Aumenti agli infermieri: stipendi più alti, ma resta il malcontento

Redazione 29/04/25

Con il nuovo contratto gli infermieri avranno aumenti medi di 172 euro lordi, ma sindacati e lavoratori denunciano: “Non basta, servono più tutele”.

In arrivo il contratto collettivo 2022-24

Si avvicina la firma del nuovo (già vecchio) contratto collettivo 2022-2024 per il comparto Sanità, ma non senza tensioni.

Gli infermieri attendono aumenti medi di 172 euro lordi al mese, cifra ritenuta insufficiente dai principali sindacati come Cgil, Uil e Nursing Up, che continuano a chiedere incrementi più adeguati all’inflazione degli ultimi anni.

Dopo una lunga fase di stallo, le trattative con l’Aran (agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) dovrebbero riprendere con l’obiettivo di chiudere l’accordo entro maggio, per garantire gli aumenti in busta paga da ottobre 2025.

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Gli aumenti non basteranno

Il problema principale? L’aumento proposto, pari a circa il 6,8%, non recupera la perdita di potere d’acquisto registrata negli ultimi anni, vicina al 17% a causa dell’inflazione registrata in questi ultimi anni.

Si rischia così di rinnovare un contratto già scaduto senza garantire un reale miglioramento salariale, in un settore come quello infermieristico già gravemente colpito da carenze di personale e condizioni lavorative difficili.

Oltre alla questione salariale, il nuovo contratto prevede anche alcune novità normative. Si parla di settimana corta, riduzione dei turni e esenzioni dai turni notturni per i lavoratori con maggiore anzianità.

Altra novità importante: forme di supporto psicologico per il personale sanitario vittima di aggressioni, fenomeno purtroppo sempre più frequente nei Pronto Soccorso italiani.

Sul fronte sindacale, mentre Cgil, Uil e Nursing Up spingono per ulteriori miglioramenti, altre sigle come Cisl, Fials e Nursind – che rappresentano circa il 47% dei lavoratori – si sono dette pronte ad accettare l’offerta dell’Aran, pur di chiudere rapidamente la trattativa.

Infermieri: professione in crisi

Nel frattempo, gli infermieri italiani continuano ad essere tra i meno pagati in Europa, una situazione che contribuisce all’emorragia di professionisti verso l’estero.

Un paradosso per una categoria fondamentale, che chiede da anni non solo aumenti dignitosi, ma anche il riconoscimento pieno delle proprie competenze e del proprio ruolo centrale nel sistema sanitario nazionale.

La partita resta aperta: i prossimi incontri saranno decisivi per capire se davvero gli infermieri italiani potranno vedere finalmente riconosciuti i loro diritti, o se ancora una volta dovranno accontentarsi di promesse insufficienti.

Redazione

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