Cosa fare se il paziente rifiuta il trattamento sanitario? Consigli etici e legali per capire cosa deve fare l’infermiere

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Cosa fare se il paziente rifiuta il trattamento sanitario? Di fronte al rifiuto al trattamento medico, deve escludersi che il diritto all’autodeterminazione del paziente trovi una limitazione quando tra le conseguenze ci sia il sacrificio del bene alla vita. 

Il libero convincimento del paziente e l’attività di persuasione dell’infermiere

Il lavoro dell’infermiere e del medico in questo ambito diviene fondamentale, perché il suo intervento può influenzare la scelta finale del paziente in un verso o nell’altro, il rifiuto al trattamento sanitario previsto, senza il quale il paziente può incorrere nella morte, può anche venir meno proprio a seguito di un’oculata operazione strategica di persuasione da parte degli operatori della sanità.

E’ necessario che anche il rifiuto al trattamento sia informato, autentico ed attuale, il paziente deve perciò conoscere esattamente le prospettiva di vita, e di cura che gli possono essere prospettate d’innanzi e perciò decidere liberamente di poterne fare a menoIl diritto di rifiutare le cure appartiene, infatti, alla libertà personale dell’individuo e si pone quale correlato del diritto di ricevere tutte le informazioni utili sulle cure da intraprendere o da proseguire (Corte Cost., sent. n.438/2008).

Ricordiamo inoltre gli articoli del nostro codice deontologico:
Articolo 36
L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita.

La mancata dichiarazione espressa del malato.

Qualora il personale sanitario non abbia avuto modo di ricevere una chiara rappresentazione e manifestazione delle volontà del malato circa le modalità di cura da questi desiderate, la volontà del paziente può essere dedotta da tutta una serie di comportamenti estrapolati dal personale modo di vivere di quest’ultimo. Il rappresentante legale del paziente potrà così dar vita ad una ricostruzione organica delle possibili scelte del suo assistito sulla base degli indirizzi filosofici, etici e morali che lo stesso prediligeva.

Inoltre sempre dal Codice Deontologico Infermieristico:

Articolo 37
L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato.

 

Forma del consenso.

Ricordiamo che in Italia non vi è un esplicita necessità, predisposta dal dato normativo di riferimento, che il consenso sia espresso in forma scritta, questo può essere manifestato anche oralmente, ma ai fini di un eventuale giudizio di accertamento sulle responsabilità del mancato esito positivo del trattamento terapeutico non eseguito correttamente o sulla scarsa informazione del paziente o sul suo eventuale disaccordo, nel nostro ordinamento si è consolidata la prassi di predisporre dei prestampati al solo fine di indicare in maniera esaustiva i dettagli del procedimento terapeutico che sta per essere posto in essere.

Tutto ciò soprattutto ai fini di una maggiore tutela dell’azienda sanitaria e del personale sanitario che potranno così fornire la prova di aver ottenuto il consenso sulla base di una corretta informativa resa al paziente sui dettagli della sua vicenda clinica.

Quindi, cosa fare se il paziente rifiuta il trattamento sanitario?

Ecco, passo passo, i punti che l’infermiere deve esaminare per sapere se ha reso una corretta informativa

  • In primo luogo l’infermiere dovrà accertarsi che il paziente abbia chiara la situazione clinica riscontrata;
  • altro momento determinante  riguarda la descrizione dell’intervento medico ritenuto necessario e dei rischi derivanti dalla mancata effettuazione della prestazione;
  • una volta chiarito al paziente le possibili alternative, lo stesso deve essere edotto sulle eventuali alternative diagnostiche;
  • grande importanza hanno anche le tecniche e i materiali impiegati che devono essere descritti e portati a conoscenza del paziente;
  • necessario infine che il soggetto in cura abbia esplicita menzione dei rischi presunti e delle eventuali complicanze.
  • Accogliere le istanze del paziente, condividere le informazioni con tutta l’equipe medica e infermieristica e documentare in cartella clinica e infermieristica tutto il percorso che ha portato alla decisione del paziente, i colloqui e gli interventi eseguiti dai professionisti.
  • Accettare la volontà del paziente ed adoperarsi per prestare la migliore assistenza possibile.

 

http://www.dimensioneinfermiere.it/il-consenso-informato-del-paziente-cosa-deve-sapere-infermiere/

Martino Di Caudo

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