La Procura di Pescara ha chiesto il rinvio a giudizio per tentato omicidio di un infermiere 32enne, autore dell’aggressione a una donna brasiliana di 62 anni, avvenuta il 20 novembre scorso in provincia di Pescara.
All’origine, un banale diverbio per i cani: i due animali dell’anziana avevano irritato il cane dell’uomo, sfociando in un inseguimento improvviso e violento che ha portato al tentato omicidio tramite oggetto contundente.
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L’infermiere con turbe psichiatriche ma in grado di intendere e volere
Secondo la ricostruzione, la vittima e un’amica avevano tentato di evitare ulteriori contatti con l’infermiere, accelerando il passo verso casa. Ma lui, urlando “vado dove voglio“, le ha seguite fino al cancello dell’abitazione, dove la donna stava armeggiando con le chiavi per entrare in fretta.
Qui l’aggressore l’ha colpita alle spalle e al collo con un oggetto non identificato, descritto come “acuminato e penetrante”, causandole lesioni in punti vitali.
La fuga dell’uomo non è stata lunga e non ha impedito ai carabinieri di identificarlo rapidamente: due testimoni oculari lo hanno subito riconosciuto, confermandone l’identità con l’ausilio di telecamere di videosorveglianza.
La perquisizione in casa ha portato al ritrovamento della tuta indossata durante l’aggressione e del portachiavi a forma di siringa di 7 centimetri, probabilmente usata come arma.
L’infermiere, già noto alle forze dell’ordine, è stato sottoposto a perizia psichiatrica: secondo il dottor Raffaele De Leonardis, soffre di un disturbo neurocognitivo che ne riduceva, ma non annullava, la capacità di intendere e di volere.
Il pm competente, ritenendo che la sede delle ferite e la reiterazione dei colpi costituiscano di per sé un tentativo di omicidio aggravato da futili motivi, ha chiesto di procedere a giudizio.
L’aggressore, oggi ritenuto non socialmente pericoloso grazie alle cure farmacologiche, dovrà comunque rispondere delle proprie azioni in tribunale.
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