I dubbi sul Protocollo vaccinazioni: la FNOPI prova a fare chiarezza

Sono passati pochi giorni dalla notizia (VEDI) del nuovo protocollo d’intesa sottoscritto da Ministero della Salute, Regioni e FNOPI per quanto riguarda l’attività degli infermieri vaccinatori. E non sono mancate domande, perplessità e polemiche.

L’accordo, infatti, presentato in pompa magna dalla presidente Mangiacavalli come un “ulteriore tassello costruito dalla Federazione che “testimonia ancora una volta il ruolo e la rilevanza di un’assistenza infermieristica organizzata secondo i canoni di risposta vera ai bisogni dei cittadini” e che denota la “piena valorizzazione dei nostri professionisti”, non ha raccolto chissà quanti consensi tra i sindacati. Anzi. 

Nursing Up, nella persona di Antonio De Palma (Presidente Nazionale), è stato piuttosto perentorio (VEDI): “quello che comincia seriamente a preoccuparci è come sia stato possibile che la nostra Federazione, quella che ci rappresenta ai massimi livelli istituzionali nella sua qualità di Ente sussidiario dello Stato, abbia accettato di sottoscrivere questo documento senza nemmeno aprire un canale di interlocuzione ‘preventiva’ con i sindacati.”

Anche Giuseppe Carbone, segretario generale FIALS, non ci è andato per il sottile: “Invitiamo Governo e Regioni a ritirare tale protocollo e convocare subito un tavolo di confronto con le sigle firmatarie dei contratti della sanità per redigerne uno nuovo con migliori contenuti, maggiormente operativo dall’immediato e più rispettoso della dignità e autonomia di professionisti laureati”.

I motivi sono diversi: la violazione della legge 3/18 (che esclude tassativamente qualsiasi ruolo negoziale in materia sindacale e di rapporto di lavoro agli Ordini delle professioni sanitarie), l’ulteriore formazione cui i professionisti laureati infermieri saranno costretti per poter diventare ‘vaccinatori’, la relativa autonomia con cui svolgeranno l’attività nel territorio e il compenso ridicolo.

La FNOPI, con un comunicato sul suo sito (VEDI), al momento ha provato ‘solo’ a far fronte alle numerose richieste di chiarimento da parte degli iscritti. Ha perciò scatenato il suo ‘Social Media Team’ e ha raccolto le domande più frequenti degli infermieri con le relative risposte, basate sulla corretta interpretazione del protocollo.

1. Tutti gli infermieri possono beneficiare dell’accordo?

Sì. Infermieri e infermieri pediatrici (anche per pazienti over 18). Infermieri dipendenti e liberi professionisti. Infermieri del settore pubblico e del settore privato.

2. Il compenso di 6,16 euro è fisso?

No. È una base di contrattazione da cui partire per adattarla al singolo contesto territoriale.

3. L’accordo riguarda solo la vaccinazione al domicilio?

No. Il protocollo ha l’obiettivo di incrementare le vaccinazioni. Riguarda tutti i luoghi in cui si somministrano vaccini: hub, farmacie, luoghi di vita o lavoro, ecc..

4. L’accordo riguarda solo l’inoculazione?

No. Prevede la gestione del processo vaccinale nella sua interezza, che è costituito da attività di educazione sanitaria al cittadino, formazione ad altri operatori, triage pre-vaccinale, inoculazione del vaccino, controllo degli effetti collaterali.

5. L’infermiere può gestire il processo in autonomia?

Sì, a domicilio. L’accordo tende a valorizzare la professione che in questo modo può efficacemente prendere in carico la persona che intende vaccinarsi con riferimento non solo all’atto vaccinale, ma agli aspetti relazionali che ne derivano.

6. Il consenso è firmato dal medico?

Sì, ma la firma non è necessariamente contestuale. Il paziente può, infatti, incaricare un familiare o persona di fiducia che raccoglie il consenso alla somministrazione (legge 219/2017 art.1 c.3)

7. La formazione del processo vaccinale è necessaria anche per il personale sanitario?

Sì, perché specificità come ad esempio il mantenimento della catena del freddo, la gestione degli effetti collaterali del vaccino specifico e le caratteristiche di uno anziché un altro vaccino prevedono giustamente una formazione ad hoc.

8. L’accordo e il fondo per le prestazioni aggiuntive sono sovrapponibili?

No. Il fondo per le prestazioni aggiuntive fa parte di un fondo a parte, aziendale, non garantito uniformemente su tutto il territorio nazionale, a differenza del presente accordo.

Autore: Alessio Biondino

Infermieri vaccinatori a domicilio per 6,16 euro a inoculazione, l’accordo Ministero-Regioni-FNOPI

Alessio Biondino

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