Ematoma dopo il prelievo ematico: cosa fare e quando avvertire il medico

Redazione 17/12/21
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L’ematoma dopo il prelievo ematico è una complicanza non molto rara e che capita dopo l’esecuzione di un prelievo di sangue. In questo articolo spieghiamo cosa fare per prevenire la formazione dei lividi dopo i prelievi ematici o eventualmente curarli, e soprattutto sapere quando è assolutamente necessario avvertire il medico.

Qual è la differenza tra ematoma e livido?

L’ematoma dopo il prelievo ematico è una raccolta di sangue nei tessuti dovuto ad uno stravaso di sangue venoso, più o meno imponente, al di fuori del circolo venoso. Quando la presenza di sangue è solo un livido superficiale è più corretto parlare di ecchimosi, mentre con ematoma si intende lo stravaso di sangue che provoca un gonfiore sulla cute e che può rappresentare un problema più consistente rispetto al primo caso. È fondamentale conoscere la differenza tra le due condizioni, se la prima non è generalmente una situazione grave, la seconda potrebbe diventarlo.


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“Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te”.Franco Battiato Il presente volume si occupa a tutto tondo del caregiver familiare, per offrire al lettore una specifica e completa caratterizzazione sul piano culturale, sociale, giuridico ed economico di “colui che quotidianamente si prende cura” delle persone care non autosufficienti. Questo significa farlo uscire dalle quinte e parallelamente riconoscerne il ruolo complesso ed articolato, che gli autori intendono agevolare e supportare rispondendo ai suoi diversi bisogni e diritti di conoscenza, informazione e comunicazione. Nel testo vengono pertanto illustrati i benefici di legge già in atto e quelli probabili futuri (tutele previdenziali e sostegno economico). Inoltre, vengono fornite informazioni clinico-assistenziali di base mirate all’acquisizione e allo sviluppo di abilità e comportamenti specifici per la gestione dei problemi legati alla non autonomia. Da ultimo, per rispondere all’esigenza di inclusione ed empowerment, sono stati messi a disposizione i riferimenti di servizi interattivi online, dedicati al contatto, alla condivisione e all’amicizia tra coloro che stanno sperimentando la stessa sofferenza. Il messaggio finale è che senza il caregiver familiare di certo tutto sarebbe più difficile.   Franco PesaresiÈ Direttore dell’Azienda servizi alla persona ASP AMBITO 9 di Jesi (AN). È membro di “Network Non Autosufficienza” (NNA) che realizza annualmente il “Rapporto sulla non autosufficienza in Italia” ed è autore di numerose pubblicazioni fra le quali il volume Quanto costa l’RSA (Maggioli Editore). Blog: https://francopesaresi.blogspot.com/

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Perché viene l’ematoma dopo un prelievo?

Quando l’infermiere o il medico effettua un prelievo ematico, spesso si scontra con vene difficili e profonde. In questi casi, per l’operatore che effettua il prelievo, è molto difficile individuare facilmente la vena e, nel cercarla “in cieco”, potrebbe bucare accidentalmente vene di piccolo calibro o addirittura oltrepassare quella che si stava cercando.

Da queste piccoli lesioni fuoriesce sangue venoso che si riversa nei tessuti attorno e prima che vengano completamente assorbiti è necessario attendere da qualche giorno a qualche settimana, in base a quanto volume di sangue è fuoriuscito. Altre volte è semplicemente dovuto al fatto che il paziente non ha tenuto premuto il tempo necessario il batuffolo oppure dopo averlo fatto ha sforzato il braccio causando una riapertura della vena con conseguente stravaso di sangue.

Cosa fare per evitare l’ematoma dopo il prelievo ematico?

Evitarlo al 100% è impossibile, ma ci sono diversi piccoli accorgimenti che possono ridurne notevolmente la probabilità. Sono tutte piccole azioni ma che se seguite evitano che si formino ematomi o lividi dopo il prelievo:

  • dopo il prelievo mantenere per almeno cinque minuti una leggera ma decisa pressione sul batufolo di cotone posto sul sito del prelievo;
  • proseguire se si nota che il sangue continua a imbibire il cotone;
  • non piegare il braccio per stringere il batufolo di cotone ma tenerlo dritto per molti minuti;
  • togliere il cerotto dopo diverse ore;
  • durante il prelievo non contrarre i muscoli del braccio se non richiesto;
  • se si assumono farmaci che rendono fluido il sangue (come antiaggreganti o anticoagulanti) avvisare l’operatore prima dell’esecuzione del prelievo;
  • non sforzare il braccio per molte ore dopo il prelievo trasportando oggetti pesanti o impiegandolo in movimenti;
  • se si ha esperienza di “prelievi difficili” o di vene che si rompono facilmente, avvertire l’operatore e fornire informazioni utili su dove è stata trovata precedentemente il sito di prelievo, o se preferite che venga usato un “ago a farfalla” (non è detto che le vostre richieste vengano accolte ma sono informazioni utili per l’operatore che deciderà come comportarsi);
  • dopo il prelievo controllare la zona del prelievo più volte per anticipare la formazione dell’ematoma;

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Quando chiedere aiuto al medico per un ematoma da prelievo ematico?

In genere l’ematoma o l’ecchimosi si stabilizza in fretta e oltre ad un lieve danno estetico non comporta molti problemi. Il livido potrà cambiare colore da un blu-viola scuro ad assumere alcune sfumature di verde e dopo qualche giorno o settimana diventare da marrone a giallo chiaro prima di scomparire completamente.

Ma se nonostante tutti gli accorgimenti, al sito del prelievo, notate un ematoma che solleva di molto la cute, che peggiora nel tempo e che risulta gonfio, dolente e accaldato, allora sarà il caso di provare a contattare il medico o l’infermiere del centro prelievi in cui lo avete effettuato per una rapida consulenza.

Se gli operatori sono irreperibili, in questo caso è necessario farsi vedere dal proprio medico di famiglia che vi consiglierà come risolvere l’ematoma post-prelievo con qualche medicamento e se è il caso di approfondire ulteriormente la situazione. Nella maggioranza dei casi alcune creme topiche aiuteranno a velocizzare la guarigione dell’ematoma, o nei peggiori dei casi il medico vorrà valutare la presenza di altre cause come il controllo degli esami di coagulazione.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

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