Fine turno: i segni di un infermiere di pronto soccorso

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Nuova bestiale aggressione ai danni di un infermiere di pronto soccorso, denunciata ancora una volta dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, che ha divulgato delle immagini tanto emblematiche quanto inquietanti. Stavolta, il teatro della violenza è stata la clinica Villa dei Fiori (Acerra).


«Ecce Homo!
Asl Napoli 2: aggressione n.10 del 2023
(26 aggressioni totali tra Napoli 1 e Napoli 2 da inizio anno).
Intorno alle ore 16 al pronto soccorso di Villa dei Fiori ad Acerra arriva una paziente con l’ambulanza 118 in codice giallo (dolore toracico) 
i parenti all’esterno hanno iniziato si da subito ad inveire con calci e pugni alla porta di ingresso.

Quando la dottoressa del 118 ha aperto la porta per entrare all’interno dei locali visita, ne hanno approfittato e sono entrati in 10 travolgendo letteralmente l’infermiere (in foto) in prima battuta e dopo tutto il personale.


Non abbiamo parole per lo schifo che pervade la nostra anima alla vista di queste immagini, l’infermiere stamane è uscito di casa sano e ritorna come se avesse fatto 10 round di Mma!

Ministro Piantedosi VOGLIAMO IL POSTO DI POLIZIA ANCHE A VILLA DEI FIORI, NON ESISTONO PRONTO SOCCORSO DI SERIE A E DI SERIE B! 
Asl Napoli 2 Nord».

E l’attrattività professionale seguita a crollare. Inesorabilmente.

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FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino