Pronta disponibilità con infermieri distanti più di 60 km: la nuova idea dell’Usl

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Col fine di «integrare il pool infermieristico in pronta disponibilità della sala gessi del presidio ospedaliero di Orvieto con personale proveniente dalla sala gessi dell’ospedale di Narni», i vertici della Usl Umbria hanno avuto una grande idea: far fare più di 60 km agli infermieri che vengono chiamati in servizio.


Il sindacato Nursind, il cui coordinatore regionale per l’Umbria (Marco Erozzardi) è rimasto a dir poco allibito di fronte alla proposta, non ci sta: «L’organizzazione di turni di pronta disponibilità a distanze di L’62 chilometri e 50 minuti di percorrenza rappresentano un’assurdità che mette a rischio non solo gli operatori sanitari, ma anche la sicurezza e la salute dei pazienti. Questo approccio non affronta la radice del problema, ma ne crea di nuovi».


Qual’è il problema a cui si riferisce Erozzardi? Ovviamente la cronica e ingravescente carenza di personale: «Questo provvedimento ha la finalità, secondo la direzione generale, di continuare a erogare il servizio gessi presso il presidio ospedaliero di Orvieto dove però, essendoci poco personale, i turni di pronta disponibilità assegnati agli infermieri (ossia di reperibilità, per attivare il servizio durante le ore notturne e i festivi quando la sala gessi è chiusa) superano abbondantemente il numero massimo di 7 al mese come previsto dal contratto nazionale di lavoro 2019-2021 in vigore. La sala gessi di Narni invece, durante la notte e i festivi, rimarrà chiusa con conseguente invio dei pazienti che necessitano di tali cure presso l’azienda ospedaliera di Terni».


Il coordinatore regionale, che ha richiesto un confronto urgente all’azienda sanitaria, evidenzia: «Consideriamo questa proposta non solo discutibile ma anche assurda, in quanto rappresenta una soluzione palliativa per tamponare una situazione ben più grave: la cronica carenza di personale infermieristico in Ausl Umbria 2 e nell’intero sistema sanitario umbro».


Il sindacato Nursind sollecita dunque l’azienda «ad adottare soluzioni più concrete ed efficaci per fronteggiare la carenza di personale infermieristico. Invitiamo la direzione aziendale a indire procedure concorsuali tempestive per garantire una copertura adeguata nei reparti e servizi, migliorando così la qualità delle cure offerte ai pazienti».


Meglio non ricordare come funziona e quanto viene pagata la “reperibilità” nei nostri ospedali (VEDI articolo Pronta disponibilità e pubblico impiego: abusi aziendali a cifre irrisorie)… Meglio!

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