Con l’obiettivo di impedire che il vettore della malattia infettiva tropicale Dengue (la zanzara Aedes aegypti) “venga introdotto in Italia”, il Ministero della Salute ha prodotto la circolare ‘Misure di vigilanza sanitaria nei confronti del virus della Dengue’ (visibile a questo link).
C’è quindi il rischio di una nuova pandemia? Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero Salute, rassicura: «In Italia non c’è alcun allarme Dengue, come ha già ribadito il ministro Orazio Schillaci. Abbiamo il dovere di prevenire ed evitare quindi che l’Aedes aegypti, maggiore responsabile della trasmissione della malattia Dengue, possa attecchire in Italia e per questo con la circolare attiviamo ulteriori azioni di controllo nei punti di ingresso del Paese, in particolare sugli aeromobili e sulle navi che arrivano dalle aree ad alta incidenza o a rischio, secondo l’elenco delle agenzie sanitarie internazionali».
E, come sottolineato da FNOPI sul suo sito, «in questo senso gli infermieri sono in prima linea, soprattutto dopo la recentissima emanazione dell’Atto di indirizzo per l’individuazione delle priorità politiche del Ministero della salute – 2024, in cui è chiaramente specificato tra le altre misure che per aumentare l’efficienza delle strutture ministeriali “continueranno le attività volte all’istituzione del profilo professionale di Infermiere e la definizione della declaratoria delle relative competenze, in relazione al fabbisogno e alle esigenze organizzative derivanti dalle materie di natura tecnico-sanitaria svolte dal Ministero e dalla costante evoluzione del settore.
L’istituzione del profilo professionale è prodromica alla futura attivazione delle procedure di reclutamento per il personale con la qualifica di infermiere, da inquadrare nell’area dei funzionari, al fine di garantire, presso gli Uffici di sanità marittima (USMAF), il supporto all’erogazione delle prestazioni sanitarie e medico-legali da parte di detti Uffici, in applicazione del Regolamento sanitario internazionale, anche in considerazione dei significativi flussi migratori che stanno interessando i porti italiani, nonché per l’effettuazione delle visite ai fini dell’accertamento dell’idoneità psico-fisica e per la valutazione dell’inabilità temporanea e permanente dei marittimi”».
Il ministro Schillaci ha altresì dichiarato: «L’Italia si contraddistingue come il primo Paese europeo che ha posto in essere immediatamente le misure di prevenzione della Dengue, attraverso l’azione del Ministero della salute e dei dipendenti uffici periferici di sanità marittima, aerea e di frontiera collocati nei principali porti ed aeroporti italiani».
Vaia conclude: «I nostri operatori delle USMAF, attivi in porti e aeroporti verificheranno che siano messe in campo adeguate azioni di profilassi quali ad esempio la disinsettazione e la disinfestazione e, ove necessario, le prescriveranno.
Dopo la prima circolare sulla Dengue che alzava l’allerta abbiamo fatto questa seconda circolare che è dispositiva. Ovvero i nostri operatori degli USMAF-Sans, i nostri terminali in porti e aeroporti, verifichino all’interno delle navi e degli aerei che provengono dai Paesi dove la Dengue è presente che sia stata fatta la profilassi necessaria, e se non fossero state predisposte tutte le misure le disporranno i nostri operatori delle USMAF-Sans».
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