Alloggio per anziani con infermiera abusiva, il consigliere: «Cosa impedisce controlli e provvedimenti?»

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Il caso dell’infermiera abusiva in una casa alloggio per anziani (VEDI articolo Casa di riposo con infermiera abusiva a Ravenna. Quanti altri casi in Italia…?) continua a far discutere.


Stavolta, sulla questione, è intervenuto il consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi (VEDI Ravenna Today), che ha spiegato come la struttura incriminata fosse stata già «oggetto delle cronache locali nel 2020, a causa di un focolaio di Covid manifestatosi il 10 aprile, antivigilia di Pasqua, quando uno degli ospiti fu ricoverato in ospedale. Ciò fu però segnalato il giorno dopo Pasqua, dopo i festeggiamenti avvenuti nella struttura, all’AUSL, che solamente allora poté effettuare i tamponi ai 13 operatori e ai 19 ospiti di allora, tre in più del massimo consentito».


E i guai per la comunità alloggio si sono rinnovati anche a partire da marzo di quest’anno, quando è stata multata «per avere conservato in frigorifero tre prodotti alimentari scaduti. In aprile è stato diffidato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di Ravenna affinché sopperisse a varie mancanze. Ad ottobre, una nuova ispezione accertò che un’operatrice vi lavorava senza un contratto».


E a proposito di contratti: «Risulterebbe addirittura che fin dal maggio 2022 nessun dipendente vi abbia lavorato con un regolare contratto di lavoro. Procedimenti a carico della struttura sono in corso presso l’Ispettorato del Lavoro, oltreché, in primis, presso il SUAP stesso». Fatto sta che, in attesa di conoscere che seguito abbiano avuto le indagini penali risalenti al 2020 sulla struttura (chiusa dal 25 aprile al 20 luglio di quell’anno), ad oggi la struttura sia del tutto operativa.


Ancisi, in un’interrogazione al sindaco di Ravenna, chiede perciò delucidazioni sul caso, visto che «il Comune di Ravenna, pur titolare tramite il SUAP delle autorizzazioni all’esercizio delle Comunità Alloggio e dei compiti immediati di vigilanza sulla correttezza delle loro gestioni, non si è dotato al riguardo di un proprio regolamento, come invece ha fatto per ‘la vigilanza nelle strutture residenziali per anziani con un numero di ospiti fino ad un massimo di sei denominate Case Famiglia e Appartamenti protetti per anziani’, strutture cariche di responsabilità meno gravi delle Comunità Alloggio, che ospitano anziani bisognosi di maggiori cure e assistenza socio-sanitaria».


Il consigliere, concludendo, si domanda «cosa abbia impedito, anche normativamente, al SUAP di assumere, tra il 20 luglio 2020 ed oggi, provvedimenti sospensivi o annullativi dell’autorizzazione rilasciata alla Comunità Alloggio; e comunque, se intende rivolgere al Consiglio comunale una proposta di regolamento delle Comunità Alloggio circa gli adempimenti e i compiti gravosi che ricadono al riguardo sul Comune di Ravenna».

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Alessio Biondino

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