In coma da mesi: infermiere accompagnano con le canzoni di Ultimo

Dario Tobruk 03/11/25

Ha del magico la storia che emerge in questi giorni, qualcosa che anticipa la speranza di un migliore spirito natalizio in questo autunno così opprimente. La storia viene raccontata dall’intervista alla madre di Chiara, una ragazza che, dopo un incidente a cavallo, è rimasta in coma per mesi, ricoverata presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

La storia di un’infermiera del reparto di Terapia Intensiva dove era ricoverata la ragazza che, secondo le parole della madre, “Non sapevamo se si sarebbe mai svegliata, né in quali condizioni“, le consiglia di metterle un po’ di musica. E come farebbe qualsiasi madre che ama una figlia in difficoltà, le mette un concerto del suo artista preferito Ultimo.

Da quel giorno di giugno, la musica dell’artista Ultimo non ha mai smesso di diventare il sottofondo costante del reparto, un modo per accompagnare la figlia, ma anche per dare un filo di speranza alla madre e persino alle colleghe che avevano preso a cuore la loro paziente.

Finiva e lo rimettevamo da capo – ricorda Maria Laura, la madre di Chiara -. Cantavamo insieme alle infermiere, per non crollare. E speravamo che Chiara ci sentisse, che riconoscesse la voce, che quella musica potesse arrivarle dentro.

La storia di Chiara in coma accompagnata dalla musica di Ultimo

Questa storia non ha la pretesa di associare il risveglio di Chiara alla musica di Ultimo ma andata come è andata, dopo settimane di attesa, i medici hanno deciso di ridurre gradualmente i farmaci per valutare i segnali neurologici di Chiara. È una storia di assistenza, un probabile capolavoro di medicina narrativa.

E i segnali sono arrivati con un messaggio sufficientemente lampante: “Ha iniziato a muoversi. Poi ha aperto gli occhi. Davanti a lei c’era solo uno schermo, con Ultimo che cantava. E in quel momento ha iniziato a muovere le labbra. Non poteva ancora parlare, ma capivamo che stava cantando. Stava cantando le sue canzoni.”.

Chiara stava restituendo alla madre, e a tutte le infermiere che le avevano cantato quella stessa musica che Chiara amava, la risposta a quel profondo dubbio che avrebbe scavato il cuore di ognuno di noi: quella musica, cantata per tutti quei mesi, aveva un senso? Chiara riusciva a sentirla?

Quando abbiamo visto il suo labiale sulle parole delle canzoni, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto. Se riconosceva la musica, significava che la nostra Chiara stava tornando da noi.” è la dichiarazione della madre e da quel momento la musica di Ultimo è rimasta a farle compagnia fino all’ultimo giorno di rianimazione, quando, una volta pronta: “Sorrideva. Non dimenticherò mai quella scena. È stata la musica ad accompagnarla fino alla porta del Reparto di terapia intensiva“.

Gli infermieri e la capacità di monitorare il paziente

In un contesto sanitario sempre più complesso e tecnologicamente avanzato, è fondamentale restare aggiornati sulle pratiche di monitoraggio in area critica. Il manuale “Guida al monitoraggio in area critica”, edito da Maggioli Editore, offre una panoramica completa e pratica per acquisire competenze fondamentali nel monitoraggio dei parametri vitali e nell’interpretazione dei dati clinici, garantendo così un’assistenza infermieristica di alto livello.

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Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

 

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Il regalo a Chiara che si è svegliata con le canzoni di Ultimo

Una storia che non poteva concludersi meglio, ma che ha ancora qualcosa di buono da raccontare: Ultimo, informato di ciò che era successo, non si è tirato indietro e lo scorso 21 ottobre ha deciso di andare a fare visita alla sua giovane fan, e a cantare in Ospedale per tutti i bambini ricoverati.

Questa giornata per me è stata davvero emozionante, perché mi ha riportata indietro di un anno e mezzo, a quel momento in cui mi sono ritrovata a ricominciare da zero e a cercare di andare avanti sono le dichiarazioni, questa volta, di Chiara -. È anche grazie alle canzoni di Ultimo se sono ritornata più forte di prima”.

Una storia che, a nostro avviso, non necessità di essere trasformata in un caso clinico.

Questa volta non ci chiederemo quale è stato il contributo effettivo della musica nel risveglio di una giovane paziente in coma.

Magari questa volta ci godremo una storia a lieto fine.

Una storia di cui abbiamo così tanto bisogno anche noi come infermieri e medici.

Una di quelle in cui non è necessario sapere come si cura una paziente in coma, ma come ci si prende cura di una giovane Persona in difficoltà, della sua famiglia e persino dei propri colleghi.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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