Un sanitario su tre ha problemi di salute mentale. Qualcuno pensa persino al suicidio

Dario Tobruk 13/10/25
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Un sanitario su tre ha problemi di salute mentale. È questo il dato allarmante emerso dal report Mental Health of Nurses and Doctors (MeND) dell’OMS Europa, che fotografa una realtà ormai impossibile da ignorare: medici e infermieri europei vivono una condizione di crescente disagio psicologico, alimentata da carichi di lavoro insostenibili, turni infiniti e continue esposizioni alla violenza.

Una crisi silenziosa che non riguarda solo chi lavora in sanità, ma la tenuta stessa dei sistemi sanitari europei.

Perché aumenta vertiginosamente l’insoddisfazione e la mancanza di senso

Lo denunciamo da molto tempo e finalmente anche le istituzioni europee iniziano a considerare l’idea che il personale della sanità non sia un organismo resiliente a prescindere da qualsiasi condizione di lavoro.

Ciò che per anni ha funzionato in un contesto sociale completamente diverso (economia in crescita, sogno americano in piedi, costo della vita stabile e vantaggioso) da quello odierno (continue crisi economiche, sociali, geo-politiche e ambientali) oggi mostra pienamente il suo aspetto patologico.

In sintesi, i professionisti sanitari hanno mantenuto per decenni alti livelli di produttività sulla base di un contratto sociale che prevedeva, da parte della società, uno stipendio adeguato, una certa riconoscibilità e un ruolo definito per sé (“essere infermiere”, “essere medico”).

Quando la società ha disatteso unilateralmente quel contratto dopo la pandemia, non riconoscendo l’enorme sacrificio compiuto dai sanitari in quegli anni ma ripagandoli con un crescendo di violenza e odio sociale, quel contratto ha perso valore.

Senza quel contratto, senza la promessa di un beneficio corrispettivo, il lavoro perde di senso.

E senza un senso ai propri sforzi, senza una valida narrazione, tutto crolla. Per alcuni, crollare significa sviluppare ansia, depressione o persino pensieri suicidari.

È quanto emerso dalla ricerca Mental Health of Nurses and Doctors (MeND), uno studio condotto dall’OMS Europa su oltre 90 mila infermieri e medici di 29 nazioni europee: la più ampia indagine mai realizzata nel continente sul benessere psicologico di chi lavora in sanità.

I risultati, diffusi in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, delineano un contesto difficile in cui i professionisti sanitari devono operare quotidianamente: violenza, turni infiniti, carichi di lavoro insostenibili (leggi il nostro articolo denuncia).

Il risultato dell’indagine è, pertanto, lapidario: un sanitario su tre presenta sintomi di depressione o ansia, mentre uno su dieci riferisce pensieri suicidari, come “sarebbe meglio essere morto” o il desiderio di farsi del male.

Un sanitario su tre ha problemi di salute mentale

Come abbiamo detto, un sanitario su tre presenta sintomi di depressione o ansia. Statisticamente, quindi, il personale sanitario registra un tasso di depressione cinque volte superiore rispetto alla popolazione generale.

Inoltre, una piccola quota, compresa tra il 3 e il 6%, manifesta problemi di abuso di alcol, mentre l’esposizione alla violenza riguarda quasi tutti, raggiungendo in media il 77% nei Paesi europei.

È un peso inaccettabile per chi si prende cura della nostra salute” – ha dichiarato Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa – “La crisi della salute mentale tra gli operatori sanitari è una crisi della sicurezza sanitaria stessa. Occorre agire subito, introducendo la tolleranza zero contro la violenza, riducendo i carichi di lavoro e investendo nel personale e nelle nuove tecnologie”.

L’OMS invita i governi europei a considerare la salute mentale del personale sanitario una priorità strategica, al pari della sicurezza dei pazienti.

Perché un sistema sanitario fragile comincia sempre da chi, ogni giorno, ne sostiene il peso.

Non siamo inermi contro le aggressioni

Un’altra arma di cui disponiamo ogni giorno contro le aggressioni è la conoscenza: dei nostri diritti, delle modalità di tutela e delle misure di sicurezza a disposizione degli infermieri e degli altri professionisti sanitari.

Per questa ragione vi invitiamo a consultare il testo La tutela contro le aggressioni agli operatori sanitari dell’Avvocato penalista Fabio Piccioni, che ci introduce, con estrema chiarezza e competenza, nel mondo delle disposizioni normative a tutela della nostra salute e integrità, sia fisica che mentale.

Disponibile sia su MaggioliEditore.it che su Amazon.it, è uno strumento da prendere seriamente in considerazione da chi ogni giorno si scontra con il fenomeno delle aggressioni e vuole dire basta a questo continuo supplizio.

L’informazione è potere, e questo testo ne fornisce in abbondanza.

Scopri come tutelarti dalle aggressioni

FORMATO CARTACEO

La tutela contro le aggressioni agli operatori sanitari

Oggi i giornali, le tv, il web e tutti i media li chiamano “i nuovi eroi”.Eppure, da tempo è nota a livello mondiale una nuova emergenza sociale: la violenza contro di loro, la violenza nei confronti degli operatori sanitari.Ogni giorno, sono dati forniti dall’Inail, in Italia si verificano infatti ben 3 episodi di violenza contro gli operatori sanitari, comprensivi di intimidazioni e molestie.I principali fattori di rischio si rinvengono negli atteggiamenti negativi dei pazienti nei confronti degli operatori, nelle aspettative dei familiari, e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza.Varata in piena pandemia da Covid-19, la legge 14 agosto 2020, n. 113, “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, tenta di rispondere all’esigenza di sicurezza avvertita dal personale medico-sanitario, e contiene varie misure sia a livello sanzionatorio sia a livello educativo e preventivo.Viene inoltre introdotta un’ipotesi speciale del delitto di lesioni personali, una nuova circostanza aggravante comune, in presenza della quale i reati di lesioni e percosse diventano procedibili d’ufficio, e una sanzione amministrativa.Per rispondere, nell’immediatezza, alle esigenze innanzitutto di praticità degli operatori, il volume presenta un primo commentario e una dettagliata e accurata analisi della legge n. 113/2020, e tenta altresì di prefigurare le ricadute derivanti dall’impatto delle nuove disposizioni nel tessuto normativo del sistema.Fabio PiccioniAvvocato del Foro di Firenze, Patrocinante in Cassazione. LLB presso University College of London, è Docente di Diritto penale alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della Facoltà di Giurisprudenza, Coordinatore e Docente di master universitari e corsi di formazione. Giornalista pubblicista, è autore di pubblicazioni e monografie in materia di Diritto penale e amministrativo sanzionatorio.

 

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Raccomandazioni agli stati da parte dell’OMS

Il report MeND propone inoltre una serie di raccomandazioni rivolte agli Stati partecipanti, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della salute mentale dei professionisti sanitari.

Sembra ovvio dirlo, anche di fronte al fatto che un sanitario su tre ha problemi di salute mentale: è necessario un cambio di paradigma sociale su come i sanitari devono essere trattati, poiché proteggere chi cura è una condizione indispensabile per garantire la tenuta dei sistemi sanitari su cui si fondano le società stesse (come la pandemia ha dimostrato).

Queste raccomandazioni sono:

  • Tolleranza zero verso la violenza: introdurre politiche rigorose contro ogni forma di violenza, bullismo o molestia e promuovere ambienti di lavoro sicuri e rispettosi.
  • Gestione e riduzione del carico di lavoro e degli straordinari: limitare le ore di lavoro eccedenti, garantire pause quotidiane, riposi settimanali e periodi di ferie annuali. È inoltre necessario rafforzare gli organici e prevenire il sovraccarico cronico.
  • Leadership consapevole: promuovere una leadership empatica e attenta ai problemi dei team, capace di riconoscere e affrontare precocemente i segnali di disagio manifestati dai professionisti sanitari.
  • Work–life balance: favorire un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata, migliorare la gestione e la prevedibilità dei turni, aumentando il controllo individuale sulla propria turnazione.
  • Accesso ai servizi di supporto psicologico: garantire la disponibilità di servizi di supporto psicologico per tutto il personale sanitario e promuovere programmi di prevenzione e intervento precoce.
  • Monitoraggio trasparente: valutare periodicamente lo stato di salute mentale del personale sanitario e utilizzare i dati raccolti per orientare e modulare in modo mirato le politiche di tutela esistenti o future.

L’obiettivo generale è rendere la salute mentale una priorità strategica per la sanità europea, riconoscendo nella salute e nel benessere del personale sanitario le fondamenta della salute e del benessere delle società stesse, della sicurezza dei pazienti e della sostenibilità dell’intero sistema sanitario europeo.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Scarica il report MeND sulla salute mentale dei professionisti sanitari

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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