Un secco NO all’istituzione dell’Assistente Infermiere è arrivato ieri dal sindacato Nursing Up Veneto, che in una nota firmata dal referente regionale Silvestrini ha così commentato la scelta (per molti scellerata) di produrre quest’altra figura sanitaria dalla denominazione altamente confondente: «In un contesto drammatico, dove solo in Veneto mancano più di 5.500 tra infermieri e operatori sociosanitari (oss) – indispensabili per garantire servizi assistenziali essenziali in ospedali, centri servizi e assistenza domiciliare sul territorio – l’istituzione dell’assistente infermiere rischia di essere un pericoloso passo indietro.
Si pensa, con un colpo di spugna, di trasformare una parte degli oss in assistenti infermieri, ma di fatto senza andare ad aumentare il numero di professionisti e senza agire sulle cause dell’emorragia di personale che abbandona la sanità pubblica».
«Il problema – continua la nota – è stato affrontato partendo dalla coda anziché dalla testa: prima si sarebbe dovuto agire con provvedimenti per il riconoscimento professionale ed economico dell’infermiere, e poi ragionare sulle figure di supporto all’attività infermieristica. L’assistente infermiere non rappresenterà una soluzione alla carenza di personale infermieristico, ma solo un preoccupante autogol per la qualità dell’assistenza sanitaria».
E poi, al di là di tutto, i primi Assistenti Infermieri non saranno pronti prima del 2026. Fino ad allora cosa si farà? Chi compenserà le terribili carenze? Ma soprattutto, di quanti futuri Assistenti si parla? «Ad oggi – spiega Silvestrini – manca la proiezione di quanti potranno essere. Mancano del tutto le coperture economiche e le basi contrattuali. Al momento non ci sono infatti finanziamenti specifici, né tantomeno indicazioni certe sul ruolo della nuova figura, i suoi compiti e il rapporto con l’infermiere».
A rischiare, oltre ai cittadini che vedranno un inevitabile peggioramento dell’assistenza a loro erogata, è proprio la figura infermieristica: «Abbiamo il fondato timore che si verifichi un’erosione delle funzioni infermieristiche, creando confusione nei ruoli, nelle responsabilità e nei compiti, con un aumento del rischio clinico a discapito del paziente».
Perciò Nursing Up non ha dubbi: «Non permetteremo che l’infermiere, laureato e altamente qualificato, venga via via sostituito dall’assistente infermiere, una figura “low-cost”, meno formata e meno qualificata, che alla fine non garantirebbe un risparmio economico, ma certamente influirebbe in modo negativo sulla sicurezza di lavoratori e pazienti».
Già, perché l’Assistente Infermiere non sembra altro che uno pseudo-infermiere a basso prezzo. Un ibrido che in molte realtà, in nome delle carenze e forti del fatto di avere i controllori che fanno l’amore coi controllati, potrebbe inevitabilmente andare a sostituire i professionisti infermieri. D’altronde, spiega il sindacalista, «se si analizza l’elenco delle attività previste per l’assistente infermiere emergono non poche perplessità. Si fa riferimento alla collaborazione di questa nuova figura con l’infermiere e alla supervisione di quest’ultimo, ad esempio per il rilevamento dei parametri vitali del paziente, ma anche per attività assistenziali a carattere sanitario quali medicazioni, somministrazione della nutrizione con sondino, preparazione di terapie da far assumere».
«Riteniamo che questo tipo di inquadramento sia uno stratagemma per arrivare a un’ampia sostituzione degli infermieri attraverso un impiego improprio degli assistenti infermieri – sottolinea Silvestrini – anche in attività che eccedono la loro formazione, nel nome del risparmio e a svantaggio dell’utenza, oltre ad accrescere il rischio di contenziosi per attività improprie eseguite senza assunzione di responsabilità».
Nursing Up Veneto si dice «pronto ad agire con iniziative dimostrative e a sostenere in tutte le sedi la propria posizione per dare assoluta priorità ad altri tipi di azioni organizzative, basate su programmazione e lungimiranza».
Cosa andava fatto, entrando più nello specifico, prima di realizzare questa toppa che a molti appare assai peggio del buco? Per il sindacato, semplicemente, bisognava puntare sin da subito sulla valorizzazione degli infermieri. Come? «Migliorando le condizioni lavorative attraverso un incremento retributivo degno di questo nome e un maggiore riconoscimento della professionalità, implementando la pratica infermieristica avanzata con la prescrizione di presidi sanitari. Ben venga anche il consolidamento del ruolo dell’oss, definendone la cornice delle competenze e rispettandone le specifiche attività. Vanno inoltre favoriti ad ampio raggio gli investimenti nella formazione, incoraggiando i giovani nell’accesso ai corsi di laurea, sgravando le famiglie con esoneri dalle tasse universitarie e creazione di tirocini retribuiti e favorendo l’inserimento lavorativo post-laurea» conclude il referente sindacale.
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