In Friuli arriva l’infermiere di montagna

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Altro non è che un infermiere di comunità, ma… Così come accaduto per l’infermiere di parrocchia (VEDI), non si capisce bene perché a volte si preferisca affibbiargli un nome un po’ più accattivante o pittoresco a seconda della realtà in cui opera: ed ecco perciò che nel cuore delle Dolomiti, a Sappada (Friuli), è arrivato “l’infermiere di montagna”.

Il progetto pilota, avviato dall’amministrazione comunale in collaborazione con S.V.E.P. (Servizio Volontario Emergenze Plodn), ASUFC (Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale) e A.I.D. Alto Friuli  (Studio Infermieristico Associato Cargnelutti T. – Ferraiuolo A.), scadrà il 31/12/2024 e vedrà l’infermiere occuparsi di tutte le esigenze sanitarie territoriali nell’ambito comunale.


Un servizio aggiuntivo a disposizione di tutti i residenti, quindi, come spiegato dal consigliere con delega alla Sanità Marco Rossa: «Si tratta di un ulteriore e importante potenziamento, insieme all’aggiunta dell’infermiere sull’ambulanza di emergenza notturna, aumentando notevolmente la qualità dell’assistenza e delle cure nel proprio ambito».

Il servizio può essere attivato tramite il proprio medico di famiglia o dall’Azienda Sanitaria in caso di dimissione protetta (per il servizio a domicilio), recandosi in ambulatorio negli orari indicati oppure chiamando in orario di segreteria direttamente il professionista.


Questi gli ambiti previsti, riportati da Studio Nord News:
1. assistenza infermieristica domiciliare e ambulatoriale (iniezioni, medicazioni, accessi vascolari ecc.);
2. collaborazione con il medico di medicina generale e con le altre figure sanitarie e sociali nel territorio;
3. promozione di progetti di educazione ed informazione sanitarie;
4. sviluppo di un rapporto individuale con le famiglie ed assunzione di un ruolo di punto di riferimento
personale;
5. supporto alla telemedicina.

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a cura di Franco Pesaresi | Maggioli Editore 2021

Alessio Biondino