È una sensazione condivisa da migliaia di infermieri che ogni anno si laureano e, dopo anni di studio intenso, si scontrano con le contingenze dei reparti e delle organizzazioni sanitarie.
Là dove era stata promessa autonomia infermieristica, ci si imbatte in gerarchie; dove si sognava una carriera, si scopre il dominio di altre professioni; dove si cerca significato, si trova burocrazia. Lo studio dei ricercatori cerca di esplorare questa tensione tra la formazione accademica infermieristica e la realtà clinica quotidiana.
L’Habitus professionale
Lo studio “How Does Professional Habitus Impact Nursing Autonomy?”, pubblicato su Nursing Reports (IF 5 anni: 2.5), analizza attraverso una ricerca qualitativa come l’habitus professionale, ovvero l’insieme di disposizioni interiorizzate, schemi cognitivi e modalità operative che l’infermiere acquisisce durante la formazione e l’esperienza clinica, sia influenzato dai contesti ospedalieri in cui opera.
Secondo i risultati dei ricercatori, questo habitus, anziché rafforzare l’autonomia, viene spesso modellato da strutture gerarchiche, retoriche biomediche dominanti e dinamiche istituzionali che relegano l’infermiere a un ruolo subalterno.
Ciò comporta una riduzione del capitale simbolico e culturale della professione e limita il pieno sviluppo dell’autonomia infermieristica.
In parole povere, l’autonomia professionale è ampiamente limitata dai sistemi sanitari in cui i singoli individui si scontrano con:
- Impostazione egemonica e medico-centrica dell’attività clinica;
- Strutture gerarchiche
- Scarsa valorizzazione del contributo infermieristico
- Sovraccarico professionale e burocratico
- Scarsa definizione sociale del ruolo e contributo associativo
Questi rappresentano solo alcuni dei domini e delle categorie individuati dai ricercatori come influenti sull’autonomia professionale degli infermieri.
L’habitus, infatti, può essere rafforzato se sostenuto da un solido capitale culturale, simbolico e professionale.
Al contrario, tende a indebolirsi quando il sistema sanitario in cui gli infermieri operano è dominato da retoriche medico-centriche, rapporti gerarchici e modelli di collaborazione obsoleti, spesso basati sull’accondiscendenza al ruolo medico dove sarebbe necessario impostare un approccio multidisciplinare.
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La mancata autonomia infermieristica
Secondo i partecipanti, gli infermieri esercitano la propria professione all’interno dei sistemi sanitari interagendo con gli altri membri dell’équipe, ma si confrontano costantemente con dinamiche di potere fondate sulla presunta superiorità del sapere medico.
In questo contesto, il riconoscimento delle competenze infermieristiche da parte degli altri professionisti della salute risulta ancora limitato, contribuendo alla marginalizzazione del contributo specifico del nursing nei processi decisionali e assistenziali.
Nello studio emerge testimonianza di questa percezione dalle parole di un intervistato: “Credo che il potere derivi dalla conoscenza […] La medicina continua a ignorare la conoscenza infermieristica […] in questo senso, si considerano ancora ‘i padroni’, e mentre cerchiamo di sfondare, abbiamo anche mantenuto un atteggiamento sottomesso che non siamo riusciti a liberarci. Loro hanno il loro scudo, e noi abbiamo il nostro, ma dobbiamo ancora stabilire vere fonti di riconoscimento […].”
Cosa dovrebbero fare gli infermieri?
Per superare questi limiti, sono necessarie riforme strutturali che promuovano un’educazione critica, una leadership professionale solida e il riconoscimento istituzionale del nursing come disciplina autonoma e strategica per i sistemi sanitari. Tra i fattori più rilevanti su cui concentrare l’impegno della categoria infermieristica:
- Coinvolgere gli infermieri nelle posizioni di leadership.
- Potenziare la loro presenza nei comitati, nelle associazioni infermieristiche, e nei processi politici sanitari.
- Accumularne capitale simbolico e socio-culturale, valorizzando narrazioni e rappresentazioni che legittimano la professione (come nel caso del film “L’Ultimo Turno”, la cui regista abbiamo intervistato: un bene simbolico da riconoscere e celebrare).
- Promuovere ambienti di lavoro favorevoli che valorizzino il ruolo autonomo dell’infermiere
Gli stessi autori dello studio sottolineano, nelle loro conclusioni, quanto sia urgente che gli infermieri prendano consapevolezza del proprio potenziale professionale e agiscano come protagonisti del cambiamento.
Lo studio, che vi invitiamo a consultare integralmente (link in fondo all’articolo), è un appello all’azione collettiva e consapevole della comunità infermieristica: per difendere, affermare e far fiorire il potenziale della professione, superando ostacoli, limiti strutturali e invisibilità socio-culturale e, infine, raggiungere la vera e tanto desiderata autonomia infermieristica.
Fonte: Piedrahita Sandoval, L. E., Sotelo-Daza, J., Morales Viana, L. C., & Aviles Gonzalez, C. I. (2025). How Does Professional Habitus Impact Nursing Autonomy? A Hermeneutic Qualitative Study Using Bourdieu’s Framework. Nursing Reports, 15(3), 88. https://doi.org/10.3390/nursrep15030088.
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