Santoro (Nursing UP), Part-time e INPS: infermieri, attenti ai contributi!

Redazione 11/03/21
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Roma, 10.03.2021 – La questione part time per gli infermieri, mi preme molto, chiesto soprattutto dalle donne, che compongono almeno il 70% del personale sanitario. Penso alle colleghe, anche e soprattutto quelle che dovendo gestire i figlioli, sono costrette a fare richiesta di part time, per gestire i figli e/o accompagnarli a scuola.

Io stessa, nel caso delle suddette difficoltà e per ottenere più tolleranza nell’entrare in servizio, consiglio spesso l’uso del part time all’80%, spesso negato agli operatori sanitari. Seppur genitori al pari di qualsiasi altro lavoratore. Il part time all’80% non è causa di eccessiva riduzione dello stipendio, tantomeno dei contributi utili ai fini pensionistici.

Un’attività di lavoro in part time non allunga il tempo dell’età pensionabile, i requisiti per andare in pensione rimangono gli stessi di un lavoratore full time. Ciò nonostante, questo influisce negativamente sulla misura dell’assegno pensionistico. La retribuzione percepita dal lavoratore part time è inferiore alla retribuzione di un lavoratore full time e si rifletterà inevitabilmente sulla rendita pensionistica. Tanto maggiore è la percentuale o periodo di part-time, tanto inferiore sarà l’importo della pensione futura.

C’è da dire che l’INPS, con messaggio n. 5143/ 14.02.2005, determina che in funzione delle ore lavorate non è previsto un numero minimo di ore di lavoro, su cui calcolare la contribuzione per cui in presenza di un contratto a tempo parziale, con un orario di lavoro inferiore a quello minimo definito dal CCNL di riferimento, i contributi previdenziali e assistenziali vanno calcolati tenendo conto dell’orario pattuito.

Il problema potrebbe verificarsi di fronte a quei lavoratori e infermieri che abbiano fatto richiesta di un part time verticale. Premesso che il lavoratore a tempo parziale, come scritto sopra, ha diritto a veder riconosciuto, proporzionalmente, all’orario effettivamente svolto, l’anzianità inerente ai periodi di lavoro.

Il rapporto di lavoro part time non comporta alcuna deroga alle norme comuni che regolano l’accertamento del diritto alla pensione, purché la retribuzione imponibile non risulti inferiore a quella “minima prevista” dall’art. 7 del D.L. 463/1983 ai fini dell’accredito del contributo settimanale.

Pertanto, ove la retribuzione “imponibile minima” settimanale risulti rispettata, le settimane da accreditare non subiscono alcuna riduzione per effetto del part time, in quanto la riduzione di orario ha rilevanza solo agli effetti del calcolo della misura della pensione.

Ma chi stabilisce i suddetti minimi e come? Nella suddetta precisazione dell’Inps, si precisa che non è previsto un numero minimo di ore di lavoro. Secondo alcune fonti, ci sono casi in cui i lavoratori in part time verticale, vale a dire che lavorino per un 40/50% delle ore previste per un full time per esigenze organizzative o per qualsiasi altro motivo, se non coprono le suddette ore, potrebbero veder disatteso il relativo periodo contributivo utile ai fini pensionistici.

Tutto ciò non coincide con quanto previsto dalla Comunità Europea, più volte chiamata in causa in proposito. Invito, quindi, i colleghi in part time o che hanno lavorato in part time, di fare richiesta dell’estratto contributivo e verificare se sono in regola con in contributi che dovrebbero essere riconosciuti.

Alcuni colleghi potrebbero sottovalutare questo aspetto, dal momento che ben lontani dal periodo in cui andranno in pensione ma, un domani ciò potrebbe avere un valore piuttosto significativo. Ovviamente la sottoscritta e il sindacato che rappresento sono a disposizione per fornire aiuto. Al momento non sto chiedendo una tessera, ma intendo invitare ad una verifica, chiedete gli estratti contribuitivi.

Feci lo stesso invito quando mi accorsi che ci fu un problema, verosimilmente, nel passaggio da Inpdap a INPS, tra gli assunti prima dell’anno 2000. In principio, senza stupore da parte mia, venivo guardata nei panni di Cassandra, colei che prevedeva terribili sventure, poi qualcuno, nel dubbio, ha fatto richiesta dell’estratto contributivo, scoprendo errori macroscopici nella registrazione dei giorni lavorati e relativi contributi corrispondenti.

Ora il mio obiettivo è agire per tutelare chi abbia scelto di lavorare in part time, spesso soprattutto donne. Dobbiamo tutelare i colleghi, nostro mandato prioritario. Se vi fosse successo, sono convinta sia un abuso, quindi deve essere impugnato.

Autrice: Laura Rita Santoro – Responsabile Regionale Nursing Up Lazio.

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