Aggressioni agli infermieri: “A Napoli tentato omicidio di una collega”

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Negli ultimi giorni, un evento scioccante (l’ennesimo) ha gettato nuova luce su una situazione allarmante che coinvolge gli operatori sanitari (soprattutto infermieri) in tutta Italia. Un’aggressione brutale ai danni di un’infermiera presso l’ospedale Pellegrini di Napoli è solo l’ultimo episodio di una serie di attacchi gravi e inaccettabili. Il presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, definisce l’incidente come un “tentato omicidio” e denuncia un’incresciosa escalation di violenza contro gli infermieri in tutto il paese.


L’aggressione all’infermiera al Pellegrini di Napoli non è infatti un caso isolato. In tutta Italia, da Nord a Sud, gli infermieri sono costantemente esposti a situazioni di pericolo (VEDI Continuano le aggressioni agli infermieri: bottigliate, pugni, calci e morsi). La drammaticità degli episodi di violenza, descritti come eseguiti con una furia cieca e inspiegabile, ha raggiunto livelli allarmanti.

La regione Campania, in particolare, sembra essere diventata un terreno di guerra per gli operatori sanitari. Oltre 50 aggressioni sono state registrate solo all’interno delle Asl Napoli 1 e 2, e questi dati preoccupanti non possono essere ignorati. Ospedali come il Pellegrini e il Cardarelli, il più grande del Sud Italia, sono diventati luoghi dove il rischio per la sicurezza degli infermieri è costantemente presente.


Questi attacchi non solo mettono a rischio la sicurezza e la salute degli infermieri coinvolti, ma hanno anche effetti devastanti sulla professione infermieristica nel suo complesso. Gli operatori sanitari si trovano a dover affrontare un livello di stress e ansia senza precedenti, il che può influire negativamente sulla qualità delle cure fornite ai pazienti.

Di fronte a questa escalation di violenza, il sindacato Nursing Up e gli operatori sanitari chiedono un’azione immediata da parte delle autorità competenti. È essenziale implementare misure di sicurezza adeguate negli ospedali, fornendo adeguata protezione e formazione agli infermieri per fronteggiare situazioni potenzialmente pericolose.


La recente aggressione all’infermiera al Pellegrini di Napoli è solo la punta dell’iceberg di una triste realtà che minaccia la sicurezza degli infermieri in Italia. È necessario che la società e le istituzioni si uniscano per proteggere coloro che lavorano instancabilmente per prendersi cura della salute degli altri. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo garantire che gli operatori sanitari possano svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e privo di violenza.

E intanto c’è chi propone e realizza nuovamente corsi di autodifesa (VEDI Aggressioni agli infermieri, l’Opi rilancia: corsi di autodifesa per gli iscritti).

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Alessio Biondino

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