Dieta e alimentazione del paziente in dialisi peritoneale

Dario Tobruk 05/05/17
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La dieta e alimentazione del paziente in dialisi peritoneale è diversa da quello sottoposto a emodialisi. Le perdite in proteine in dialisi peritoneale sono maggiori e quindi devono essere reintegrate nell’ordine di 1,2 g proKilo.

Bisogna inoltre considerare che negli scambi con il dialisato il paziente oltre a scambiare sodio e potassio verso il liquido di dialisi, presenta alte concentrazioni di glucosio che quindi sono assorbite dal sangue nell’ordine di più di 100 g.

Gli obiettivi della dieta e alimentazione del paziente in dialisi peritoneale

Per questo al fabbisogno calorico queste eventuali calorie assorbite attraverso il dialisato dovranno essere sottratte alle calorie totali. Poi da ricordare anche il controllo di elettroliti e minerali come il fosforo o il calcio e il potassio.

Possiamo riassumere gli obiettivi dell’alimentazione del paziente:

  1. Evitare l’ipervolemia
  2. Evitare il catabolismo proteico;
  3. Assicurare un adeguato introito o una sufficiente integrazione di vitamine e minerali.
  4. Controllare le alterazioni del metabolismo glico-lipidico.

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Calorie

L’apporto calorico è stimato intorno alle 35 Kcal/kg del peso corporeo ideale al giorno. A questi quindi saranno sottratti il valore calorico assorbiti dal glucosio del dialisato che può variare dai 50 ai 150 g, che si stimano in un valore intorno alle 200 e oltre 700 calorie in funzione della concentrazione delle sacche e degli scambi giornalieri: circa il 70% del glucosio in una sacca viene assorbito in 5-6 ore. Si è voluto indicare il valore di massimo 30 Kcal/ kg al giorno per sottrarre l’apporto in eccesso. In un paziente obeso o in sovrappeso esso dovrà essere ulteriormente ridotto.

Proteine

Secondo l’OMS un adulto normale deve avere un apporto proteico di circa 0,83 g/kg di peso corporeo ideale al giorno, nel dialitico l’apporto invece è di circa 1,2 g/kg, con un alta preferenza di proteine ad alto valore biologico cioè ricche in amminoacidi essenziali presenti nelle proteine di origine animale.

Acqua e sodio

L’apporto di acqua è variabile da individuo a individuo in funzione di vari fattori come la presenza di funzione renale residua, l’ultrafiltrazione peritoneale, e la perdita di liquidi con la respirazione, il sudore, la defecazione e la perspiratio insensibilis. Fattori che possono cambiare nello stesso individuo anche nello stesso giorno. Come regola generale si indica un introito di acqua pari a quello perso con le urine e circa 500-700 ml in aumento.

Sali minerali

Il paziente in DP ha meno restrizioni rispetto a chi è in emodialisi. Per i minori rischi di iperpotassemia l’apporto e di 70 mEq al giorno. Le problematiche invece nascono dal fatto di dover combaciare una dieta povera di fosfati (circa 1 g al giorno) con una dieta ricca in proteine, una dieta iperproteica avrà un alto introito di fosfati. Questo rende d’obbligo l’uso di chelanti del fosforo. Il calcio (1,5 g al giorno) invece si ritiene spesso insufficiente e quindi si integra con integratori di calcio e vitD. L’apporto di sodio è indicato come una leggera restrizione a non più di 3 g al giorno.

Vitamine idrosolubili ed oligoelementi

Il fabbisogno di vitamine idrosolubili è considerevole nei pazienti in CAPD per le perdite in dialisi, quindi è necessaria un’integrazione soprattutto di vitB6 e vitB1, acido ascorbico e acido folico. Spesso necessaria soprattutto in pazienti che ricorrono a EPO un’integrazione di ferro.

Alimenti e caratteristiche nutritive

Carne e pesce:Da preferire le carni magre e un consumo quasi quotidiano. Mentre gli insaccati sono sconsigliati per l’elevato contenuto di sodio, concesso solo un po’ di prosciutto cotto privato della parte grassa.

Latte e yogurt: uso moderato, latte preferibilmente scremato, yogurt senza frutta.
Formaggi: sono vietati per il contenuto alto in fosforo, eccezione per formaggi freschi come la mozzarella in quantità di circa 50 g due volte la settimana.
Uova: una la settimana.
Pane, pasta e riso: limitazioni solo quantitative per l’apporto calorico.
Patate e legumi: limitarne l’uso per la presenza di potassio, è utile lasciarle a mollo in acqua per dieci ore e nel bollirle cambiare acqua più volte, cosi è possibile consumarle con molta moderazione.
Frutta e ortaggi: non più di 150 g al giorno ed evitare quelli ricchi in potassio.
Condimenti: sconsigliati i grassi animali come il burro o la panna. Meglio l’olio d’oliva o di semi, meglio se a crudo.
Zucchero: se non si è diabetici, usare con moderazione.
Dolci: sconsigliati per l’elevato quantitativo calorico in zuccheri, grassi e nel potassio del cioccolato.
Bevande: evitare bevande alcooliche, succhi di frutta, e zuccherate. Vino e birra in dosi moderate.

Malnutrizione

Per le continue perdite proteiche il paziente rischia un importante quadro clinico di malnutrizione dai risvolti clinici più subdoli in cui una lenta perdita muscolare può essere nascosta dal conservazione del tessuto adiposo, insieme alla formazione di edemi.

Secondo molte ricerche (Young, 1991) un terzo dei pazienti presenta uno stato di malnutrizione, stato clinico che aumenta la mortalità e diminuisce drasticamente la qualità della vita. Lo stato uremico poi altera il metabolismo aumentando le cause di malnutrizione.

L’infermiere quindi facendo parte di un’equipe, ha la responsabilità nella verifica, nella sorveglianza continua del rispetto delle prescrizioni dietetiche da parte di ogni paziente e eventualmente in caso di bisogno riportare all’equipe e alla componente medica ogni valutazione.

Se ti interessa l’argomento leggi anche:

http://www.dimensioneinfermiere.it/dialisi-peritoneale-guida-completa-assistenza-infermieristica-paziente/

Dario Tobruk

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