“Dagli infermieri di comunità ingerenze indebite e turbative del rapporto tra medici e pazienti”

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«Da alcuni mesi stanno pervenendo crescenti segnalazioni su ingerenze indebite e spesso turbative del rapporto di fiducia tra medici di medicina generale e pazienti perpetrate da alcuni Infermieri di Comunità dell’Asl di Ferrara finanche al limite del reato di esercizio abusivo della professione medica, procedibile d’ufficio e punibile secondo l’articolo 348 del codice penale».

A scriverlo, in una lettera dai toni piuttosto duri inviata agli oltre 200 medici di base della provincia (pubblicata dalla Gazzetta di Modena, VEDI), è il sindacato Fimmg, che denuncia quella che viene descritta come una vera e propria interferenza professionale, tale da poter configurare un’ipotesi di reato. In pratica, secondo i camici bianchi, vi sarebbero degli infermieri di famiglia che metterebbero in discussione, coi loro consigli ai pazienti, le scelte dei medici curanti. Minando il rapporto di fiducia tra questi ultimi e gli utenti.


Ed ecco quindi che, di fronte alla nuova organizzazione dell’assistenza territoriale tanto decantata dal PNRR, in cui la figura dell’infermiere di famiglia e comunità svolge un ruolo fondamentale, i signori medici vogliono subito mettere in chiaro alcune cose: i dominus della sanità sono loro, quindi nessun altro può orientare le scelte o i percorsi dei pazienti.

Nella lettera, infatti, il sindacato sottolinea come «anche il solo consiglio, ovvero il minimo suggerimento di eseguire una visita, modificare una terapia cronica, sottoporsi ad una prestazione di pertinenza medica o interferire nelle attività previste dalla Convenzione Nazionale dei Medici di Medicina Generale ostacolando il rapporto fiduciario, contribuiscono a configurare il reato di esercizio abusivo della professione».


Da qui il consiglio ai destinatari dello scritto: in caso di pareri, proposte o indicazioni pervenute «direttamente o indirettamente» dagli Infermieri di comunità è opportuno inviare una «segnalazione recante descrizione del caso e generalità dei soggetti coinvolti sia ai propri referenti di Distretto e di Dipartimento Cure primarie, che avvertiranno gli appositi uffici dell’Asl, sia all’organo sindacale che lo sottoporrà al vaglio dello studio legale per eventuali interlocuzioni con l’autorità giudiziaria».

Una lettera di granito, quindi, di fronte alla quale Cgil, Cisl e Uil hanno espresso la loro «sorpresa» per quello che appare come un atteggiamento «in difesa» della categoria medica, che si ispira chiaramente «a logiche ormai ampiamente superate».


I tre sindacati hanno risposto che il ruolo del MMG «ha un valore fondamentale nella rete e deve interfacciarsi con tutti i professionisti affinché il percorso di presa in carico delle persone possa veramente essere integrato e di qualità della prestazione erogata. Nessuno da solo, per quanto possa essere un ottimo professionista oggi può incidere sulla salute delle persone».

I confederati spiegano che la posizione di Fimmg rischia di «isolare i professionisti rappresentati, che meritano molto di più in relazione al ruolo che hanno nella rete dei servizi». La parola d’ordine è «integrazione», senza cui si rischia di depotenziare il sistema sanitario, «definanziato e sotto attacco da anni, dove lavorare insieme è indispensabile».

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Alessio Biondino

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