Non è ancora arrivato che già divide: Assistente Infermiere porta il Nursing Up vs FNOPI al Tar Lazio

Non è ancora arrivato, che già divide l’infermieristica tra chi sostiene e chi combatte questa nuova figura: l’Assistente Infermiere porta il Nursing Up e la FNOPI a confrontarsi attraverso il Tar Lazio.

Un decreto contestato, un’aula di tribunale. Il DPCM che istituisce l’assistente infermiere ha acceso un conflitto senza precedenti tra sindacati e ordini professionali.

Mentre Nursing Up porta il caso davanti al TAR del Lazio, denunciando il rischio di un depotenziamento della professione infermieristica, FNOPI si costituisce in giudizio per difendere l’accordo istituzionale.

Al centro dello scontro: formazione, qualità delle cure e gestione del personale in un sistema sanitario che continua a fare i conti con la carenza cronica di infermieri. Non è solo una disputa tecnica, ma una sfida aperta sul futuro della professione.

FNOPI vs Nursing Up sull’assistente infermiere

La FNOPI ha deciso di costituirsi ad opponendum nel procedimento avviato dal sindacato Nursing Up contro il DPCM che recepisce l’Accordo Governo-Regioni sulla nuova figura definita assistente infermiere. La fonte è contenuta in una nota del sindacato stesso.

Lo scontro approda al TAR del Lazio luogo di deposito del procedimento da parte del sindacato, ma il terreno è tutto politico e culturale: non è in gioco solo una figura professionale, ma l’identità stessa dell’infermieristica italiana.

Difendere la professione — è quanto afferma Antonio De Palma, Nursing Up — significa proteggere formazione, competenze e sicurezza delle cure. Ecco perché ci opponiamo: il ricorso è una richiesta chiara di investimenti strutturali, non un no a priori“.

Secondo il sindacato, la figura dell’assistente infermiere rischia di diventare una risposta frettolosa alla carenza cronica di personale, aggirando la questione del sottofinanziamento e della mancata valorizzazione degli infermieri laureati.

Non perderti il meglio di Dimensione Infermiere!


Vuoi rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo infermieristico e sanitario? Iscriviti alla nostra newsletter.

Riceverai direttamente nella tua casella di posta news, attualità sul mondo infermieristico e sanitario, articoli scientifici, approfondimenti professionali, interviste esclusive, podcast e contenuti inediti pensati per te. Formazione, concorsi, esercizio professionale, eventi, ECM e molto altro: tutto in un’unica newsletter per supportarti nella tua crescita professionale.

🔗 Iscriviti ora e unisciti alla nostra community di professionisti dell’assistenza!

Iscriviti alla newsletter

Si è verificato un errore durante la tua richiesta.

Autorizzo l’invio di comunicazioni a scopo commerciale e di marketing nei limiti indicati nell’informativa.

Presto il consenso all’uso dei miei dati per ricevere proposte in linea con i miei interessi.

Cliccando su “Iscriviti” dichiari di aver letto e accettato la privacy policy.

Iscriviti

Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Assistente infermiere al Tar Lazio

La contestazione non è nuova. Nursing Up aveva già criticato l’accordo istitutivo, evidenziando la pericolosità di attribuire attività sanitarie, anche se supervisionate, a soggetti con percorsi formativi non equiparabili alla laurea triennale in infermieristica.

Il timore? Che questa nuova figura venga utilizzata come tappabuchi, e non come parte di una strategia coerente per rafforzare la sanità pubblica.

Il sindacato non nasconde il tono di sfida: “Non è solo una battaglia legale, è una difesa della professione. Andremo avanti finché non arriveranno risposte serie, sul piano delle assunzioni, delle carriere, e della qualità dell’assistenza“.

Sul fronte opposto, FNOPI ha scelto di intervenire nel procedimento, evidentemente per difendere il quadro delineato dall’Accordo istituzionale che probabilmente comprende anche l’istituzione dell’infermiere con formazione magistrale e competenze specialistiche.

Una mossa che certifica il profondo scollamento tra rappresentanza ordinistica e sindacale, e che rischia di dividere ulteriormente una categoria già messa a dura prova da turni impossibili, burnout e un inquadramento giuridico non allineato alle reali responsabilità cliniche.

Chi ha davvero a cuore la sicurezza dei pazienti dovrebbe rispondere con fatti, non con scorciatoie.

E forse la vera domanda da porsi non è chi può fare l’infermiere, ma perché in Italia sempre meno persone vogliono farlo.

Redazione Dimensione Infermiere

Redazione di Dimensione Infermiere
Portale dedicato all’aggiornamento del personale infermieristico: clinica, assistenza, tecniche e formazione.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento