Storica vittoria in Cassazione dell’AADI: aziende devono pagare straordinari agli infermieri anche se non hanno i fondi per farlo

redazione 29/07/25

Una nuova vittoria legale dell’AADI accende i riflettori su una delle piaghe più diffuse e ignorate del lavoro infermieristico: gli straordinari non pagati. Con una sentenza netta, la Cassazione condanna un’azienda sanitaria pugliese a risarcire una collega per turni cancellati dal cartellino. AADI ribalta le aspettative delle aziende sanitarie di non sentirsi in obbligo di pagare straordinari agli infermieri in mancanza di adeguati fondi. È un segnale forte, che rompe il silenzio complice di chi pensa che la scarsità di risorse giustifichi sempre l’ingiustizia contro gli infermieri.

AADI ribalta le aspettativa degli ospedale di non essere in obbligo di pagare straordinari agli infermieri

L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri (AADI) non arretra di un passo e continua a lottare contro le ingiustizie perpetuate da numerose, troppe, aziende.

Con una sentenza che potremmo definire storica, o quantomeno significativa per il futuro degli infermieri, la Corte di Cassazione ha condannato un Policlinico pugliese a risarcire una collega infermiera con oltre 5.000 euro di straordinari mai retribuiti. Turni realmente svolti, poi magicamente cancellati dal cartellino in quanto non potevano essere pagati per mancanza di fondi pubblici. Una prassi illegittima e inaccettabile, che questa volta ha trovato il patrocinio del Dott. Di Fresco, i cui contenuti abbiamo più volte ospitato nel nostro sito e che seguiamo da tempo.

La mancanza di fondi non può essere un’esimente per l’azienda, ovvero che non può in nessun modo giustificare il trattamento riservato alla collega, o a qualsiasi altro infermiere. Questo è il punto solido da cui parte la linea difensiva del coordinatore dell’Ufficio Legale. Come si legge dalla nota AADI: “l’assenza di fondi non rileva per l’obbligo di pagamento che è sempre dovuto visto che l’attività straordinaria rientra nell’istituto contrattuale della retribuzione“.

L’assurda negazione del diritto agli straordinari e la sentenza in Cassazione

Il caso era stato respinto sia in Tribunale che in Corte d’Appello: motivazioni inconsistenti e, cosa ancor più grave, un’assoluta approssimazione giuridica. Ma dritti in Cassazione, la storia si è ribaltata del tutto: accoglimento integrale di tutti i motivi del ricorso. Un fatto raro, che apre ora a spese legali molto rilevanti per l’azienda imputata, a cui andranno aggiunti tutti i precedenti gradi di giudizio.

La Suprema Corte, facendo proprie le argomentazioni contenute nel ricorso dell’AADI, è stata cristallina nel confermare la linea supportata dall’Avvocato Di Fresco, difensore della collega:

“L’attività lavorativa oltre il debito orario, comporta il diritto al compenso per lavoro straordinario nella misura prevista dalla contrattazione collettiva, purché sussista il consenso datoriale che, comunque espresso, anche dalla caposala, è il solo elemento che condiziona l’applicabilità dell’art. 2126 cod. civ., in relazione all’art. 2108 cod. civ., a nulla rilevando il superamento dei limiti e delle regole riguardanti la spesa pubblica, il quale determina, però, la responsabilità dei funzionari verso la pubblica amministrazione … il consenso alle prestazioni può anche essere implicito … l’importante è che tale attività non venga svolta esclusivamente per se stesso ovvero in insciente vel prohibente domino

Una precisazione importante che speriamo faccia giurisprudenza per i prossimi casi, e che spaventi le aziende sanitarie italiane dal perpetuare simili angherie nei confronti degli infermieri: non è, quindi, il superamento dei vincoli di spesa pubblica a vanificare il diritto del lavoratore alla retribuzione. È al massimo responsabilità e problema della Pubblica Amministrazione e dei suoi dirigenti. Sembra ovvio al buonsenso, eppure la questione è dovuta arrivare fino alla Cassazione per giungere ad un punto.

Gli infermieri sono sempre meno disposti ad accettare prevaricazioni

Ogni giorno, migliaia di infermieri e infermiere sopportano turni infiniti, sacrifici invisibili e straordinari imposti dal contesto più che dai contratti. Saltano il riposo, coprono malattie, e con assoluto senso di abnegazione e sacrificio assicurano la continuità assistenziale. E le aziende e i loro dirigenti si chiedono e pretendano che non vengono neanche pagati!

Questa, per l’AADI, per noi di DimensioneInfermiere.it e per chiunque abbia un minimo di buonsenso, deontologia e rispetto per il lavoro altrui è una forma neanche ben mascherata di sfruttamento. Al limite della prevaricazione che da anni gli infermieri denunciano in decine e decine di casi.

Con questa sentenza, definitiva, inequivocabile, giuridicamente inoppugnabile, speriamo che il sistema inizi finalmente a cambiare. E se non vorrà farlo da solo, e probabile che l’AADI ci metterà del suo per spingere avanti il cambiamento.

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Redazione di Dimensione Infermiere
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