Cammarosano (Nursind): “abbiamo il dovere morale di vaccinarci!”

Redazione 20/08/21
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata alla nostra redazione di Pompeo Cammarosano, segretario del Nursind Brescia su un argomento annoso sulla difesa dei sanitari no-vax e la presa di posizione di un sindacato che conferma la sua linea: l’obbligo vaccinale non è solo una legge, è un dovere morale e professionale.


Liberté, Égalité, Fraternité

A fine Settecento, i Francesi cambiavano per sempre, il corso della propria storia e di quella di tutta l’umanità, rovesciando e facendo rovesciare dai troni le monarchie assolute, al grido di libertà, uguaglianza e fratellanza.

Nel 2021, invece, nascono movimenti sindacali, che sostengono dei nuovi principi che cambieranno nuovamente il corso della storia con la difesa della democrazia sanitaria e della tutela della circolazione delle persone.

Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.   Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Profes­sore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Uni­versità di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Me­dicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Me­dicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.

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Solo, poco più di un anno fa, vedevamo Brescia tra le prime città italiane per morti Covid e le strade di Bergamo, attraversate dai camion militari, pieni di bare di morti per il Covid.
Momenti tragici ed immagini terribili! A quell’epoca, tutti non vedevano l’ora, che si scoprisse uno straccio di vaccino.

Oggi, che i vaccini ce li abbiamo, tanto che c’è l’imbarazzo della scelta, invece, la gente, rivendica il diritto dei cittadini all’autodeterminazione sanitaria, diritto che non è scritto da nessuna parte, poiché l’unico articolo che parli di autodeterminazione dei popoli è l’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite, che riconosce il diritto di scegliersi il proprio sistema di governo (autodeterminazione interna) e di essere liberi da ogni dominazione esterna (in particolare dal dominio coloniale).

In Italia, ci sembra di vivere, ancora in uno stato democratico anche dal punto di vista sanitario e che l’obbligo vaccinale, previsto dal nostro Legislatore, con la Legge n. 76/2021 di conversione del D.L. 44/2021, derivi ancor prima dalla Costituzione della Repubblica Italiana, dove all’ articolo 32, è previsto che: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La legge, che ha reso il vaccino antiCovid obbligatorio per i sanitari, in quanto categoria più esposta al rischio Covid, non ci sembra, che violi i limiti del rispetto della persona umana.

Anzi, al contrario, è chi impugna la Costituzione, a proprio uso e consumo, che viola il rispetto dei cittadini che, vaccinandosi, osservano le leggi e la Costituzione. In uno Stato di diritto, le leggi vanno rispettate e fatte osservare, per cui chi le segue, è nel giusto, chi no, invece, non lo è e per questo sottoposto a sanzione.

Questi nuovi paladini delle libertà, anziché fare i virologi ed i difensori delle libertà, come quella di circolazione delle persone, andassero a vedere le statistiche ed i numeri attuali, dei pazienti che, sono ricoverati nei reparti Covid e nelle Terapie Intensive, per rendersi conto, che si tratta di pazienti o non vaccinati con forme gravi o se vaccinati, con forme lievi di Covid.

Già, perché questa gente, che non vuole vaccinarsi, non ha provato o se l’ha provato, sulla propria pelle (come lo scrivente che si è ammalato a marzo 2020, guarito e vaccinato non senza se e senza ma), ha rimosso, cosa vuol dire ammalarsi di Covid e finire ventilato, intubato e pronato in un letto di Terapia Intensiva.

Gli slogan “Pace, Amore e Libertà”, “Tra il sì ed il no c’è di mezzo il free”, sono belli per carità ma non ci hanno salvato né ci salveranno dal Covid. Per il rispetto di tutti quei sanitari morti sul campo, abbiamo, il dovere morale di vaccinarci, unico modo per onorare la loro memoria ed evitare, che altri colleghi si ammalino e muoiano di Covid.

Lasceranno il tempo che trovano, sperando che non lascino anche altri morti sul campo, gli incantatori di popoli, che parlano bene e razzolano male, poiché per fare la buona storia, alla base delle proprie idee ed azioni, ci deve essere, sempre, una base di sana onestà intellettuale, raccontando alle masse, le proprie esperienze di vita e lavorative, vissute per davvero, durante i mesi del Covid e non quelle studiate ad effetto per intenerire e fare presa sui propri followers.

Visto che, esistono sindacati, che per ottenere visibilità, si attaccano a qualsiasi pretesto, come Nursind, non apparteniamo a quel genere e non ci sentiamo di tutelare, se non per motivate ragioni mediche, chi ha deciso di non vaccinarsi, mettendo a rischio la propria salute e quella degli altri e subendone le legittime conseguenze come del la sospensione dello stipendio.

Da sanitari, sappiamo benissimo che non esisterà mai la certezza matematica delle cure e che ad ogni trattamento terapeutico, corrisponderanno sempre degli effetti indesiderati ma non per questo la scienza medica dovrà rinunciare a progredire. Bisogna capire sempre qual è il prezzo che vale la candela, soprattutto se quella candela è una vita umana.
Non ce la sentiamo di assumerci la responsabilità morale e sindacale di difendere chi ha rifiutato di vaccinarsi.

Se non ci si sente rappresentati da un sindacato che rispetta le leggi e si vuole essere rappresentati da chi non osserva le leggi e la Costituzione, promettendovi la democrazia sanitaria e la libertà di circolazione, ci si senta liberi di fare le proprie scelte ma non vengano dimenticate, tutte quelle scene di pazienti, che nel giro di 48 ore, si congedavano da noi e che gridano ancora vendetta!

Quelle morti non siano morti inutili e se il vaccino, rappresenta un barlume di speranza, per vendicarle, quella flebile fiammella merita di essere alimentata anche con tanti se e ma!
Un sindacato che tuteli sanitari, che rifiutino di vaccinarsi, non tutela alcun diritto, non esistendo alcun diritto dei lavoratori sanitari a non vaccinarsi ad ora, ma solo
un obbligo a vaccinarsi legalmente (Legge n. 76/2021 di conversione del D.L. 44/2021) e costituzionalmente (articolo 32).

Sarà un giorno, eventualmente, la Corte Costituzionale a dichiarare questa legge che obbliga i sanitari a vaccinarsi illegittima ma fino ad allora, è legittima poiché nessuno di noi, ha una qualche autorità per decidere sulla legittimità di un atto legislativo.

Autore: Pompeo Cammarosano, Segretario Nursind Brescia

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