fare la differenza sul territorio.

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Costruire ben-essere nella comunità locale

Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.

 

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