Infermiere 44enne accusato di omicidio ad Argenta: giudice conferma la custodia cautelare

Al 44enne infermiere accusato di omicidio è stata confermata la custodia cautelare per il grave rischio di inquinamento delle prove. Un paziente è deceduto in circostanze sospette, il riscontro di altre morti sospette, tracce di miorilassanti sul corpo del deceduto e quattro fiale di Esmeron che mancano dal carrello di emergenza. Atti intimidatori nei confronti dei colleghi.

Un filone parallelo di indagini, relativo a presunti maltrattamenti da parte dello stesso infermiere verso altri pazienti, ne compromette ulteriormente la posizione. In conclusione delle indagini, si attende soltanto il processo.

Sospettato di omicidio volontario, molte prove contro l’infermiere

M.N., infermiere 44enne in servizio presso il reparto di lungodegenza dell’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta (Ferrara), resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario.

A stabilirlo, dopo quasi un mese dal primo fermo, è stato il giudice per le indagini preliminari di Ferrara, che ha confermato la misura cautelare già disposta in precedenza dal gip di Ravenna.

Il caso ruota intorno alla morte sospetta dell’83enne Antonio Rivola, deceduto nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2024.

In seguito alle indagini disposte dalla procura, nel corpo del paziente sono state rinvenute tracce di rocuronio bromuro (Esmeron), un potente miorilassante utilizzato abitualmente solo in ambito anestesiologico e in contesto di intubazione.

Tuttavia, nel turno in cui si è verificato il decesso, non vi erano emergenze cliniche che giustificassero la somministrazione del farmaco, né prescrizioni in cartella clinica che ne autorizzassero l’uso.

Il farmaco, se somministrato in assenza di intubazione o monitoraggio intensivo, causa rapidamente un blocco respiratorio irreversibile.

Proprio l’incompatibilità tra l’uso del farmaco e il quadro clinico del paziente ha rappresentato un elemento decisivo nel delineare l’impianto accusatorio, insieme alla segnalazione della scomparsa di quattro fiale di Esmeron dal carrello d’emergenza.

Secondo la procura, Nocera avrebbe agito con piena coscienza e volontà omicida.

Oltre al decesso dell’83enne, il fascicolo contiene altri episodi di morti sospette su cui gli inquirenti stanno mantenendo il massimo riserbo. Parallelamente, è stato aperto un filone investigativo separato per presunti maltrattamenti su altri pazienti, che aggrava ulteriormente la posizione dell’indagato.

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Infermiere accusato di omicidio: intimidatore anche nei confronti dei colleghi

Gli elementi a carico di Nocera non si limitano solo ai riscontri tossicologici.

Dalle testimonianze raccolte, emerge il sospetto di possibili ritorsioni o intimidazioni da parte dell’infermiere nei confronti dei colleghi che avevano sollevato dubbi sul suo operato.

Questo ha spinto la procura a chiedere una misura restrittiva con urgenza, inizialmente convalidata dal gip di Ravenna e successivamente confermata da quello di Ferrara.

Al momento, la difesa dell’indagato, affidata all’avvocato Lorenzo Valgimigli, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. L’inchiesta resta aperta e in fase avanzata, mentre si attendono gli esiti di ulteriori accertamenti tecnici, tra cui l’analisi delle cartelle cliniche, la tracciabilità dei farmaci e le testimonianze del personale ospedaliero.

Nel frattempo, Nocera è stato sospeso dal servizio e resterà in custodia fino a nuove disposizioni. In assenza di elementi di discolpa solidi, la sua posizione appare fortemente compromessa.

Il rischio di inquinamento probatorio e la gravità del contesto – un reparto di lungodegenza con pazienti fragili e ad alta vulnerabilità – hanno spinto la magistratura a procedere con la massima cautela.

Con l’avvicinarsi della conclusione delle indagini preliminari, l’attenzione ora si concentra sul rinvio a giudizio e sul processo che, verosimilmente, porterà alla luce l’intera portata delle condotte contestate. Un caso che scuote profondamente la fiducia nel sistema sanitario e pone interrogativi urgenti sulla sicurezza dei pazienti in ambito ospedaliero.

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