Infermiera arrestata per pedopornografia: coinvolta coppia sposata

Redazione 16/06/25

Un’infermiera, coordinatrice dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è stata arrestata con l’accusa di pedopornografia insieme a una coppia, con cui intratteneva una relazione e condivideva materiale esplicito a sfondo sessuale su un minore di sedici anni.

Dal sospetto di violenza domestica alla verità sul cellulare

Le indagini sono partite dai sospetti dei colleghi che riscontravano nella collega un rapido dimagrimento e lividi sul corpo, inizialmente riconducibili a ipotetiche violenze domestiche. Gli accertamenti successivi hanno però rivelato un contesto ben più grave, che ha portato all’emissione dell’ordine di custodia cautelare. La realtà era ben diversa

Come accertato dagli agenti, l’infermiera aveva dei rapporti sessuali con un minorenne, e ne condivideva immagini e filmati con una coppia sposata con cui si interallacciavano altri rapporti di natura intima.

La coordinatrice è stata sospesa in via cautelativa dalla ASL di Latina, che ha immediatamente preso le distanze dall’accaduto dichiarando “massima fiducia nella magistratura” e sottolineando che “la vicenda non rispecchia i valori etici e professionali del servizio sanitario“.

In ogni caso, fino a che la giustizia non ci darà una verità giudiziaria, tutti meritano una propria linea difensiva.

Pertanto anche in questi casi, è fondamentale restare aggiornati su come tutelarsi dalle procedure disciplinari all’interno delle aziende sanitarie. Il manuale di Mauro Di Fresco, infermiere, docente e avvocato dal titolo “Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie” Edizione Maggioli, offre una guida completa per conoscere e difendere i propri diritti professionali di fronte alla dirigenza.

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Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie

La giurisprudenza ha voluto spiegare la relazione umana e contrattuale che lega l’operatore al paziente e viceversa, coniando un nuovo termine: contatto sociale. Le professioni sanitarie consistono in attività delicate, che purtroppo, ora più frequentemente, incidono nella sfera personale del paziente e soprattutto nei suoi interessi primari, come è appunto la salute. L’attrito che ne può derivare, al di là delle capacità di gestione del professionista, finisce spesso nel contenzioso, che dapprima viene affrontato dalla stessa Azienda sanitaria, alla quale interessa primariamente la soddisfazione dell’utente. Per questo motivo, il professionista si trova ad affrontare delle accuse di negligenza, di imperizia o di imprudenza che si sviluppano in molti modi ma che potrebbero incidere anche definitivamente sul suo futuro professionale. Lo stress, il senso di abbandono e di disarmo che investono l’operatore innocente durante le fasi disciplinari sono perlopiù prodotti dal timore di veder macchiata la propria reputazione con effetti deleteri sull’autostima e sull’eterostima. Inoltre, l’ignoranza del diritto disciplinare è un catalizzante della paura che impedisce al lavoratore di difendersi pienamente dalle accuse perché paralizza ogni possibilità di reazione. Quest’opera è stata realizzata per offrire alle professioni sanitarie un utile strumento di conoscenza e, quindi, di difesa. per comprendere pienamente le regole del sistema così da poterlo gestire in maniera produttiva e, comunque, nel senso della verità e della giustizia. La conoscenza del diritto impedirà una strumentalizzazione della procedura disciplinare affinché non diventi un momento di ritorsione e di punizione per fatti estranei alle accuse. Mauro Di Fresco Insegna Diritto Sanitario ai master infermieristici di I e II livello della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma. Alla Seconda Facoltà (Ospedale Sant’Andrea) insegna Diritto del Lavoro Sanitario al Corso di Laurea Magistrale in Infermieristica. È relatore di diversi corsi ECM di carattere nazionale, responsabile del link Diritto Sanitario nella rivistaLa Previdenzae scrive anche su Studio Cataldi, Diritto e Diritti, Infoius.it. È consulente legale nazionale di diversi sindacati che operano nel comparto Sanità e nella Dirigenza Medica oltre che in 52 Associazioni di pazienti.

 

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Relazioni extraconiugali e scambi di materiale pedo-pornografico: la coordinatrice è sotto accusa

È stato confermato che l’uomo che apparteneva alla seconda coppia coinvolta, lavora presso la stessa Asl, ma non in ambito sanitario. Secondo gli inquirenti, aveva instaurato da tempo una relazione extraconiugale con l’infermiera. In ogni caso tutti e tre sono attualmente detenuti, rispettivamente nelle carceri di Velletri e Rebibbia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Tra i numerosi commenti apparsi sui social dopo l’arresto della caposala di Latina, uno in particolare sintetizza con lucidità il danno d’immagine inflitto alla professione infermieristica:

“Il fatto che una persona incaricata di prendersi cura degli altri – un’infermiera, per giunta in servizio in un ospedale – sia coinvolta in un crimine tanto aberrante come la pedopornografia è qualcosa che colpisce nel profondo, scuote la coscienza. Coinvolgere un minore, scambiare quei materiali con altri adulti, farne parte attiva: siamo davanti a una rete di perversione che calpesta l’innocenza e la dignità di un ragazzo, che merita protezione e rispetto, non certo di essere vittima di abusi e mercimonio. Per chi indossa una divisa, vedere certi orrori dà solo una motivazione in più a combatterli senza tregua, con ogni mezzo legale. Non ci può essere alcuna tolleranza, nessuna giustificazione.”

Una presa di posizione che evidenzia lo sgomento non solo per il crimine, ma per la ferita inferta alla credibilità di un’intera categoria chiamata ogni giorno a proteggere e curare. E questo per gioco di forza dovrà coinvolgere anche l’Ordine di competenza che dovrà valutare la posizione della collega sia di fronte alla giustizia, si di fronte al danno d’immagine che ha provocato in un’intera categoria.

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