Negli ultimi anni, l’impiego della pet therapy in ambito ospedaliero ha suscitato un crescente interesse, soprattutto in relazione ad un aumentata sensibilità verso il benessere emotivo dei pazienti pediatrici, soprattutto durante un ricovero chirurgico.
Uno studio qualitativo ha esplorato proprio il punto di vista dei genitori, raccogliendo esperienze, percezioni e aspettative legate agli interventi assistiti con animali.
            
Indice
La pet therapy come approccio complementare nei ricoveri chirurgici pediatrici
                Qualsiasi ricovero, anche se programmato e a breve termine, può rappresentare un evento difficile e traumatico per il bambino, e di conseguenza anche per i genitori. 
Il ricovero chirurgico, in particolare, può generare ansia, disorientamento e frustrazione nel bambino, con un effetto di distacco emotivo nei confronti dei genitori.
Sono questi scenari, che potrebbero beneficiare particolarmente della pet therapy, correttamente definita “intervento assistito con animali” e conosciuta in inglese come Animal-Assisted Therapy (AAT), un approccio complementare e di supporto non farmacologico, in grado di attenuare lo stress nei bambini e anche nei genitori.
Ed è proprio questa dimensione intima che un gruppo di ricercatori di varie università italiane ed estere, ha voluto indagare, esplorando il punto di vista dei genitori di bambini ricoverati in un reparto di chirurgia pediatrica, e che potrebbero beneficiare di sessioni di pet therapy all’interno dell’ospedale. 
L’articolo “Parents’ Perceptions of Pediatric Surgical Patients Regarding Animal-Assisted Therapy: A Qualitative Study” (Percezioni dei genitori dei pazienti chirurgici pediatrici riguardo alla terapia assistita dagli animali: uno studio qualitativo) pubblicato da pochi giorni sulla prestigiosa Healthcare (IF: 2.8; link nelle fonti), è di natura qualitativa, ed ha analizzato in profondità — attraverso interviste semi-strutturate condotte con metodologie rigorose — le aspettative, le percezioni, i timori e i desideri rispetto a come gli interventi assistiti con animali potessero influenzare l’esperienza del proprio bambino ricoverato in chirurgia pediatrica.
Con l’obiettivo di delineare un quadro utile, non semplicemente a valutare l’efficacia della pet therapy, ma soprattutto per evidenziarne i benefici intrinseci, a sostegno di una possibile implementazione.
            
L’obiettivo della ricerca in un contesto Family-Centered Care
Il gruppo di ricerca ha selezionato come campione le madri di pazienti pediatrici ricoverati per interventi di chirurgia elettiva, escludendo dal campione la popolazione non madrelingua e i bambini sottoposti a interventi urgenti.
                L’interesse degli autori non era centrato tanto sugli effetti clinici dell’intervento AAT — come invece accade nella maggior parte della letteratura, che si concentra ad esempio sulla riduzione del dolore, dei livelli d’ansia o dei parametri vitali — quanto sulla fenomenologia personale, dalla possibile esperienza vissuta in prima persona dal genitore che osserva il proprio bambino sperimentare un intervento assistito con animali in un contesto ospedaliero.
Oltre a ciò, è degno di nota come siano gli stessi ricercatori a ricordarci quanto gli infermieri possano avere un ruolo centrale nell’attuazione della pet therapy, grazie al loro contatto quotidiano con i pazienti. 
Essendo un intervento riconosciuto ufficialmente nel sistema di classificazione degli interventi infermieristici (codice NIC 4320), la pet therapy fa ormai parte del DNA infermieristico e rappresenta un segno concreto della sua integrazione nella pratica clinica.
Nel contesto dello studio, la pet therapy sarebbe inserita all’interno di un approccio assistenziale noto come Family-Centered Care, un modello che pone la famiglia al centro del processo di cura del paziente pediatrico. 
Questo modello riconosce i genitori come partner attivi e risorse fondamentali, contribuendo al benessere complessivo del bambino e favorendo il loro coinvolgimento diretto nel percorso assistenziale.
            
I risultati dello studio sulle risposte dei genitori
                Dai risultati raccolti dal gruppo di studio, i genitori hanno avuto una percezione generale della pet therapy come un’eventuale esperienza positiva, capace di spezzare la monotonia e lo stato di tensione che si crea solitamente durante un ricovero ospedaliero.
La presenza dell’animale contribuirebbe a riscaldare quello che viene percepito come un ambiente freddo, sterile e impersonale. Ambiente tipico della struttura sanitaria media. 
I termini raccolti parlano di sollievo, e di capacità empatica dell’animale. “A volte ti capiscono meglio delle persone” è il commento di una madre. L’animale è quindi accolto come un catalizzatore di emozioni positive, e non come un semplice intrattenimento.
Le aspettative dei genitori sui benefici dell’AAT si si basano sulla speranza che il contatto con l’animale possa alleviare l’ansia e la paura nei figli, migliorandone l’umore. 
Dalle interviste è emersa una fiducia spontanea nella capacità dell’animale di essere un elemento positivo, a prescindere dalle aspettative e dalle conoscenze pregresse degli stessi genitori sugli interventi assistiti con animali. 
In generale, il contatto con l’animale è vissuto come qualcosa in grado di “sostenere emotivamente e persino fisicamente il benessere del bambino” ai piccoli assistiti.
Sempre nello studio sono descritte le osservazioni dei genitori sui cambiamenti nei propri figli in presenza di un animale: sorrisi, rilassamento, maggiore apertura e disponibilità al dialogo, distrazione e maggiore distensione. 
Pertanto, la presenza di un animale in un contesto sanitario potrebbe agire come regolatore emotivo positivo, aiutando il bambino a gestire e controbilanciare le emozioni negative.
Infine, la presenza dell’animale non è percepita come benefica solo per il bambino, ma anche per i genitori stessi. Indirettamente, l’animale diventa un’occasione di distensione, sollievo e condivisione positiva con il proprio figlio. 
In diversi casi, l’effetto positivo della pet therapy si estenderebbe anche al rapporto genitore-figlio, facilitando la comunicazione e l’espressione delle emozioni nel bambino.
            
Conclusioni dello studio
                Tra le varie conclusioni e i risultati evidenziati dal gruppo di ricercatori, emerge l’apprezzamento sistematico per l’intervento e per la capacità di adattare il contatto con l’animale alle condizioni cliniche del bambino. Tra i vari animali, il cane ha dimostrato la maggiore preferenza tra i genitori, anche rispetto al contesto ospedaliero.
La ricerca dimostra, quindi, come la presenza dell’animale, addestrato per operare in ambiente ospedaliero, potrebbe trasformare l’esperienza del ricovero — per il bambino, ma anche per il genitore — in qualcosa di più tollerabile, umano ed empatico.
Anche gli infermieri, secondo i ricercatori, oltre a essere parte attiva dell’assistenza, potrebbero trarne beneficio. In quanto mediatore relazionale efficace, l’animale facilita la comunicazione tra il personale sanitario e il bambino. 
La letteratura conferma, inoltre, che persino animali come tartarughe o pesci rossi possono contribuire a ridurre dolore e ansia, fungendo da tecnica di distrazione durante procedure invasive, come l’inserimento di cateteri venosi.
Pertanto possiamo dedurre grazie alla lettura di questo studio, come la pet therapy non debba essere intesa come un lusso accessorio, ma come una risposta concreta al bisogno di supporto emotivo vissuto dal bambino e dai genitori. 
Migliorando non solo il livello di soddisfazione generale della famiglia, ma contribuendo anche ad accrescere e migliorare l’”esperienza complessiva dell’assistenza pediatrica“.
            
Lo studio originale e fonte dell’articolo:
Per leggere lo studio pubblicato su HealthCare:
- Curcio, F., Ivziku, D., Pirisinu, S., Bertocchi, L., Gioiello, G., Camoglio, F. S., Rangel Restrepo, A., Notarnicola, I., & Aviles Gonzalez, C. I. (2025). Parents’ Perceptions of Pediatric Surgical Patients Regarding Animal-Assisted Therapy: A Qualitative Study. Healthcare, 13(17), 2207. https://doi.org/10.3390/healthcare13172207
Se sei interessato all’argomento della pet therapy, dopo aver letto lo studio qui sopra, prova anche ad esplorare il volume della Maggioli Editore “Interventi assistiti con gli animali. Manuale per operatori” già disponibile nello store Maggioli.
Un manuale per operatori di Pet Therapy
Interventi assistiti con animali
Scritto con l’intento di offrire indicazioni utili per la realizzazione di Interventi Assistiti con Animali nonché valorizzare le conoscenze, competenze ed esperienze locali e nazionali in materia, questo manuale vuole costituire uno strumento di riferimento ed orientamento a disposizione di tutti gli operatori, siano essi coadiutori degli animali, referenti di intervento, responsabili di progetto o altre figure professionali dell’équipe multidisciplinare IAA. Gli autori, di diverse professionalità e provenienza, sono accumunati da lunga esperienza nella valorizzazione del rapporto uomo-animale, quale risorsa relazionale, in una pluralità di interventi educativi, assistenziali, terapeutici e riabilitativi. Il volume si articola in quattro parti.La prima getta le basi della materia, definendo ed approfondendo il rapporto empatico tra l’uomo e gli animali e la sua evoluzione dal punto di vista storico, psicologico, medico, veterinario e neuroscientifico. La seconda parte affronta gli aspetti legali ed etici degli IAA ed il recente recepimento delle Linee Guida in tutto il territorio nazionale, con la conseguente rigida strutturazione degli interventi assistiti ed alcune considerazioni di carattere deontologico e bioetico.La terza parte è dedicata ad affrontare pianificazione e realizzazione degli interventi, approfondendo in particolare il lavoro d’equipe, la strutturazione del setting e la misurazione del comportamento animale.Infine, l’ultima parte presenta alcune esperienze in specifici ambiti: terapeutico, educativo, ludico-ricreativo. Carmelo Scarcella, Medico Specialista in Igiene e Medicina Preventiva e Psichiatria, Direttore Generale – Agenzia Tutela della Salute di Brescia. Roberta Vitali, Medico Veterinario, Responsabile U.O.S.D. Igiene Urbana, Tutela Animali d’affezione e pet therapy – Agenzia Tutela della Salute di Brescia.Francesco Brescianini, Medico Veterinario, Direttore Servizio Igiene Allevamenti – Agenzia Tutela della Salute di Brescia.
Carmelo Scarcella, Roberta Vitali, Francesco Brescianini | Maggioli Editore 2019
21.85 €
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
 
             
                     
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                        
        
     
        
     
        
     
        
    
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