Chi non ha mai fantasticato di mollare tutto e sparire su un’isola sperduta, magari dentro a un faro, lontano dalla frenesia del reparto? Stavolta non si tratta solo di un sogno romantico: la piccola comunità scozzese delle Fair Isle sta cercando un infermiere disposto a trasferirsi, offrendo in cambio uno stipendio competitivo, casa e auto aziendale.
L’annuncio di lavoro di Fair Isle
“Vuoi far parte di una comunità remota, dove puoi fornire assistenza davvero centrata sulla persona, lungo tutto il ciclo di vita? Questa è l’opportunità che stai cercando”. Così si apre l’annuncio pubblicato dal NHS delle Shetland, l’arcipelago scozzese di cui fa parte Fair Isle.
Situata nel Mare del Nord, tra Scozia e Norvegia, l’isola è nota per i suoi celebri maglioni di lana e per il bestiame, ma è anche una delle comunità più isolate del Regno Unito, con una popolazione che oscilla tra i 50 e i 60 abitanti. A questi si aggiungono i turisti che arrivano d’estate.
L’infermiere che verrà assunto diventerà il punto di riferimento sanitario dell’intero territorio.
La posizione che offre l’isola
La figura ricercata è quella di un Nurse Practitioner o di un District Nurse, infermieri con specializzazione clinica avanzata e competenze in ambito di cure primarie, gestione farmacologica e supporto continuo alla comunità. Si lavora 37 ore settimanali, distribuite in orario diurno su 5 giorni (o più, se necessario), coprendo di fatto il ruolo di un medico di medicina generale.
Oltre a un salario che può arrivare a 50.702 sterline (circa 58.000 euro), l’offerta prevede alloggio gratuito e un’auto aziendale. La posizione è aperta a candidati con background e formazione avanzata nel nursing clinico, in grado di operare in autonomia in un contesto remoto. L’annuncio segnala che l’infermiere avrà sempre a disposizione il supporto remoto di colleghi della rete dell’arcipelago madre.
Guarda l’offerta di lavoro a questo link.
Vuoi diventare Nurse Practitioner? Inizia come IFeC
Se sei stanco di lavorare in ospedale, fare i turni e saltare continuamente i riposi, dovresti valutare la possibilità di lavorare sul territorio. L’investimento in una formazione specialistica e uniforme per gli infermieri di famiglia e comunità rappresenta una necessità imprescindibile per colmare le attuali disparità e allineare il sistema sanitario italiano agli standard internazionali.
A ragione di ciò, e per approfondire il tema, consigliamo la lettura del libro “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon la lettura è consigliata a chiunque disponga di abbastanza interesse per fare la differenza sul territorio.
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Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità
Costruire ben-essere nella comunità locale
Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.
Guido Lazzarini, Tiziana Stobbione, Franco Cirio, Agnese Natale | Maggioli Editore 2024
34.20 €
Occasione per pochi
Forse non molti infermieri italiani sono formalmente qualificati per rispondere a questo annuncio, ma potrebbe essere l’occasione giusta per chi, dopo un’esperienza nel Regno Unito come Nurse Practitioner (infermiere specialista), è rientrato in Italia e magari se ne è già pentito. Una strada percorribile, a patto di avere le giuste certificazioni e, naturalmente, un inglese fluente.
E chissà, forse in futuro anche in Italia si parlerà finalmente di magistrali cliniche infermieristiche nelle cure primarie, permettendo a più colleghi di candidarsi a posizioni come questa.
Le isole, dopotutto, non vanno da nessuna parte.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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