Educazione alla dialisi peritoneale al domicilio del paziente

Dario Tobruk 03/06/17
Scarica PDF Stampa
Questo è il post che completa tutto quello che si poteva dire sull’assistenza infermieristica al paziente in dialisi peritoneale. Ma cosa è il training? Qual è il ruolo dell’infermiere sulla dialisi peritoneale al domicilio del paziente? 

Il training è quel processo di apprendimento, attraverso il quale, l’infermiere coinvolge il paziente, rendendolo abile nella gestione della propria dialisi peritoneale quotidiana, in completa autosufficienza e nella massima sicurezza clinica.

L’infermiere in quest’ambito, svolge prevalentemente uno tra i ruoli che maggiormente caratterizzano il profilo professionale di ogni infermiere, quello d’insegnante ed educatore, che deve possedere: Motivazione, esperienza, conoscenze tecnico-scientifiche, destrezza e sicurezza nella manualità, capacità di ascolto, di comunicazione e di empatia.

L’infermiere usa diversi strumenti per standardizzare il training con i pazienti, può usare le linee guida e plasmarla secondo il bisogno del paziente e il proprio background professionale, cartella infermieristica, protocolli aziendali, audiovisivi, dépliant, manuali per dialisi, programmi multimediali, ecc. Il protocollo si può suddividere in tre fasi:

Raccolta dati

Consente di valutare il grado di autonomia e quindi l’idoneità del paziente al trattamento, ovvero la possibilità per il paziente di eseguire la dialisi peritoneale al domicilio.

L’assistito deve possedere : Assenza di tremori e mutilazioni; igiene e cura della propria persona; scarsa ansia; desiderio di autonomia e di gestione della propria malattia; inserimento in un nucleo familiare; abitazione con servizi adeguati;

Training teorico

  • L’infermiere espone al paziente le seguenti informazioni in modo semplice e chiaro:
  • Scopo e fisiologia della dialisi peritoneale
  • Necessità dell’impianto di un catetere peritoneale
  • Ritmo della dialisi
  • Igiene e cura del proprio corpo
  • Concetto di sterilità, norme dell’asepsi da adottare nell’esecuzione delle manovre dialitiche. Corretto uso dei disinfettanti.
  • Complicanze infettive e meccaniche, quali sono e come riconoscerle.
  • Supporto dietetico e farmacologico. Controllo del peso giornaliero
  • Controllo della pressione arteriosa e compilazione di un relativo diario.
  • Corretta conservazione del materiale in dotazione
  • Corretta compilazione della propria scheda di dialisi
  • Preparazione del luogo di lavoro, che deve rispondere a requisiti di pulizia, igiene e illuminazione.

Training pratico alla corretta dialisi peritoneale

L’obiettivo è di insegnare al paziente come eseguire le tecniche di dialisi peritoneale in maniera autonoma e corretta. Una prima parte si effettuerà in ambulatorio grazie a una serie di mezzi didattici:

  • Pancia finta: è un grembiule con un rivestimento in plastica che si può riempire di liquido per simulare e quindi far visualizzare la metodica.
  • Manifesti e dépliant: dove sono spiegate in maniera illustrata e con linguaggio semplice e chiaro le tecniche da eseguire.
  • Audiovisivi e programmi multimediali: il paziente vede a schermo le effettive tecniche da eseguire.

Un manuale infermieristico:

Successivamente quando sono state somministrate tutte le possibili informazioni si effettueranno delle vere prove pratiche insieme con il paziente. Quando il paziente ha memorizzato i vari passaggi ed ha acquisito la manualità necessaria:

  • prima esegue lo scambio con l’infermiere,
  • poi completamente da solo.
  • Infine l’educatore insegna a esaminare, medicare, l’exit-site, e fissare bene sull’addome il catetere-set.

Il training può considerarsi concluso quando l’infermiere verifica che:

Il paziente è in grado di eseguire lo scambio e la medicazione con sufficiente automatismo e serenità. Oppure egli stesso dichiarerà di sentirsi autonomo.

Una volta che il paziente è diventato esperto della tecnica del cambio del sacchetto, egli viene informato su ulteriori misure necessarie:

  • Uso del diario di dialisi: vanno spiegati i rapporti tra introduzione e scarico dei liquidi e la necessità di registrare ogni variazione di questi nonché le modifiche di peso, la diuresi residua ed i controlli della pressione arteriosa.
  • Vanno fornite informazioni sul significato della quantità del dializzato e sulla sua concentrazione di glucosio e potassio. La composizione della soluzione della dialisi peritoneale dipende dal quadro clinico del paziente; solitamente in pazienti adulti, trattati con CAPD, avvengono quotidianamente 4 cambi di sacchetti (cioè uno ogni 6 ore) ognuno da 2 litri.

Infine, sarà cura dell’infermiere valutare periodici follow up sia a casa del paziente sia telefonici. Scopo è quello di verificare il corretto proseguimento autonomo della terapia dialitica e il maggior senso di autonomia dell’assistito possibilmente raggiungibile.

Continua ad informarti su:

Dialisi Peritoneale: Guida Completa all’Assistenza Infermieristica

 

 

 

Dario Tobruk

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento