Era il novembre del 2018 quando, nel reparto di medicina dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, la parente di un paziente scoprì l’orrore: in un letto poco lontano da quello del suo caro ricoverato, c’era una degente letteralmente ricoperta di formiche.
Furono sospesi senza stipendio
Le foto scattate e i video girati dalla donna fecero il giro del web e del caso si occupò sia la stampa locale sia quella nazionale, con evidente imbarazzo dell’azienda locale che provò sin da subito a scaricare ogni responsabilità sugli infermieri del turno di notte precedente l’amara scoperta.
I 3 furono subito sospesi in via cautelativa per 30 giorni (con sospensione della retribuzione) e il relativo procedimento si concluse con la conferma dell’addebito agli stessi contestato.
Il ricorso
Ma i professionisti coinvolti non vollero proprio accettare di risultare i ‘colpevoli’ di quello scempio, e presentarono ricorso all’autorità giudiziaria, facendo intendere chiaramente che nessuna responsabilità potesse essere loro imputata.
E il Tribunale di Napoli sez. Lavoro, a conclusione dell’istruttoria documentale e testimoniale, con la sentenza n. 4369/2021 del 2/7/2021 gli ha dato ragione: il ricorso è stato accolto.
‘Gli infermieri avevano adempiuto ai loro obblighi’
L’azienda, infatti, secondo il giudice, non aveva affatto provato la negligenza dei tre professionisti; i quali, invece, avevano adempiuto ai propri obblighi, così come confermato anche dalla coordinatrice infermieristica dell’unità operativa implicata.
D’altra parte, vi erano invece prove ‘schiaccianti’ circa le gravi carenze strutturali, manutentive ed igieniche in cui l’ospedale san Giovanni Bosco versava.
Altresì, il magistrato ha sottolineato come la scelta di ricoverare la degente presso il reparto di medicina anziché nell’unità operativa di terapia intensiva fosse clinicamente e assistenzialmente inadeguata, viste le precarie condizioni di salute della paziente.
Nessuno chiederà scusa
Non fu colpa degli infermieri in turno, quindi. E, visto il clamore che la vicenda suscitò in lungo e in largo per il bel paese, riteniamo giusto che i cittadini lo sappiano. Anche se, ovviamente, nemmeno stavolta qualcuno chiederà mai scusa alla categoria.
Autore: Alessio Biondino
Infermieri ‘bruschi e frettolosi’? Attenzione: può essere reato
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