Durante un’intervista a Che tempo che fa, il virologo Roberto Burioni ha acceso i riflettori su un dato preoccupante: per la prima volta, quest’anno, non sono stati coperti tutti i posti disponibili nei corsi di laurea in Infermieristica.
“Chi ci cura?”, si è chiesto ad alta voce, rilanciando, insieme a Fabio Fazio, l’urgenza di affrontare quella che definiscono senza mezzi termini “un tema enorme”. Ma a far discutere non è solo il merito, quanto la forma: Burioni ha parlato di “scuole per infermieri”, espressione che a molti professionisti è suonata offensiva.
E mentre lui prova a smorzare con una citazione accademica, il pubblico social non lo perdona.
“Chi ci cura?” ma poi scivola su “scuole per infermieri”
Il Prof. Roberto Burioni, virologo di spicco nel panorama sanitario italiano e volto ricorrente del dibattito mediatico nazionale, intervistato da Fabio Fazio durante il programma serale Che tempo che fa, ha commentato tra le “cattive notizie della settimana” un dato già più volte segnalato anche da noi: “Se parliamo di politica… per la prima volta quest’anno non sono stati coperti tutti i posti disponibili nelle scuole per infermieri.”
Un’affermazione seguita da una domanda tanto semplice quanto inquietante: “Chi ci cura?”
Burioni e Fazio si trovano d’accordo: il problema non è marginale. È, come dichiarano in sincrono, “un tema enorme.”
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“Scuole per infermieri”: colleghi infiammati sull’uso dei termini
La risposta sui social è, ancora una volta come ci si aspettava, divisa: da un lato chi è d’accordo, dall’altro, infermieri in primis, chi rimprovera a Burioni una certa superficialità nel definire la formazione universitaria infermieristica come “scuole per infermieri”.
Pronto, come sempre, a rispondere a tono, è lo stesso Burioni a replicare pubblicando uno screen in cui cita il professor Duillo Manara, direttore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche, quasi a voler chiarire di riconoscere pienamente il valore e il profilo degli infermieri.
A sostegno, alcuni utenti rilanciano il fatto che anche per i medici si parla comunemente di “Scuole di Medicina e Chirurgia”, chiudendo, almeno in teoria, la polemica.
Gli infermieri sono figure importantissime e non possiamo farne a meno. E' dimostrato che dove gli infermieri sono pochi, la mortalità si impenna. Gli infermieri mancano e mancheranno ancora di più. Bisogna fare qualcosa. #CTCF https://t.co/xCl8CUoCXe
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 5, 2025
Sui social è polemica: dalla carenza alla terminologia
Ma la macchina dei social, si sa, non si arresta facilmente. E un lungo elenco di oppositori continua a contestare quella che considerano una caduta di stile.
A nulla è servito il rilancio dell’intervista su X, accompagnato da un appello ulteriormente esplicito: “Gli infermieri sono figure importantissime e non possiamo farne a meno. È dimostrato che dove gli infermieri sono pochi, la mortalità si impenna. Gli infermieri mancano e mancheranno ancora di più. Bisogna fare qualcosa.”
Per una volta avremmo potuto guardare alle intenzioni e lasciare che il messaggio emergesse dalla sostanza, al di là della forma.
Tutti possono sbagliare. Burioni, va detto, spesso sbaglia forma comunicativa.
Ma stavolta, almeno, l’intenzione di sollevare un problema reale, ricordiamolo: “è un tema enorme” e comunque più di chiunque altro stia facendo davvero la politica e merita di essere riconosciuto.
Inoltre, Burioni si è, ai tempi, concesso ad un’intervista per Dimensione Infermiere e per questo apprezziamo il suo continuo sforzo di fare della sanità un punto centrale della discussione politica nazionale.
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