Infermiere e pilota, condannato per furto di farmaci: sostituiva Lorazepam con fisiologica .

redazione 30/07/25

Infermiere e pilota americano condannato a 16 mesi di carcere per il furto di farmaci destinati ai pazienti, come il Lorazepam, e per averli sostituiti con soluzione salina.

Il rischio e il sospetto: che pazienti vulnerabili ricevessero dosi non terapeutiche durante i trattamenti e che l’infermiere non usasse nemmeno il farmaco per sé.

L’infermiere e pilota sottraeva Lorazepam ai pazienti e all’ospedale

Il caso ha sollevato forte allarme per la gravità della violazione nell’opinione pubblica americana. “Falzarano ha sottratto medicinali destinati ai pazienti, li ha rimpiazzati con semplice soluzione fisiologica e ha rimesso le fiale manomesse nel circuito di distribuzione interna“, ha dichiarato il pubblico ministero incaricato, quindi prosegue: “È difficile immaginare una violazione di fiducia più grave da parte di un operatore sanitario“.

Il protagonista del caso è Sean Falzarano, infermiere e pilota di aerei civili (sembra possedesse entrambe le licenze) residente in Connecticut, USA. Dopo la detenzione, l’uomo dovrà scontare altri due anni di libertà vigilata e versare un risarcimento all’ospedale, che ha già richiesto circa 54.000 dollari.

Falzarano si era già dichiarato colpevole del furto di farmaci a dicembre 2024, firmando un patteggiamento per due capi d’imputazione: manomissione di prodotto di consumo e ottenimento illecito di sostanze controllate.

I pubblici ministeri avevano richiesto 51 mesi di carcere. La pena finale è stata invece inferiore, ma resta significativa rispetto alle richieste della difesa, che puntava a una semplice libertà vigilata.

Il giudice, ha però precisato che le azioni dell’infermiere non sono state motivate da una dipendenza conclamata, scatenando però l’obiezione della difesa.

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Non sempre è necessario essere formalmente accusati di reati o gravi inadempienze per ritrovarsi nei guai. Sempre più spesso, gli infermieri devono difendersi non solo dal rischio di controversie legali, ma anche di entrare in conflitto con la Direzione, sempre più in difficoltà nella corretta gestione delle risorse umane, del personale infermieristico e sanitario in generale.

Pertanto, è fondamentale restare aggiornati su come tutelarsi in caso di procedure disciplinari all’interno delle aziende sanitarie e scontri con la Direzione.

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Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie

La giurisprudenza ha voluto spiegare la relazione umana e contrattuale che lega l’operatore al paziente e viceversa, coniando un nuovo termine: contatto sociale. Le professioni sanitarie consistono in attività delicate, che purtroppo, ora più frequentemente, incidono nella sfera personale del paziente e soprattutto nei suoi interessi primari, come è appunto la salute. L’attrito che ne può derivare, al di là delle capacità di gestione del professionista, finisce spesso nel contenzioso, che dapprima viene affrontato dalla stessa Azienda sanitaria, alla quale interessa primariamente la soddisfazione dell’utente. Per questo motivo, il professionista si trova ad affrontare delle accuse di negligenza, di imperizia o di imprudenza che si sviluppano in molti modi ma che potrebbero incidere anche definitivamente sul suo futuro professionale. Lo stress, il senso di abbandono e di disarmo che investono l’operatore innocente durante le fasi disciplinari sono perlopiù prodotti dal timore di veder macchiata la propria reputazione con effetti deleteri sull’autostima e sull’eterostima. Inoltre, l’ignoranza del diritto disciplinare è un catalizzante della paura che impedisce al lavoratore di difendersi pienamente dalle accuse perché paralizza ogni possibilità di reazione. Quest’opera è stata realizzata per offrire alle professioni sanitarie un utile strumento di conoscenza e, quindi, di difesa. per comprendere pienamente le regole del sistema così da poterlo gestire in maniera produttiva e, comunque, nel senso della verità e della giustizia. La conoscenza del diritto impedirà una strumentalizzazione della procedura disciplinare affinché non diventi un momento di ritorsione e di punizione per fatti estranei alle accuse. Mauro Di Fresco Insegna Diritto Sanitario ai master infermieristici di I e II livello della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma. Alla Seconda Facoltà (Ospedale Sant’Andrea) insegna Diritto del Lavoro Sanitario al Corso di Laurea Magistrale in Infermieristica. È relatore di diversi corsi ECM di carattere nazionale, responsabile del link Diritto Sanitario nella rivistaLa Previdenzae scrive anche su Studio Cataldi, Diritto e Diritti, Infoius.it. È consulente legale nazionale di diversi sindacati che operano nel comparto Sanità e nella Dirigenza Medica oltre che in 52 Associazioni di pazienti.

 

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Furto di farmaci spinto dal burnout alla dipendenza da Lorazepam

Dietro la condanna di Sean Falzarano, ex infermiere e pilota, si cela una storia segnata dalle pressioni della pandemia. Secondo la difesa, tutto ebbe inizio nel 2020, quando la moglie, anche lei pilota di linea, perse il lavoro a causa del blocco dei voli durante il periodo Covid.

Falzarano, costretto a sostenere da solo la famiglia, accettò un impiego in un reparto COVID, nonostante avesse chiesto una collocazione in psichiatria. Lì, tra turni massacranti e pazienti che morivano soli, iniziò a crollare.

A quel punto, il disagio psichico e fisico lo spinse a iniziare l’assunzione di farmaci ansiolitici, prelevati dai residui non smaltiti dopo le somministrazioni.

Quello che iniziò come un uso episodico si trasformò in un’abitudine sistematica. Una spirale che, secondo le perizie mediche, corrisponde a un quadro clinico di dipendenza da sostanze.

Una doppia carriera difficile da conciliare

L’infermiere conduceva una doppia carriera come infermiere e pilota, entrambe soggette a rigidi controlli. Per non perdere la licenza di volo, vietata a chi assume ansiolitici come il lorazepam, otteneva le prescrizioni in modo non tracciabile. Il tentativo di conciliare le due professioni lo ha portato a un uso illecito sempre più strutturato dei farmaci.

Dopo la condanna, ha però voluto rinunciato a entrambe le licenze in maniera volontaria.

Il giudice ha comunque escluso la dipendenza come causa, anche alla luce del tenore di vita: reddito familiare elevato, proprietà di lusso e dichiarazioni economiche giudicate incoerenti con lo stato d’insolvenza dichiarato. Falzarano dovrà pertanto presentarsi in carcere entro il 21 ottobre 2025.

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Redazione di Dimensione Infermiere
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