Le parole dell’infermiera che si prese cura di Mihajlovic

Dario Tobruk 26/05/25

Sinisa Mihajlovic, allenatore serbo e cittadino onorario bolognese per meriti, ormai leggenda del calcio e persino dell’immaginario collettivo italiano, ci ha lasciato da qualche anno.

Nonostante un carattere ruvido e deciso, il suo buon cuore è rimasto incastonato nei ricordi di migliaia di appassionati di calcio e di moltissimi sanitari, tra cui l’infermiera che si prese cura di Sinisa Mihajlovic nei suoi ultimi giorni, e che da lui ricevette elogi sinceri e ringraziamenti ispirati.

Oggi è la figlia a voler proseguire questo ricordo. Viktorija Mihajlovic, la stupenda figlia dell’allenatore, pubblica dal suo account Instagram una recente conversazione con l’infermiera R., la collega che si prese cura degli ultimi momenti di Sinisa, condividendo alcune conversazioni scambiate tra l’allenatore e l’infermiera, nell’intimità del reparto e della cura.

Viktorija pubblica il ricordo di Mihajlovic dalle parole dell’infermiera R.

Dal suo profilo Instagram, Viktorija Mihajlovic pubblica la conversazione con R. (nome omesso per tutelarne la privacy), l’infermiera che si prese cura di Sinisa Mihajlovic durante i giorni in ospedale. Le sue parole, nonostante il dolore e il sapore dolceamaro, ci lasciano commossi e ispirati:

“Decido di pubblicare questi messaggi per due motivi: il primo, è far sì che mio padre non venga mai dimenticato e il secondo, ma non meno importante, è provare a farvi sentire meno soli. Solo se le vivi, le puoi capire certe cose. Grazie a Dio aggiungerei.”

E come in un climax di nostalgia, tocchiamo con mano quel sentimento semplicemente leggendo le sue parole:

“Tante volte mi sono sentita sola, non capita, vuota. Mi isolavo, pensavo che tanto nessuno avrebbe capito, che un dolore così grande non puoi spiegarlo e che quindi, era inutile parlarne. […]”

È un dolore che rimane nel cuore di molti familiari sopravvissuti alla perdita di una persona cara, che sia un genitore, un parente, un amico prezioso.

Ma, come molti hanno compreso, è la condivisione del dolore e della sofferenza a poter dare significato a quel vuoto che si fa ferita, cicatrice, cavità.

Così Viktorija prosegue e ringrazia l’infermiera, identificata come R., per averle restituito un frammento di lui: un ricordo incarnato in più, una prospettiva nuova con cui accostarsi al dolore, un appiglio con cui tentare di riempire quel vuoto.

Grazie R. per avermi mandato questi bellissimi ricordi, per esserci sempre stata. Grazie a tutti i medici, a tutti gli infermieri che hanno fatto anche solo una minima cosa per lui, anche un semplice “ciao sini, come stai oggi?” Vi ho già ringraziato in passato e ogni volta che ne ho avuta l’occasione, ma non sarà mai abbastanza.

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic che commuove tutti sui social

Riportiamo anche qui le parole dell’infermiera che assistete Sinisa durante gli attimi più difficili dell’allenatore.

Forse per ricordarci quanto possano gesti semplici, come esserci ed ascoltare, possano fare la differenza nelle vite delle persone — alle volte molto più di un intervento tecnico magistrale, o di un occhio clinico particolarmente allenato — della differenza tra curare un paziente e prendersi cura di una persona.

Le parole dell’infermiera R. :“Sto facendo la notte in ospedale e ripenso a quei momenti e spero che non ti dia troppo fastidio ma ormai te li racconto, sperando che possano farti sorridere. Mi ricordo di come aveva sempre un modo particolare di dire le cose, sincero, diretto e senza timore, a volte non sapevi come reagire. Sapeva come farsi rispettare e non le mandava a dire.

La prima volta che sono entrata oltre al sudore dovuto dalla vestizione, avevo un po’ timore, avevo paura che reagisse male ad avere una tirocinante lì che lo “curasse”, ma con me è sempre stato gentile, mai una parola fuori posto, un istinto paterno forse, mi chiedeva se ero stanca, se ero tornata in autobus e se avevo mangiato.

Mi chiedeva sempre com’era l’aria fuori, quella era una cosa che gli mancava tanto.”

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic dellinfermiera che se ne prese cura 1

“Quando entravo lì magari dovevo rimanere per un’ora o tanto tempo, in modo da non vestirmi più volte per fargli la terapia ed è capitato che ascoltassi le telefonate (teneva sempre il viva voce), ricordo quella volta che eravate arrivati in Sardegna e lui era al telefono con te, ti chiamava spesso Amore, e tu gli dicesti ‘ho aperto il cassetto del bagno di Virgi ed è saltata fuori una rana’ e lui incredulo, poi tu avevi chiesto l’aiuto di Miro ma lui non riusciva a prenderla e correva e lui ‘2 metri di uomo e ha paura di una rana’.

Mi ricordo di una chiamata con Nikolas e gli chiedeva dei voti a scuola, di una con Virginia e Violante in cui lui le parlava, mi ha detto di come la viziava, perché ‘ai nipoti bisogna far fare ciò che non hai potuto far fare ai figli per insegnarli bene’, ‘i genitori servono per educare i figli, i nonni per viziare i nipoti’.”

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic dellinfermiera che se ne prese cura 2
(Account Instagram @vickymiha ©)


“Le sue chiamate con voi finivano sempre con ‘divertitevi, fate i bravi’. Una sera mi ha raccontato di come l’ha scoperto la prima volta, di quando è salito a Bologna ma a tua mamma l’ha detto solo dopo aver avuto la diagnosi, e poi ‘l’ho chiamata e gliel’ho detto al telefono, io non so dirle le bugie, e poi era più facile che dirglielo guardandola’.

Mi ha raccontato di quanto è stato difficile quando è arrivato qui in Italia, che gli mancava molto casa e voleva tornare. Mi ha mostrato le sue fragilità, ha pianto, mi ha detto di come questa seconda volta era proprio abbattuto, sapeva cosa aveva passato in precedenza, tutto il dolore che doveva affrontare, era meno grintoso, a volte aveva meno speranza.”

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(Account Instagram @vickymiha ©)


“Mi ha detto che non poteva però mostrarsi troppo debole, Arianna e voi se lo vedevate giù ovviamente soffrivate di più. Mi ha raccontato di come tra lui e tua mamma ‘facevano sempre a garaì per non mostrarsi deboli, perché erano, e sono uno la forza dell’altro. Lei non si faceva mai vedere piangere da lui e lui nemmeno.

Mi ha raccontato di quando l’ha conosciuta, 1 febbraio 1995, che non si era mai innamorato, e di come ha cambiato idea sullo sposarsi appena l’ha vista e infatti subito, il 28 giugno si sono sposati.

Mi ha raccontato di come ha fatto di tutto quando eravate piccoli per esserci a quelle piccole cose, come portarvi a scuola, nonostante gli impegni di lavoro.”

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(Account Instagram @vickymiha ©)


“Quella notte, tra i nostri occhi lucidi, mi fece ascoltare dal mio telefono, disse proprio ‘ti faccio ascoltare le mie canzoni preferite’:

Combattente di Fiorella Mannoia
– Ho conosciuto il dolore di Roberto Vecchioni (e qui quando parla di Dio, mi fa “forse a volte non mi ascolta”)
– Una canzone serba

Mi ha detto che il momento più duro era la notte, che non smetteva di pensare, perché era da solo, come la prima volta che venne ricoverato, che spesso si diceva di non farcela e poi però vedeva la foto sul comodino (quella con il cuore e l’acqua dentro fatta in Sardegna, il giorno del rinnovo delle promesse) e doveva provare, almeno per voi.”

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(Account Instagram @vickymiha ©)


“Mi scusai per averlo fatto piangere, e lui disse che era stato bello, si era sfogato, si sentiva più libero. Gli regalai la pagina del giorno del calendario filosofico con scritto ‘non mollare mai, Pobedi Sinisa (vinci Sinisa)’.

È stato un onore conoscerlo, parlarci in questo modo, toccare con mano la sua e la vostra vera persona.

Vedere tua mamma, ogni giorno lì, con una forza e voglia di combattere assurda ho provato tanta stima, notavo come cercava di esserci nonostante i momenti “no”, gli toccava i piedi sempre quando faceva qualche terapia importante, e stava sempre lì seduta, ore e ore.

Ho capito un anno dopo, quando ho rischiato di perdere mio papà, sempre lì al Sant’Orsola, che avere una donna così al proprio fianco come moglie e come mamma è una delle fortune più grandi, una rarità.

La famiglia è la cosa più importante che abbiamo e voi lo sapete molto bene, ed è solo grazie a lui e a tua mamma.”

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(Account Instagram @vickymiha ©)

Parole che toccano anche noi

Non crediamo di poter aggiungere altro alle parole di Viktorija Mihajlović e dell’infermiera R., ma siamo grati di essere riusciti ad assistere a questo momento.

Cercheremo di diffondere questa piccola magia per come possiamo, e che fa tanto bene anche a tutti noi infermieri, che ogni giorno lottiamo con i demoni nostri e altrui.

Che questa battaglia abbia un senso, lo vediamo in queste parole. Che abbia ancora un senso provarci, lo dobbiamo cercare in tutto questo. E per oggi, va bene così.

Grazie a Viktorija e anche alla collega, l’infermiera che si prese cura di Sinisa Mihajlović.

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere

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