Come stanno i medici e gli infermieri a Gaza? Tra fame e umanità

Dario Tobruk 23/07/25
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Mentre le notizie di migliaia di civili palestinesi sottoposti alla fame nella Striscia di Gaza smuovono le coscienze dell’opinione pubblica mondiale, ormai impossibilitata a mantenere la cecità sulla grave gestione del conflitto da parte dell’esercito israeliano, abbiamo voluto raccogliere le impressioni presenti in rete per cercare di capire come stiano anche gli operatori sanitari, sia locali che in missione umanitaria.

I medici e gli infermieri a Gaza, e in generale nel territorio palestinese, rappresentano evidentemente l’ultimo baluardo di umanità in un inferno sulla Terra. E il resto di ciò che emerge dalle loro parole è ancora più sconcertante.

Indice

Operatori sanitari a Gaza: tra crisi umanitaria e fame come arma di guerra

A Gaza, gli infermieri, insieme a tutto il personale sanitario, stanno affrontando una situazione estremamente critica a causa del conflitto in corso. Sempre più fonti dichiarano che i pochi sanitari rimasti sono costretti a lavorare in condizioni difficilissime, con un numero limitato di strutture sanitarie funzionanti e sotto costante minaccia.

Persino molti operatori sanitari sono stati uccisi o feriti, e il personale sopravvissuto è sovraccarico di lavoro, operando giorno e notte per salvare vite.

Philippe Lazzarini, diplomatico UNRWA (Nazioni Unite), fonte più che attendibile, ha dichiarato: “Medici, infermieri, giornalisti, operatori umanitari sono affamati. Molti svengono per la fame e l’esaurimento mentre svolgono il proprio lavoro”.

L’Ufficio ONU per i diritti umani, l’OHCHR, ha annunciato martedì che più di 1.000 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano mentre cercavano di ottenere cibo.

Sembra pertanto che provocare la fame nella popolazione sia diventata una strategia di guerra e disorientamento. “Il cosiddetto schema di distribuzione del ‘Ghf’ (l’ente umanitario incaricato dal governo israeliano per distribuire aiuti alla popolazione civile, n.d.A.) è una sadica trappola mortale”, aggiunge Lazzarini. “I cecchini aprono il fuoco a caso sulla folla, come se avessero una licenza di uccidere”.

L’operazione di insicurezza alimentare israeliana sembra non risparmiare nessuno: “Ventuno bambini sono morti a causa della malnutrizione e della fame in diverse parti della Striscia di Gaza”. È il commento finale di Lazzarini: “Quasi 100.000 donne e bambini soffrono di grave malnutrizione acuta”.

Un medico e un infermiere a Gaza soccorrono un bambino ferito da un'esplosione dopo un bombardamento israeliano
Un medico e un infermiere a Gaza soccorrono un bambino ferito da un’esplosione dopo un bombardamento israeliano. Copyright: Damage_in_Gaza_Strip_during_the_October_2023_-_36 Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages – CC 4.0 – Immagine modificata a fini di privacy e sensibilità

Israele contrasta aiuti umanitari e sanitari

L’OMS sottolinea un aumento del rifiuto di visti da parte delle autorità israeliane: a 58 operatori internazionali delle squadre mediche di emergenza è stato negato l’accesso. In una situazione generale in cui gli ospedali hanno ricoverato persone in uno stato di grave stanchezza causata dalla mancanza di cibo, e si riporta che altri siano svenuti per le strade.

32 membri del personale dell’OMS e i loro familiari sono stati evacuati presso l’ufficio dell’organizzazione non appena è stato possibile accedervi“, ha dichiarato l’OMS, aggiungendo: “Chiediamo l’immediato rilascio del personale arrestato e la protezione di tutto il nostro personale“.

Il racconto di Eleonora Colpo, che potete ascoltare nel video allegato, infermiera di Emergency, descrive una grave situazione alimentare e conferma la presenza di feriti che arrivano direttamente dai punti di approvvigionamento gestiti dalle forze israeliane. Bambini sempre più malnutriti o a rischio di malnutrizione, materiale sanitario in calo e irreperibile. Internet disconnesso. Mancanza di aiuti umanitari.



Come possiamo aiutare i nostri colleghi medici e infermieri a Gaza?

La situazione continua a deteriorarsi da diversi mesi, a partire da una condizione in cui l’assistenza sanitaria di base era già destinata a essere smantellata rapidamente, con il risultato di provocare la grave emergenza umanitaria attualmente in corso.

A sostegno delle attività dei colleghi di Emergency è possibile fare una donazione mensile o una donazione singola. Per consultare le pagine scegli uno di questi due link:

I medici e gli infermieri a Gaza: l’ultimo baluardo di umanità nell’inferno

Ridurre tutto a numeri e servizi, però, non restituisce una reale fotografia della situazione: è necessario ascoltare le testimonianze che arrivano da Gaza, dove si racconta di operatori sanitari che lavorano costantemente sette giorni su sette, tutto il giorno, da molto più di un anno. “Arrivano bambini ustionati, gravemente feriti e con il volto interamente bruciato, che hanno perso le gambe e che devono essere amputati” e la testimonianza di un’operatrice di Medici senza Frontiere.

Il peso che abbiamo messo sugli operatori sanitari a Gaza non è qualcosa che si potrà superare“. I traumi che vivono i bambini li spingono ad affermare che preferirebbero morire piuttosto che continuare a vivere in questo inferno, mentre disegnano le scene del massacro delle loro famiglie.

Un’altra testimonianza arriva dal dott. Giorgio Monti, coordinatore di Emergency a Gaza, che racconta come i bombardamenti abbiano ormai distrutto la maggior parte degli ospedali e dei punti di riferimento sanitari del luogo.

La situazione è così grave che “i nostri infermieri non riescono a uscire di casa, è troppo pericoloso” per il rischio personale. Alcuni coraggiosi affrontano comunque il rischio di essere coinvolti nei bombardamenti e si avventurano nelle cliniche e nei piccoli ambulatori da campo organizzati dalle agenzie umanitarie.

Continua Monti: “Come ogni giorno, fuori dalla clinica c’erano già i pazienti che aspettavano di essere visitati, ma è stata una giornata più difficile del solito“.

Ma se c’è ancora un po’ di umanità in questo inferno, a raccoglierla sono le parole del cardinale Pizzaballa, che è andato in visita sui luoghi di guerra per verificare con i propri occhi la situazione, confermando le notizie che arrivano ormai da più di un anno, non più ignorabili da nessuno, a prescindere dalle posizioni adottate.

Pizzaballa racconta di uomini e donne sotto il sole per ore, in fila per ricevere un semplice pasto: “È moralmente inaccettabile e ingiustificabile“. Continua il cardinale: “Sosteniamo il lavoro di tutti gli attori umanitari, locali e internazionali, cristiani e musulmani, che stanno rischiando tutto per portare un po’ di vita in questo mare di devastazione umana“.

E ancora, le sue parole: “In mezzo a tutto questo, però, abbiamo incontrato qualcosa di più profondo della distruzione: la dignità dello spirito umano che si rifiuta di spegnersi. Madri che preparavano il cibo per gli altri, infermiere che curavano le ferite con dolcezza.

Quindi, se è rimasto qualcosa di ancora umano, tra i demoni di questo inferno, sarà tra le mani di queste donne: di queste madri e di queste infermiere.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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