Caso Eriksen: “Corsi di primo soccorso obbligatori per i calciatori”

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L’arresto cardiaco improvviso del calciatore della Danimarca Christian Eriksen, fortunatamente salvo, ha sconvolto il mondo del pallone e non solo.

Il malore del giocatore

Al 43esimo minuto del primo tempo di Danimarca-Finlandia, mentre le squadre erano sullo 0-0, il centrocampista danese Christian Eriksen, 29 anni, è caduto rovinosamente a terra privo di sensi. Di lì a poco il suo cuore si è fermato. I compagni di squadra si sono subito resi conto della potenziale tragedia che poteva consumarsi e in particolare Simon Kjaer, il capitano, è subito intervenuto per aiutare il compagno prima dell’arrivo dei soccorritori.

Quindi, mentre questi rianimavano il ragazzo, i giocatori della Danimarca hanno creato una sorta di muro umano col fine di proteggere la privacy del loro amico e compagno: muro le cui immagini hanno fatto il giro del mondo e che resteranno scolpite nella memoria come un meraviglioso esempio di ‘squadra’, di sport e di amicizia.

Gli sarà impiantato un defibrillatore

Il cuore di Christian, grazie alle manovre rianimatorie e soprattutto grazie all’uso del defibrillatore, è fortunatamente ripartito; e in queste ore la Federazione danese ha pubblicato un comunicato, redatto insieme ai medici del Righospitalet, in cui viene spiegato: “Dopo diversi esami al cuore, è stato deciso che a Eriksen sarà messo un ICD (ovvero un defibrillatore sottocute). Lui ha accettato questa decisione”.

I corsi di formazione obbligatori

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) Gabriele Gravina ha rilasciato importanti dichiarazioni che preannunciano una rivoluzione all’interno del calcio professionistico: corsi di primo soccorso obbligatori per tutti i giocatori italiani; svolta che si proverà ad allargare anche ai dilettanti.

 “La nostra cardiologia e la nostra medicina dello sport hanno prodotto studi scientifici apprezzati in tutto il mondo e la visita medica obbligatoria è uno strumento essenziale per ridurre i rischi. Al di là di uno studio approfondito su quello che è successo cercheremo di valorizzare un altro fattore, ed è quello del tempestivo ed efficace soccorso sul campo è riportato nel comunicato sul sito della FIGC.

E ha concluso: “Durante i ritiri delle singole squadre, sulla base del lavoro che già da questa mattina la nostra commissione medica federale presieduta da Paolo Zeppilli sta cominciando a predisporre, saranno organizzati dei corsi di formazione di primo soccorso. E intanto partiremo già durante il ritiro della Nazionale”.

L’idea è nata a causa delle devastanti emozioni provate negli attimi drammatici in cui Christian Eriksen era a terra esanime, ma soprattutto dal ruolo di capitan Kjaer, che ha messo il compagno di lato in una sorta di posizione di sicurezza nell’attesa dei medici; posizione che ha l’utilità di evitare che, in caso di vomito o di secrezioni orofaringee importanti, la persona a terra possa inalarli nei polmoni.

La lingua non si ‘ingoia’

Piccola parentesi: su molte testate si è letto che il merito di capitan Kjaer sia stato quello di salvare la vita di Christian in quanto  “non gli ha fatto ingoiare la lingua”, ma… Per i laici e per tutti gli altri cittadini, ci teniamo a ricordare che la lingua non si ingoia affatto. Tantomeno si inala.

L’apertura delle vie aeree (per facilitare il passaggio dell’aria), che in un paziente incosciente si ottiene semplicemente iperestendendo la testa mentre questo è sdraiato (e non infilando le dita nella bocca del malcapitato alla ricerca di non si sa cosa, manovra tra l’altro pericolosa) o sublussando la mandibola, sarebbe utile per valutare se il paziente respira autonomamente e per aiutarlo a svolgere questa sua funzione naturale, ma… Il cuore di Eriksen era in fibrillazione ventricolare. Tradotto: zero perfusione degli organi. Zero ventilazione. L’unica arma efficace era ed è stato il defibrillatore!

Conoscenze che salvano vite

La scelta di predisporre corsi di formazione obbligatori, per certi versi epocale, è un altro importante passo in avanti per consentire finalmente a chiunque si trovi di fronte a un arresto cardiaco (dopo 3-4 minuti dall’insorgenza le lesioni cerebrali diventano irreversibili), di saper mettere correttamente due mani sul torace e di poter disporre in tempi brevissimi di un defibrillatore, come ha ricordato qualche giorno fa il presidente del 118 Balzanelli. Conoscenze che, se divulgate il più possibile in ogni ambito, permetterebbero di salvare innumerevoli vite.

Autore: Alessio Biondino

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