Cosa c’entra il patriarcato con la prevenzione? Più di quanto si pensi. Per decenni, il modello dominante di mascolinità ha promosso un’idea di uomo invincibile, refrattario al dolore, impermeabile al controllo.
Un uomo che “non deve chiedere mai“, che non si informa, non si fa vedere da un medico “a meno che non stia morendo”. Il risultato? Lo vediamo ogni giorno: diagnosi tardive, morti evitabili, e una totale assenza di cultura sanitaria preventiva.
Eppure c’è un’altra strada. Lo dimostrano le donne, da anni più presenti, più consapevoli, più attente a ciò che riguarda il proprio corpo. Non per istinto materno o spirito di sacrificio, ma perché hanno imparato che il prendersi cura è un atto di potere, non di debolezza.
In un tempo in cui la figura maschile è in ridefinizione, forse è ora di cogliere anche i benefici di questo cambiamento. Un nuovo paradigma è possibile: un uomo che ascolta il proprio corpo, che si controlla, che fa prevenzione non perché è costretto, ma perché lo merita.
Uomini che non devono chiedere mai? Un’illusione
Quando si parla di prevenzione, gli uomini fanno un passo indietro. Secondo un articolo dell’agenzia Dire, a partire dalle parole del professor Vincenzo Mirone, urologo e presidente della Fondazione PRO (Prevenzione Ricerca Oncologica), intervenuto agli Stati Generali della Prevenzione in corso a Napoli coordinando il confronto su prevenzione e benessere maschile, in ambito urologico, infatti, la fotografia è impietosa: solo un uomo su dieci si sottopone a controlli preventivi.
Un dato che non può essere liquidato come semplice disinteresse, ma che impone una riflessione collettiva.
Il messaggio è chiaro: il maschio italiano continua a coltivare l’illusione dell’invulnerabilità, finché non è troppo tardi. E no, un PSA nella norma non è un lasciapassare per la tranquillità assoluta.
Serve uno scatto culturale
A suonare l’allarme è appunto il professor Vincenzo Mirone, intervenuto agli Stati Generali della Prevenzione, dove ha coordinato una tavola rotonda sul benessere maschile. Un tema ancora troppo silenzioso.
“Serve uno scatto culturale – ha dichiarato Mirone – e serve ora. Non bastano gli spot occasionali o le giornate a tema: dobbiamo costruire un’educazione alla prevenzione urologica che parta dalle famiglie, arrivi nelle scuole e venga sostenuta dai luoghi di lavoro. E serve soprattutto ristabilire il dialogo tra padri e figli, un passaggio di testimone che oggi si è perso”.
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la Fine del Patriarcato è anche difendere il maschio da sé stesso
Gli uomini devono svegliarsi, e forse iniziare a imparare proprio da chi, da sempre, della prevenzione ha fatto uno strumento di consapevolezza: le donne.
Forse come abbiamo imparato, insieme a qualche risatina con Checco Zelone, con “L’ultimo giorno di patriarcato“, dove il comico ironizza sulla fine del sistema patriarcale, mettendo in scena un uomo spaesato di fronte alla perdita dei tradizionali ruoli di genere, dovremmo riconsiderare l’uomo e il corpo dell’uomo, accettandone la fragilità di qualsiasi altro essere umano.
Pertanto è tempo di farsi controllare, di accettare la caducità del proprio corpo, per arrivare in tempo, e in molti casi, salvare il proprio tempo.
Ne vale la pena, è spesso e anche gratis.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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