L’Aran non valorizza gli infermieri? Certo, scriveva di ‘missione’ e ‘vocazione’. Cos’altro ci si aspettava?

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Le trattative in atto per la stesura del “contratto della vergogna”, ribattezzato così da molti a causa degli imbarazzanti aumenti in busta paga per gli ex eroi della pandemia, stanno generando svariate discussioni all’interno della comunità infermieristica.

Nursing Up: “Fumo negli occhi”

Ma soprattutto tanta rabbia. Il sindacato Nursing Up ha chiaramente parlato di “fumo negli occhi” degli infermieri italiani: “I recenti proclami dell’ARAN, che rappresenta le pubbliche amministrazioni, e che si attiene anche alle indicazioni del Ministro Brunetta, in merito all’aumento di stipendio degli infermieri, che secondo i dati in loro possesso arriveranno fino a un massimo di 200 euro, secondo quanto riportato nelle ultime ore alla stampa nazionale, rischiano di rappresentare, salvo prova contraria, l’ennesima massiccia dose di fumo negli occhi, se ci si riferisce beninteso a quello che realmente percepiranno tutti gli infermieri in servizio”.

Già, perché secondo De Palma & company “Nel suo conteggio l’Aran parla di aumenti fino a 200 euro. Peccato che, per poter asserire questo, si trova costretta a tirare in ballo, per l’ennesima volta, l’indennità infermieristica”.

Aran: “Il fumo negli occhi ce l’ha chi non sa leggere”

Non si è fatta attendere la risposta di Antonio Naddeo, presidente Aran: “Uno dei sindacati degli infermieri, Nursing Up, afferma che l’Aran, gettando fumo negli occhi, conteggia, sbagliando, negli incrementi contrattuali l’indennità infermieristica, le cui risorse sono state stanziate nella legge di bilancio del 2021.

Allora come mai questa indennità non viene ancora pagata? Non dice, Nursing Up, che la legge ha assegnato queste risorse al contratto e che l’Aran, giustamente, le deve conteggiare negli aumenti contrattuali.

Solo il contratto ne stabilisce l’importo, come tutti gli altri importi del contratto e, quindi, l’incremento complessivo del Ccnl per gli infermieri è pari a circa 200 euro. Forse il fumo negli occhi ce l’ha qualcuno che non legge bene quello che è scritto nelle leggi”.

Coina: “L’Aran porta acqua al proprio mulino”

Tra i sindacati e le agenzia governative più o meno ‘affumicate’, anche il Coina ha espresso tutta la sua insoddisfazione per una bozza di contratto ridicola e per un atteggiamento, quello dell’Aran, chiaramente in contrapposizione con qualsivoglia idea di crescita vera per la categoria infermieristica.

In una lettera a Quotidiano Sanità, infatti, firmata da Marco Ceccarelli, il Coina si è così espresso sul botta e risposta tra Nursing Up e Aran: “Il Coina vuole evidenziare che l’Aran sta facendo di tutta l’erba un fascio, cercando con forza di portare l’acqua al proprio mulino.

Il Presidente Naddeo afferma che l’indennità infermieristica rientra nel CCNL del Comparto Sanità Pubblica ma non potrebbe essere diverso. Quello che il Presidente Aran omette e non ne campiamo il motivo, è che l’indennità di specificità è frutto di una lotta attraverso la manifestazione del 15 ottobre 2020, organizzata dal Nursing Up a cui ha aderito il Coina, con la partecipazione di migliaia di infermieri, per chiedere finalmente di valorizzare la professione.

A seguito di quella manifestazione e al successivo sciopero del 2 novembre 2020, furono stanziati nella legge di bilancio del 2021, 335 milioni di euro per l’indennità di specificità infermieristica, a cui fece seguito quella per gli altri operatori sanitari per circa 100 milioni.

Il governo decise di legarla sì al rinnovo contrattuale della sanità pubblica a decorrere dal 1 gennaio 2021, ma che questa si sarebbe aggiunta a quanto il rinnovo contrattuale avrebbe dovuto valorizzare gli infermieri e le professioni sanitarie.”

Altro che valorizzazione…

“Vogliamo far presente che l’ARAN, oltre a non prevedere una reale valorizzazione degli infermieri, vuole far propria quella indennità di specificità che il Coina e Nursing Up hanno ottenuto sul campo, affermando che gli infermieri avranno circa 200€ di aumento contrattuale, omettendo però che circa 75€ sono dovute alle battaglie sul campo e non certo per merito della trattativa.

Inoltre alla richiesta di prevedere un incarico professionale di base per gli infermieri e professioni sanitarie, l’Aran, su richiesta dei confederati, ha deciso di estenderlo a tutti i lavoratori, ma da quello che emerge sembrerebbe che gli infermieri tale incarico se lo pagheranno da soli, visto che tale incarico assorbirà altre indennità.”

“Vocazione”, “missione” e di “affiancare i medici”…

“Questa è forse la goccia che fa traboccare il vaso. L’Aran in questi mesi non ha fatto altro che ‘spogliare un altare, per vestirne un altro’, conteggiando soldi già destinati agli infermieri, invece di dare una vera valorizzazione della Professione.

Se pensiamo che nella bozza del contratto del comparto, riferendosi agli infermieri, si parlava di Professione scelta per missione e vocazione (VEDI bozza del 13/01 a pag 5), specificando che gli infermieri (professione autonoma) affiancano i medici (VEDI bozza del 22/02 a pag. 22), la dice tutta sulla considerazione che si ha della categoria da parte dell’Aran.

Ed infatti nella bozza di contratto l’Aran ha previsto:

  • mantenimento dell’esclusività per le Professioni Sanitarie, creando di fatto una disparità di trattamento con gli altri Esercenti le Professioni Sanitarie, ad esempio i Medici, senza prevedere un minimo indennizzo, ma mantenendo tutti gli obblighi di legge a partire dagli Ecm, di stipulare una polizza Rc Professionale e l’equiparazione delle responsabilità di tutte le Professioni sanitarie nella Legge Gelli-Bianco;
  • aumentata l’indennità oraria notturna, ma viene ridotta l’indennità su turni, che di fatto viene pagata dagli stessi infermieri;
  • l’indennità di malattie infettive viene trasformata in indennità mensile fissa, penalizzando alcuni lavoratori che percepiranno di meno ed inoltre la cifra di 90€ è per tutte le Aree, indistintamente dalle responsabilità e competenze;
  • straordinari non più legati al livello di retribuzione, ma attraverso una media ponderata, con un aumento del 15% sulla quota ordinaria, eliminando le altre 2 maggiorazione del 30 e 50%, penalizzando chi è obbligato a svolgere straordinari, come ad esempio le Pronte Disponibilità, spesso utilizzate illecitamente per sopperire a carenze organiche croniche;
  • l’indennità di Pronta Disponibilità introdotta con il DPR n. 270 del 1987 che prevedeva una cifra iniziale di 40 mila lire nel lontano 1990 (20,6€), ad oggi viene aumentata a 21,6€ (1,8€/ora), quindi senza mai essere rivalutata come indicato dal legislatore, ma peggiorativa, perché calcolata ad ore senza nessuna maggiorazione nel caso di turno inferiori a 12 ore;
  • eliminazione del termine ‘di norma’ nel numero massimo di reperibilità, ma al prezzo di un aumento delle stesse, fissando come limite massimo il numero di 10. E altro ancora.

Appare evidente che questa risposta polemica del Presidente Aran Naddeo è frutto di chi sa, che tali risorse non sono state destinate per il Contratto, ma inserite nel Contratto, grazie alle lotte del Nursing Up e Coina quando sono scesi in piazza e questo deve essere messo nero su bianco e non trarsene vantaggio.

Speriamo che anche questa volta non si perda la possibilità di riconoscere finalmente le responsabilità, ma soprattutto la professionalità di infermieri e professioni sanitarie, con un adeguato riconoscimento economico.”

Professione ‘laureata’ pagata da ‘diplomata’ e anche meno

In conclusione: si è lontani anni luce dal valorizzare una professione sempre più bistrattata, sminuita, presa per i fondelli e a schiaffi come quella dell’infermiere. Una professione ‘laureata’ pagata meno di una ‘diplomata’ e che, per forza di cose, non vuole svolgere più nessuno.

E intanto gli infermieri fanno anche da inservienti (col sorriso)

Alessio Biondino

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