Infermieri in Ambulanza, l’Ordine dei Medici di Bologna non ci sta.
Succede a Bologna, e non è il primo caso del genere, già l’anno scorso 9 medici erano stati sospesi per aver attribuito funzioni proprie ad alcuni infermieri del 118. Il caso si è adesso ripetuto con la sospensione del Direttore Sanitario dell’Ausl di Bologna, Angelo Fioritti. Il quale, secondo l’Ordine dei medici di Bologna e riportando le parole del loro presidente Giancarlo Pizza, “sarebbe dovuto intervenire” per evitare che atti di natura medica venissero attribuiti agli infermieri attraverso le istruzioni operative che regolamentano l’intervento sulle ambulanze del 118.
Parliamo di quelle ambulanze del 118 con soli infermieri al loro interno. Una pratica già rodata in molte realtà europee e che evidentemente l’ostracismo di parte dei medici italiani continua a non voler assorbire tra gli ambiti del possibile e realizzabile. Fioretti sarebbe responsabile di aver attribuito al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di terapie soggette a controllo del medico, e non essersi opposto al fatto che alcuni infermieri svolgessero atti che la legge attribuisce solo ed esclusivamente ai medici.
Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo
La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa. Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.
Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore
32.00 € 30.40 €
Infermieri e Ausl solidali con il dirigente sospeso
L’Ausl conferma in una nota interna la fiducia espressa nel dirigente. Una decisione, quella della sospensione, che per molti è stata definita come oscurantista. Certamente non è questo il modo di fare gruppo e di trovare soluzioni condivise per il benessere del cittadino. La visione dell’infermiere relegato a ruolo esclusivo di subalterno del medico deve essere rispettata a tutti i costi, questo è il diktat dell’ordine dei medici Bolognesi, anche a costo di punire i traditori del sistema.
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Com’è possibile che si vada avanti così? Come si può pensare che la professione infermieristica si muova all’interno delle nuove sfide della nascente sanità vincendo la corrente contraria di coloro che non credono in un progetto di qualificazione degli infermieri? Gli infermieri tutti attendono risposte.
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