“In Usl c’è un fuggi fuggi di infermieri, 44 negli ultimi 3 mesi”

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L’allarme lanciato poco più di una settimana fa sembra ora trovare conferme ufficiali: nel periodo dal 31 maggio al 26 agosto, nell’Azienda Usl bolognese sono state registrate ben 96 cessazioni di operatori sanitari, senza alcuna sostituzione. Questo dato allarmante è stato reso noto da Marco Pasquini, segretario generale della Fp Cgil, e Gaetano Alessi, responsabile del comparto sanità Fp Cgil (VEDI Il Resto del Carlino).


Secondo le stime dei sindacalisti, questa situazione potrebbe peggiorare ulteriormente, con la possibilità che entro dicembre altri 150 professionisti lascino il loro posto di lavoro. Questa situazione è particolarmente preoccupante perché potrebbe mettere a rischio i servizi per i cittadini e il benessere dei lavoratori della sanità, spingendoli sempre più a cercare opportunità altrove.

“Senza operatori non c’è sanità”, sottolinea il segretario generale Marco Pasquini. Questa carenza di personale è un problema che colpisce tutti, ma soprattutto le persone più vulnerabili della comunità.


Tra le 96 cessazioni registrate, 39 sono dovute a pensionamenti e 57 sono classificate come uscite verso “altro”, il che significa che alcuni dipendenti potrebbero aver scelto di lavorare in altre Aziende sanitarie o in altre posizioni lavorative. Le categorie più colpite includono infermieri (44), operatori socio-sanitari, tecnici di laboratorio biomedico, ostetriche e vari altri professionisti.

Michele Vaira, segretario aziendale della Cisl Fp, evidenzia un vero e proprio “fuggi fuggi” del personale del comparto, in particolare infermieri e operatori socio-sanitari, che sono insoddisfatti dell’attuale organizzazione e della mancanza di sostituzioni per il turn over.


Massimo Aufieri, responsabile Uil-Fpl per l’Ausl, aggiunge che oltre alla carenza di personale c’è anche una mancanza di pianificazione da parte dell’Azienda.

Nel frattempo, si registra un rallentamento nelle trattative tra sindacati dei medici di medicina generale e la Regione riguardo ai Cau, i centri assistenza in urgenza. Il segretario provinciale Fimmg, Salvatore Bauleo, sottolinea che i professionisti che lavoreranno nei Cau non dovrebbero essere prelevati dalla continuità assistenziale, garantendo così che questa non venga ridotta.


Luca Baldino, direttore generale cura della persona, salute e welfare della Regione, ammette che ci sono alcune criticità nell’applicazione dell’accordo sulla continuità assistenziale e si è concordato di lavorare su soluzioni per superarle. Un prossimo incontro è stato fissato per il 13 ottobre.

Questa situazione mette in evidenza la complessità e le sfide che il sistema sanitario sta affrontando, con l’urgenza di trovare soluzioni a lungo termine per garantire servizi adeguati alla comunità e il benessere dei lavoratori nel settore sanitario. Con quali infermieri? Bella domanda.

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Alessio Biondino

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