Giovane paziente psichiatrico muore lanciandosi dalla finestra, infermiera provò a fermarlo

Redazione 28/06/22
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Un giovane paziente psichiatrico è morto tragicamente lanciandosi dalla finestra del Maggiore di Bologna. Famigliari e azienda divisi dalla versione dei fatti: suicidio o sventurato tentativo di fuga?

21enne muore durante tentativo di fuga dal reparto

Secondo le ricostruzioni, lo psichiatra del reparto sarebbe stato avvertito al primo tentativo di fuga del giovane paziente ma questi era impegnato in un’altra emergenza, poco tempo dopo la disgrazia nelle prime ore del mattino.

Sulla morte, il padre avvocato e legalmente assistito a sua volta, invoca maggiori delucidazioni, in quanto non crede nella ricostruzione del suicidio ma solo in un tentativo nefasto di fuga, e che debba esserne l’azienda responsabile per abbandono di incapace e omicidio colposo.

L’infermiera ha tentato di fermarlo senza riuscire

Prima che il 21enne si lanciasse dalla finestra l’infermiera ha tentato di afferrarlo senza riuscire. Purtroppo, il giovane era in preda ad uno stato allucinatorio, condizione peggiorata durante il lockdown e che aveva portato nella vita del ragazzo l’esacerbazione della malattia.

Le parole del padre, raccolte da FanPage.it, sono lucide e assertive: “Chiedo che siano accertate le negligenze. Chiedo perché Leonardo è andato al Maggiore senza che ci fosse con lui personale specializzato. Voglio sapere se i medici avevano avuto la sua cartella clinica: era un paziente a rischio, altre volte aveva tentato di fuggire. In ospedale un medico mi ha abbracciato piangendo e mi ha detto: ‘Non mi avevano informato che aveva questi problemi’. Perché non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga? Perché non è stata chiesta la visita di un esperto, non è stato piantonato o legato? E ancora: la finestra per me non era bloccata a metà ma aperta: mio figlio non poteva passare da una fessura di venti centimetri. E come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?“.

Il sospetto dell’uomo è che il figlio sia vittima di un tentativo di fuga gestito male e non un suicidio: “lui che era un ragazzone di 2 metri per 90 chili, sarebbe passato da una finestra aperta a vasistas per 20-25 cm. Dal secondo piano si sarebbe lanciato a oltre due metri di altezza sul terrazzo del primo, senza farsi nulla. E dopo dieci minuti, verso le 5 del mattino, avrebbe deciso di buttarsi giù finendo sul terrapieno dalla parte d’ingresso delle ambulanze. Perché se uno vuole suicidarsi prova prima a scappare dal pian terreno? Perché non mi hanno chiamato dopo il tentativo di fuga, perché non è stato piantonato? Perché ci hanno chiamato solo alle 8 del mattino?“.

L’Azienda avvia un’indagine interna

In merito al suicidio del 21enne, la direzione esprime le più sentite condoglianze ai famigliari, avendo già avviato i doverosi accertamenti messi in campo per gli eventi sentinella” è quello che si legge nella nota dell’azienda che ha avviato le indagini del caso e raccolto i video delle telecamere di sorveglianza che inquadrano il ragazzo.

Come si può dire che si è suicidato?“, rimprovera il padre. “Sabato mattina ho consegnato mio figlio a un reparto di psichiatria. Doveva essere curato, protetto. È morto. Leonardo era diplomato, non aveva mai commesso reati, mai tentato il suicidio. Sarebbe dovuto andare in una clinica, aveva deciso di curarsi perché stava male. Sono state omesse responsabilità gravissime“.


Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie

Quest’opera è stata realizzata per offrire alle professioni sanitarie un utile strumento di conoscenza e, quindi, di difesa. Per comprendere pienamente le regole del sistema così da poterlo gestire in maniera produttiva e, comunque, nel senso della verità e della giustizia. La conoscenza del diritto impedirà una strumentalizzazione della procedura disciplinare affinché non diventi un momento di ritorsione e di punizione per fatti estranei alle accuse.

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