È ora di superare la ricerca del colpevole in sanità. La proposta dell’Anaao Assomed: adottare in Italia il sistema francese “no fault” per proteggere pazienti e professionisti sanitari, superando la logica della colpa.
Senza colpa non vuol dire senza responsabilità
Superare la logica della colpa medica per tutelare più efficacemente pazienti e professionisti sanitari. È stata questa la proposta dell’Anaao Assomed, presentata a Roma durante il convegno “Ma che colpa abbiamo noi. I confini della responsabilità professionale in sanità”. Il sindacato ha lanciato un appello per adottare anche in Italia il modello francese “no fault”, senza colpa.
“Non chiediamo sconti, ma un sistema più equo”, ha dichiarato il Segretario Pierino Di Silverio. “Molti paesi europei hanno già abbandonato il principio del risarcimento legato alla colpa, sostituendolo con l’indennizzo. In questo modo il paziente riceve un riconoscimento economico senza dover dimostrare l’errore clinico” garantendo la tutela di tutte le figure coinvolte, inclusi medici, infermieri e altri operatori sanitari che potrebbero essere coinvolti.
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Visto i continui momenti di alienazione dalla dura realtà che colpiscono le dirigenze sanitarie, sempre più in difficoltà nella corretta gestione delle risorse umane, del personale infermieristico e sanitario in generale, è fondamentale restare aggiornati su come tutelarsi dalle procedure disciplinari all’interno delle aziende sanitarie.
Il manuale di Mauro Di Fresco, infermiere, docente e avvocato dal titolo “Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie” Edizione Maggioli, offre una guida completa per conoscere e difendere i propri diritti professionali di fronte alla dirigenza.
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Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie
La giurisprudenza ha voluto spiegare la relazione umana e contrattuale che lega l’operatore al paziente e viceversa, coniando un nuovo termine: contatto sociale. Le professioni sanitarie consistono in attività delicate, che purtroppo, ora più frequentemente, incidono nella sfera personale del paziente e soprattutto nei suoi interessi primari, come è appunto la salute. L’attrito che ne può derivare, al di là delle capacità di gestione del professionista, finisce spesso nel contenzioso, che dapprima viene affrontato dalla stessa Azienda sanitaria, alla quale interessa primariamente la soddisfazione dell’utente. Per questo motivo, il professionista si trova ad affrontare delle accuse di negligenza, di imperizia o di imprudenza che si sviluppano in molti modi ma che potrebbero incidere anche definitivamente sul suo futuro professionale. Lo stress, il senso di abbandono e di disarmo che investono l’operatore innocente durante le fasi disciplinari sono perlopiù prodotti dal timore di veder macchiata la propria reputazione con effetti deleteri sull’autostima e sull’eterostima. Inoltre, l’ignoranza del diritto disciplinare è un catalizzante della paura che impedisce al lavoratore di difendersi pienamente dalle accuse perché paralizza ogni possibilità di reazione. Quest’opera è stata realizzata per offrire alle professioni sanitarie un utile strumento di conoscenza e, quindi, di difesa. per comprendere pienamente le regole del sistema così da poterlo gestire in maniera produttiva e, comunque, nel senso della verità e della giustizia. La conoscenza del diritto impedirà una strumentalizzazione della procedura disciplinare affinché non diventi un momento di ritorsione e di punizione per fatti estranei alle accuse. Mauro Di Fresco Insegna Diritto Sanitario ai master infermieristici di I e II livello della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma. Alla Seconda Facoltà (Ospedale Sant’Andrea) insegna Diritto del Lavoro Sanitario al Corso di Laurea Magistrale in Infermieristica. È relatore di diversi corsi ECM di carattere nazionale, responsabile del link Diritto Sanitario nella rivistaLa Previdenzae scrive anche su Studio Cataldi, Diritto e Diritti, Infoius.it. È consulente legale nazionale di diversi sindacati che operano nel comparto Sanità e nella Dirigenza Medica oltre che in 52 Associazioni di pazienti.
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Colpa medica: i vantaggi del modello francese
Secondo l’Anaao, il modello francese offre numerosi vantaggi:
- riduce lo stress psicologico sugli operatori sanitari, che lavorano spesso sotto la minaccia di contenziosi legali;
- favorisce una relazione più trasparente e collaborativa tra i professionisti e i pazienti;
- riduce i costi legali e alleggerisce il carico sui tribunali;
- incentiva la formazione continua e l’adozione di protocolli più rigorosi, promuovendo una cultura della prevenzione dell’errore;
- e protegge la reputazione dei professionisti da procedimenti sommari basati su singoli episodi.
“In Francia –prosegue Di Silverio – nel 98% dei casi le richieste vengono accolte da una commissione competente. Il paziente riceve un indennizzo certo e in tempi rapidi, senza intentare causa. Una soluzione che alleggerisce le procedure, garantisce giustizia e riduce il contenzioso”.
Considerato che in Italia, la gran parte delle azioni legali intentate dai pazienti in sanità si concludono con un proscioglimento o un’assoluzione, con il 95% dei procedimenti penali per lesioni personali colpose che non portano a una condanna, avrebbero da guadagnarci sia pazienti che sanitari.
Ma in Italia, invece, la situazione resta in stallo. “La riforma della responsabilità professionale nel nostro paese è ferma. Non si è visto alcun passo avanti concreto. E questo alimenta un clima di sfiducia e timore nei reparti, più che di collaborazione e crescita. Non chiediamo impunità, ma un sistema capace di riconoscere e gestire gli errori in modo equo, senza criminalizzare chi ogni giorno si dedica alla cura e alla tutela della salute” ha concluso Di Silverio.
Un tema quella della colpa medica che accomuna medici, infermieri e altri professionisti sanitari che ogni giorno devono compiere il miracolo di prendersi cura di un paziente e di agire contemporaneamente come se ad osservarli fosse un giudice.
Un fantasma sulla testa dei sanitari che costa 10 miliardi di euro in medicina difensiva e che potrebbe riportare in sanità notevoli risorse da sfruttare in un modo migliore, ad esempio salari e condizioni di lavoro decenti per tutti.
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